Donne in Formula 1: Un tributo alle protagoniste della pista

Le donne in Formula 1 hanno scritto pagine straordinarie nella storia del motorsport, sfidando stereotipi e affrontando un mondo tradizionalmente dominato dagli uomini.

Il ruolo delle donne in Formula 1: una sfida al tempo

La Formula 1, con le sue gare avvincenti e piloti leggendari, è spesso percepita come un mondo dominato dagli uomini. Tuttavia, la partecipazione femminile al campionato ha radici profonde, risalenti agli albori della competizione. Anche se poche sono riuscite ad arrivare ai massimi livelli, le donne in Formula 1 hanno dimostrato che il talento e la passione non conoscono genere. Questo articolo vuole rendere omaggio alle protagoniste femminili che hanno gareggiato nel campionato, ispirando le future generazioni.

L’albo d’oro del Gran Premio in Monza

Maria Teresa de Filippis: la pioniera delle donne in Formula 1

Nel 1958, Maria Teresa de Filippis divenne la prima donna a gareggiare in Formula 1. La pilota napoletana debuttò con una Maserati 250F, affrontando avversari di fama mondiale. Sebbene le sue partecipazioni fossero limitate, Maria Teresa dimostrò che anche le donne potevano competere ai massimi livelli, sfidando pregiudizi e convenzioni.
Il suo miglior risultato fu un decimo posto nel Gran Premio del Belgio, un traguardo straordinario per l’epoca. Nonostante le difficoltà, la sua presenza nel campionato segnò un momento storico, aprendo la strada a future partecipazioni femminili.

Lella Lombardi: La Leggenda del Mezzo Punto

Lella Lombardi è, ancora oggi, l’unica donna ad aver conquistato punti in Formula 1. Nata a Frugarolo nel 1941, Maria Grazia “Lella” Lombardi iniziò la sua carriera come pilota di turismo e karting, raggiungendo la Formula 1 nel 1974.
Il suo momento più iconico arrivò nel 1975 al Gran Premio di Spagna. Nonostante una gara drammatica, segnata da un grave incidente, Lella concluse in sesta posizione, guadagnando mezzo punto iridato. Questo risultato rimane un record imbattuto, un simbolo del suo talento e della sua determinazione.
Dopo la Formula 1, Lella fondò una scuderia, dedicandosi alla crescita di nuovi talenti e consolidando il suo lascito nel mondo del motorsport.

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Giovanna Amati: L’Ultima Italiana in Formula 1

Giovanna Amati è stata l’ultima donna italiana a gareggiare in Formula 1, nel 1992 con il team Brabham. Nata a Roma nel 1959, la sua carriera nel motorsport ha avuto un inizio difficile, con un rapimento che le interruppe la giovinezza. Nonostante ciò, Amati si fece strada nel mondo delle corse, passando dalla Formula Abarth alla Formula 3, prima di arrivare alla Formula 3000.
Nel 1991, dopo un test con la Benetton, ottenne la sua chance in F1 con Brabham. Purtroppo, la sua inesperienza ed il tracollo tecnico della squadra ebbero ripercussioni negative, e nei primi tre GP della stagione non riuscì a qualificarsi. Questo portò alla sua sostituzione con Damon Hill.
Anche se la sua avventura in Formula 1 fu breve, Amati continuò a gareggiare, vincendo la Porsche SuperCup femminile nel 1993 e partecipando ad altre competizioni. La sua carriera, purtroppo interrotta prematuramente, rimane un simbolo di determinazione e resilienza nel motorsport femminile.

Il futuro delle donne in Formula 1

Nonostante le difficoltà, il panorama sta cambiando. Iniziative come la W Series, un campionato riservato alle donne che ha aperto la strada per la visibilità del talento femminile, stanno attirando attenzione. A ciò si aggiunge la recente F1 Academy, una piattaforma dedicata a supportare giovani pilote con l’obiettivo di facilitarne l’accesso alle categorie più alte del motorsport.

Piloti come Jamie Chadwick (​​ 3 volte Campionessa di W Series ) stanno dimostrando che le donne possono competere ai massimi livelli. La speranza è che, nel prossimo futuro, vedremo un ritorno significativo delle donne sulla griglia di Formula 1, non solo come piloti, ma anche come ingegneri, manager e tecnici.

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