Guidare sul bagnato: tecniche, consigli ed errori da non fare

Guidare sul bagnato è una condizione che può creare problemi, soprattutto ai guidatori poco esperti. La presenza di acqua sulla strada, infatti, diminuisce l’aderenza degli pneumatici e rende meno controllabile l’auto. Con pochi semplici accorgimenti, però, è possibile mettere in atto una guida sul bagnato sicura e decisa, evitando errori e rischi.

Nella vita, prima o poi, a qualsiasi automobilista capita di trovarsi a guidare sul bagnato, magari anche sotto lo scrosciare di una pioggia battente. È importante, quindi, imparare a gestire la macchina anche in una situazione del genere, potenzialmente pericolosa. La guida sul bagnato, infatti, si traduce in una minor aderenza degli pneumatici, in una minore capacità di controllo dell’auto e nel rischio del cosiddetto aquaplaning, che porta la macchina a “pattinare” sulle pozze di acqua e quindi a sbandare. Come fare per evitare questi inconvenienti e scongiurare incidenti e tamponamenti? Nella maggior parte dei casi, basta seguire poche semplici accortezze ed evitare errori grossolani. Ecco alcuni consigli per guidare sul bagnato in totale sicurezza.

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Assicurarsi che le gomme siano in condizione di viaggiare (e di evitare l’aquaplaning)

Gran parte della sicurezza quando si guida sul bagnato è responsabilità delle gomme e delle loro condizioni. Per questo motivo, non bisogna mai essere superficiali nella manutenzione degli pneumatici e farli controllare regolarmente. Se si è consapevoli che le gomme della propria auto sono troppo usurate, è meglio non mettersi in viaggio, specialmente sotto la pioggia o con strade bagnate. Infatti, il rischio di aquaplaning, oltre che alla velocità eccessiva, è dovuto proprio a pneumatici che non riescono a drenare adeguatamente l’acqua, perché ce n’è troppa o perché sono troppo lisci.

Occhio alla posizione di guida e alla visuale

Altra cosa da fare prima di mettere in moto l’auto sull’asfalto bagnato è controllare la propria posizione di guida. Stare comodi e non tesi è importante sempre, ma lo diventa ancor di più quando le condizioni meteo non sono ideali. Le braccia devono essere piegate a circa 90 gradi, così come le gambe; le mani devono essere rilassate. Lo sguardo, invece, deve spingersi più avanti del solito, perché uno dei segreti per non perdere il controllo sul bagnato è prevenire i pericoli, gli imprevisti e gli ostacoli.

Calma e prudenza al volante

Veniamo ora alle fasi di guida vera e propria. Il fondo stradale bagnato ha l’effetto di amplificare ogni movimento della macchina. È fondamentale, quindi, utilizzare tutti i comandi con calma, senza scatti o movimenti bruschi: le frenate devono essere decise ma dolci, così come le sterzate, le curve vanno prese larghe, le accelerazioni devono essere graduali. Se già normalmente una guida a “strappi” non è sana, lo è ancora meno se c’è di mezzo l’acqua. Infine, sono poi completamente a bandire le manovre azzardate, come i sorpassi che richiedono velocità elevata perché realizzati in spazi ridotti.

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Auto e videogame, i migliori giochi di macchine per appassionati di motori

Quello tra videogiochi e automobilismo è un incontro fortunato. Negli anni, sono stati tanti i titoli che hanno acceso gli entusiasmi degli appassionati d’auto. Videogame di simulazione di guida che permette di sentirsi come veri piloti, tra e strade di città futuristiche o lungo i tracciati di Formula 1.

Nel mondo dei videogame, tra i giochi più amati ci sono senza dubbio quelli a tema automobilismo, ambiti soprattutto dagli appassionati di motori. Infatti, le potenzialità tecniche dei PC e delle più moderne console, unite alle innovazioni grafiche sempre più avanzate, consentono di realizzare racing game che simulano in modo estremamente realistico la guida di veri e propri bolidi o di macchine di fantasia. Scegliere i migliori tra i videogame di auto è quindi un’impresa ardua. Nonostante l’impegno, è praticamente impossibile mettere d’accordo tutti gli amanti del genere. Ci sono, però, dei videogame automobilistici che, negli anni si sono ritagliati un posto speciale nel cuore degli amanti di corse e motori. Eccone 5, ma la lista potrebbe essere molto più lunga.

La guida per diventare pilota di auto

Need for Speed

A quasi 20 anni dalla sua prima uscita (1994) e con le sue circa 30 edizioni, la saga di Need for Speed, che deve il suo nome a una citazione del film Top Gun, rimane uno dei giochi automobilistici più amati di sempre e quello che ha venduto più copie in assoluto. Firmato da Electronics Art, questo celebre racing game offre agli appassionati la possibilità di guidare auto da corsa e supercar (riprodotte in modo eccezionalmente fedele) su circuiti realistici o addirittura per strada. Un’esperienza di guida unica che garantisce il pieno di adrenalina.

Gran Turismo

In quanto a fama e longevità, la saga di Gran Turismo non ha niente da invidiare a nessun altro videogioco. Nata nel 1997 in casa Sony, si articola in 3 serie (Classica, Sport e Concept), oltre ad alcuni spin-off. L’impostazione è molto “sportiva”. Le auto disponibili, infatti, sono delle Gran Turismo, in tutto e per tutto identiche a quelle vere. Nella modalità di gioco Arcade, si sfreccia su circuito di vario genere, collezionando una dopo l’altra numerose sfide mozzafiato. Nella modalità Gran Turismo, invece, si ripercorre la carriera di un vero pilota GT, partendo dagli inizi e arrivando alle grandi gare internazionali.

Tutto quello che c’è da sapere sulle auto Gran Turismo

Forza Horizon

Nato come costola di Forza Motorsport, nell’ormai lontano 2012, Forza Horizon è un videogioco di simulazione di guida che mescola le caratteristiche classiche dei videogame automobilistici su pista con una trama più complessa, che lo arricchisce di scenari e modalità di competizione divertenti e accattivanti. Alla guida del proprio bolide, infatti, ci si può ritrovare a sfrecciare fuori pista o a giocarsi il tutto per tutto in una corsa clandestina.

Assetto Corsa

Nella top 5 dei giochi di auto più belli non può mancare questo titolo made in Italy, uscito nel 2014. Assetto Corsa è un simulatore di guida che permette di giocare sia in modalità libera, scegliendo di volta in volta auto e circuito, che in modalità carriera, vestendo i panni di un pilota in ascesa, fino alla Formula 1. Ad attirare gli appassionati è l’estremo realismo del videogame che gli ha permesso di conquistare il premio per la miglior realizzazione tecnica agli Italian Video Game Awards 2014.

Mario Kart

Chiudiamo questa carrellata di videogiochi per appassionati di auto con un titolo cartoon che è un vero must del settore. Si tratta di Mario Kart, il gioco di simulazione di guida che vede come protagonisti tutti i personaggi del colorato mondo di Mario, l’idraulico più popolare di sempre. A fare la fortuna di questo videogame, oltre alla presenza di un personaggio molto amato, è la grande varietà di mondi in cui è possibile sfrecciare, cavalcando dei kart fantastici e superando prove insidiose.

Scopri di più sul karting

 

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skid test

Skid car, il “pattino” per auto che simula la mancanza di aderenza

Lo skid car è un apparecchio che si applica alle ruote posteriori dell’automobile e permette di eseguire simulazioni di guida in condizioni di scarsa aderenza. Lo skid test è utile per allenare controsterzo e sovrasterzo ed imparare a controllare la propria auto anche in situazioni di pericolo e rischio di sbandamento.

Saper controllare la propria auto anche in condizioni non ottimali è un requisito fondamentale per qualsiasi pilota, professionista o amatore. Una strada sdrucciolevole, bagnata o addirittura ghiacciata può rappresentare un pericolo se non si è in grado di gestire la mancanza di aderenza delle ruote. Per imparare a farlo, ci si può sottoporre ad allenamenti ed esami specifici. Tra questi, uno dei più efficaci è senza dubbio il test realizzato con lo skid car, un’apposita apparecchiatura che simula particolari condizioni di guida. Ma cos’è precisamente lo skid car? Come funziona? A cosa serve? Affrontiamo una domanda alla volta.

Sogni di guidare in pista? Leggi qui

Skid car, cos’è e come funziona il pattino per auto

Un grande monopattino in metallo. Ad una prima occhiata, si presenta così lo skid car: un carrello metallico rettangolare con quattro rotelle posizionate negli angoli. Ecco perché è anche detto skate car, cioè pattino per auto. Lo skid car si applica alle ruote posteriori dell’automobile e permette di sollevare il retrotreno. Inoltre, è possibile impostare diversi livelli di aderenza, fino ad azzerarla completamente (replicando, così, l’effetto del sovrasterzo).

Skid test, imparare a controllare l’automobile in assenza di aderenza

Lo skid car è ampiamente utilizzato sia nei test per piloti sia nei corsi di guida sicura e guida sportiva, perché consente di simulare in modo estremamente realistico delle condizioni di perdita di aderenza mentre si è alla guida. In particolare, lo skid car consente di allenare la manovra di controsterzo. Saper gestire la propria macchina nelle situazioni in cui le ruote sembrano sfuggire e non rispondere ai comandi è cruciale per mettere al sicuro sé stessi, i propri passeggieri e, se si guida su una strada pubblica, tutti gli altri automobilisti. Imprevisti e pericoli, infatti, possono essere sempre in agguato e ad un bravo pilota sono richiesti sangue freddo e capacità tecniche utili a contrastarli.

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leggi su auto d'epoca

Breve guida sulla normativa per auto d’epoca

Possedere e guidare un’auto d’epoca rappresenta un sogno dal sapore vintage per moltissimi appassionati di motori. Sulle automobili d’epoca, però, si fa spesso confusione, confondendole con le auto di interesse storico, non avendo ben chiari i vantaggi di cui si può godere possedendone una o non conoscendo a fondo le norme sulla loro circolazione su strada. Questa rapida guida serve a fare un po’ di chiarezza.

Agli occhi di un appassionato di motori, le monoposto che sfrecciano sulle piste di un Gran Premio di Formula 1 hanno l’indiscutibile fascino della velocità e della potenza. In quanto ad appeal, però, le più lente e meno performanti auto d’epoca non hanno nulla da invidiare. Ed infatti, chi ama davvero le automobili sogna di possederne una. In molti casi, però, si fa confusione su cosa sia una macchina d’epoca e su quale sia la normativa che la regolamenta. Quali sono i requisiti che rendono d’epoca un’auto? Cosa distingue le automobili d’epoca da quelle di interesse storico e collezionistico? Come funziona il pagamento del bollo e dell’assicurazione per questo tipo di vetture? Possono circolare liberamente su strada? Ecco tutte le risposte.

Sai come si diventa pilota di auto?

Quando una macchina diventa d’epoca: i requisiti

Si può iniziare dalla definizione di auto d’epoca, racchiusa nell’articolo 60 (comma 2) del Codice della strada:

“i motoveicoli e gli autoveicoli cancellati dal PRA perché destinati alla loro conservazione in musei o locali pubblici e privati, ai fini della salvaguardia delle originarie caratteristiche tecniche specifiche della casa costruttrice, e che non siano adeguati nei requisiti, nei dispositivi e negli equipaggiamenti alle vigenti prescrizioni stabilite per l’ammissione alla circolazione. Tali veicoli sono iscritti in apposito elenco presso il Centro storico del Dipartimento per i trasporti terrestri”.

Questo breve testo dice molto su quali siano i requisiti di un’auto d’epoca, ai quali si aggiungono altre caratteristiche previste da ulteriori previsioni normative. Facendo una sintesi generale, è possibile affermare che una macchina d’epoca è tale quando:

  • appartiene a un modello che è stato inserito da almeno 30 anni nel registro ASI;
  • ha almeno 20 anni di età;
  • è in buono stato di conservazione;
  • è perfettamente conforme alla fattura originale (di conseguenza, il proprietario deve possedere il relativo certificato di conformità);
  • è stata cancellata dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA);
  • è iscritta ad un registro storico.

Leggi anche i requisiti per le auto storiche

Quanto costano bollo e assicurazione per un’auto d’epoca?

Una volta accertati questi requisiti, si può affermare di avere un’auto d’epoca. A questo punto, però, può sorgere un’ulteriore domanda: di quali benefici gode il proprietario di una vettura d’epoca? La prima risposta è senza dubbio il piacere di guidare una macchina che ha fatto la storia e che ha un fascino davvero unico. Al di là dei (sempre validi) motivi romantici, però, ci sono anche ragioni più concrete per far riconoscere la propria auto come macchina d’epoca. Si tratta soprattutto di vantaggi economici e fiscali, relativi al bollo auto e all’assicurazione. Il primo non è dovuto mentre la seconda può essere sottoscritta a tariffe molto agevolate. Al contempo, però, l’auto storica è soggetta a una specifica tassazione di proprietà, pari a circa 30 euro l’anno.

Le auto d’epoca possono circolare?

Ai vantaggi fiscali fanno da contraltare le limitazioni di circolazione. Chi possiede un’auto d’epoca, infatti, non può andarci in giro per strada come e quando vuole. La circolazione di questo tipo di autovettura è limitata alla sola partecipazione a sfilate, gare e raduni, previo rilascio di una specifica autorizzazione., valida solo per la località e il percorso indicati. Per il resto del tempo, le macchine d’epoca devono starsene ben protette in un garage privato o in bella mostra in un museo. E questa è la differenza maggiore rispetto alle auto di interesse storico o da collezione, che invece possono circolare liberamente, sempre che rispettino le caratteristiche richieste per qualsiasi vettura.

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corsi guida sportiva

Guida sportiva: cos’è e come funzionano i corsi per impararla

Imparare la guida sportiva è il sogno di ogni amante dei motori. Un modo per imitare i piloti professionisti, che sanno controllare le loro vetture in tutte le condizioni, usando al meglio il loro potenziale. La guida sportiva è una vera e propria arte che si può apprendere anche solo per dare sfogo alla propria passione.

Chi ha la passione per le auto lo sa: guidare è un’arte. O almeno, lo è per chi interpreta la guida come un vero e proprio incontro con tutta la bellezza e la potenza di un’automobile. Ecco perché, i veri amanti delle auto non si accontentano di mettere nel portafogli la patente di guida (magari una classica B) ma aspirano ad apprendere le tecniche e i segreti dei piloti professionisti, iscrivendosi ai corsi di guida sportiva. Ma di cosa si tratta precisamente? E come funzionano?

Cosa si intende per guida sportiva

La definizione di guida sportiva non è molto difficile. Con questa terminologia, infatti, si indica l’insieme di quelle tecniche di guida che vengono attuate dai piloti professionisti. La guida sportiva è strettamente connessa con la guida sicura, anche se si tratta di due diverse modalità di condurre le macchine. L’analogia sta nel fatto che la vera qualità di un pilota sta nel saper spingere al limite la propria automobile, senza però mettere a repentaglio la propria vita. Guidare in modo sportivo, quindi, significa saper sfruttare al meglio le potenzialità del proprio bolide ma anche riuscire a gestire gli imprevisti e a tenere sempre tutto sotto controllo. Ovviamente, all’interno dell’ampio contenitore della guida sportiva ci sono poi diverse tecniche che ne costituiscono l’ossatura: dalla posizione di guida all’accelerazione, dalla frenata alla gestione delle curve. Sembrano aspetti banali, che chi guida in città applica tutti i giorni, ma se declinati al volante di un’auto sportiva diventano molto più complessi. D’altra parte, quello del pilota è un mestiere che non si improvvisa, ma che si può imparare.

Corsi di guida sportiva: come funzionano

E per impararlo ci sono dei percorsi appositi, denominati proprio corsi di guida sportiva. Sono quelli che danno accesso alla professione di pilota di auto? No, perché per diventare professionisti bisogna seguire un altro iter (leggi qui). Però questi corsi danno la possibilità a tanti appassionati di cimentarsi con le tecniche eseguite in pista dai loro beniamini. Di corsi di guida sportiva ce ne sono moltissimi, organizzati da enti, associazioni e aziende private, oltre che dall’ACI. Anche l’Autodromo Nazionale Monza ne ospita alcuni. Solitamente, si tratta di pacchetti in formula full immersion, che si chiudono in una giornata e comprendono sia una parte teorica che, naturalmente, un’esercitazione pratica in pista. Un’ottima idea regalo per chi ama i motori.

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serie tv per amanti di motori

Serie TV per amanti dei motori: cosa guardare su Netflix, Amazon Prime e Disney+

Di serie televisive per chi è appassionato di auto e moto ce ne sono davvero tante. Netflix, Amazon Prime e Disney+ hanno un’ampia offerta, che spazia dai telefilm ai documentari, dai reality ai cartoni animati. Di seguito, tre proposte per ciascuna piattaforma: una selezione minima di serie tv che un amante dei motori non dovrebbe davvero perdere.

Sei un appassionato di motori ma anche di serie TV? Ti piace passare la serata sul divano, pescando dal catalogo di Netflix, Amazon Prime e Disney+ proposte che ti catapultino nel mondo di auto e moto? Allora, questo articolo fa al caso tuo: tre serie tv imperdibili per ciascuna piattaforma, tutte ricche di adrenalina e bolidi che sfrecciano ad alta velocità. Buona visione!

Preferisci un libro? Ecco gli imperdibili per chi ama le auto

Serie TV automobilistiche da vedere su Netflix

Partiamo da Netflix, la piattaforma “regina” delle serie TV. L’offerta tematica dedicata a chi ama i motori e le emozioni forti è piuttosto nutrita e ben diversificata. Scegliere non è facile e c’è il rischio di perdersi sfogliando il lungo catalogo. Ecco tre segnalazioni che difficilmente deludono.

Formula 1 Drive tu survive. Serie in 4 stagioni, prodotta nel 2019, racconta il dietro le quinte dei Mondiali di Formula 1, visti con gli occhi di piloti, manager e proprietari delle scuderie. Un viaggio immersivo nel fantastico mondo della massima serie automobilistica, per sognare ad occhi aperti.

John DeLorean: mito e magnate. Un documentario che narra la storia di John DeLorean, inventore dell’iconica automobile, celebrata anche dal film Ritorno al Futuro. Un racconto che non nasconde nulla, muovendosi veloce tra le luci e le ombre, l’ascesa e il declino, di un’esistenza fatta di genio e illegalità.

Fast & Furious: piloti sotto copertura. Chi pensa che i film di animazione siano cose da bambini, qui dovrà ricredersi. Tony Toretto e la sua banda, infatti, si trasformano in cartoni animati ma continuano a dare spettacolo a grandi e piccini. Una visione consigliata per passare qualche ora in allegria.

Serie TV automobilistiche da vedere su Amazon Prime

Passiamo al catalogo del colosso della famiglia Amazon. Anche Prime offre agli appassionati di motori una vasta scelta di serie TV a tema motoristico. Le proposte più interessanti, però, vengono dal mondo dei documentari e dei reality, più che da quello della fiction.

Le Mans – Correre è tutto. La mitica 24 Ore di Le Mans è la vera protagonista di questa docu-serie che ne celebra il carattere eccessivo e sopra le righe, con coinvolgenti riprese in 4k e la possibilità di guardare dietro le quinte di sei scuderie in competizione.

The Grand Tour. Uno show poliedrico capace di mescolare ritmo e comicità, motori e amicizia. Quattro stagioni dai sapori forti, per indagare tutte le molteplici sfaccettature della parola avventura, senza porsi limiti.

Moto GP Unlimited. Una docu-serie nuova di zecca, che catapulta lo spettatore nel circo sportivo e mediatico del Mondiale di Moto GP. Davanti all’occhio attento delle telecamere, però, non finiscono solo le gare ma anche le vite quotidiane dei piloti, in preparazione per le sfide in pista.

Serie TV automobilistiche da vedere su Disney+

Infine, tocca a Disney+. Il nome evoca produzioni per bambini, ma chi è abbonato sa bene che non è così. La piattaforma, infatti, ospita tantissime produzioni per adulti e punta molto sui documentari. Ed anche sul tema motori c’è molto da guardare.

Supercar. Non una sola docu-serie ma ben tre, tutte firmate National Geographic. La capostipite è Supercar - Macchine da sogno, che racconta le gesta di una squadra di meccanici capaci di assemblare macchine incredibili. In Supercar – Duello in velocità, invece, si vira verso il reality e il focus è nella sfida tra la pilota professionista Shane Lynch e il team di meccanici: la prima alla guida di una Supercar i secondi chiamati a batterla con una macchina assemblata con pezzi da discarica. Infine, Supercar – I grandi miti si propone come un viaggio nel tempo, alla scoperta di come vengono costruite le auto più straordinarie del mondo.

I maghi del garage. Anche in questo reality, i veri protagonisti sono dei meccanici. Stavolta, però, non assemblano Supercar ma ridanno vita ad auto classiche che rischiano di essere trasformate in rottami dai loro proprietari. Una missione da veri eroi.

Preferisci un film? Ecco i migliori per chi ama i motori


Guida sicura, un corso per diventare piloti responsabili

Frequentare un corso di guida sicura per imparare a stare al volante in modo responsabile è un’ottima idea. L’importante, però, è avere ben chiaro cosa significa guida sicura e quali sono le caratteristiche che un corso deve avere per essere davvero utile. Ecco qualche consiglio per futuri piloti con la testa sulle spalle.

Avere la patente in tasca non significa essere bravi guidatori. Allo stesso modo, essere tecnicamente capaci al volante non implica necessariamente che si è in grado di portare la macchina o la moto in modo sicuro. Capita spesso, infatti, di incontrare persone eccezionalmente capaci di dominare la propria autovettura, magari anche sfrecciando ad alta velocità o in condizioni sfavorevoli, però, proprio per questo eccesso di confidenza, attuano comportamenti davvero poco sicuri, sia per sé stessi che per eventuali passeggeri o fruitori della strada. Guida sicura, quindi, è un concetto ben diverso da guida sportiva o da abilità al volante, e per attuarla non bisogna essere piloti professionisti. Non a caso, esistono dei veri e propri corsi teorico-pratici per imparare a guidare in modo sicuro, aperti a chiunque abbia la patente.

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Cosa si intende per guida sicura

Per essere più precisi, nella definizione di guida sicura si ricomprendono una pluralità di capacità. Alcune hanno a che fare con aspetti tecnici della guida automobilistica o motociclistica, altre, invece, con particolari abilità cognitive. In sintesi, guida sicura significa:

  • Capacità di controllare il veicolo in situazioni di scarsa aderenza con il manto stradale (come nel caso di asfalto bagnato o coperto di ghiaccio)
  • Capacità di controllare il veicolo in situazioni di scarsa visibilità (nebbia, pioggia forte e simili)
  • Capacità di prevenire i pericoli e di comportarsi in modo da evitarli o superarli
  • Capacità di autovalutare la propria capacità di guida (tralasciando di mettersi al volante se troppo stanchi o non perfettamente lucidi)

Come funziona e quanto costa un corso di guida sicura

Per apprendere i fondamenti della sicurezza al volante, il modo migliore è frequentare un corso di guida sicura. Sul mercato ce ne sono molti, alcuni anche organizzati ufficialmente dall’ACI, presso diverse sedi. Anche l’Autodromo Nazionale Monza ospita di frequente eventi dedicati alla guida sicura. Però, per scegliere il corso giusto e non farsi attrarre solo dalla pubblicità, bisogna prestare attenzione al programma, che deve mescolare in modo equilibrato sia lezioni teoriche che esercitazioni pratiche. Inoltre, un serio corso di guida sicura deve comprendere concetti base provenienti da vari ambiti: fisica del movimento, fisica dei materiali, elettronica, sociologia, psicologia. Solo un approccio multidisciplinare, infatti, può dare quella panoramica completa dell’automobile (o della motocicletta) e di sé stessi che è necessaria per guidare in sicurezza.

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prova su strada

Test drive, una prova fondamentale prima di acquistare un’auto

Con i test drive, le concessionarie di auto danno la possibilità ai clienti di testare l’auto che vogliono acquistare mediante una prova su strada. Il test drive, quindi, è un passaggio fondamentale nella scelta di una nuova automobile, perché permette di conoscerne le caratteristiche di guida e di capire se ci si trova a proprio agio al volante. Ma come funziona praticamente un test drive? Quanto dura? Ha un costo? Un approfondimento per saperne di più.

Acquistare un’auto nuova (ma anche usata), soprattutto per chi è appassionato di motori, rappresenta davvero un momento cruciale. C’è da decidere la casa automobilistica e poi il modello e altri mille particolari che renderanno unica la macchina che uscirà dalla concessionaria. Al di là dei dettagli più o meno importanti, ciò che davvero conta quando ci si accinge ad un acquisto così speciale è capire la guidabilità della nuova auto. Guidare, infatti, non è una questione meramente tecnica, ma una matassa di emozione e razionalità, di gesti da fare meccanicamente e di vibrazioni che si avvertono a pelle. Allora, per fugare ogni dubbio, meglio prenotare un bel test drive.

Cos’è un test drive

Letteralmente, la locuzione inglese test drive si traduce in “prova di guida”, meglio detta anche “prova su strada”. In realtà, però, indagando a fondo nell’uso che il settore motoristico fa dei due termini emerge qualche differenza. La formula “prova su strada”, infatti, viene di solito usata dalle testate giornalistiche che si occupano specificamente di motori per segnalare le rubriche dedicate alle recensioni delle auto nuove, fatte dopo una prova di guida che avviene appunto “su strada”. Il test drive, invece, si riferisce alla possibilità che le concessionarie di automobili danno ai potenziali clienti di saggiare la macchina che intendono comprare, facendo un breve giro di prova. Infine, in alcuni casi, prendono il nome di test dive anche gli eventi durante i quali si ha l’occasione di guidare celebri automobili, come Ferrari o Lamborghini, anche all’interno di circuiti ufficiali. Esperienze adrenaliniche molto simili ai track days, che si svolgono anche presso l’Autodromo Nazionale Monza

Scopri di più sui Track Days

Come funziona e come si svolge il test drive in concessionaria

Tornando però a parlare di test drive nella sua accezione classica, è interessante conoscerne il funzionamento, che segue un copione pressoché standard, con qualche variazione a seconda della concessionaria che lo realizza. Di solito, si tratta di attività organizzate su appuntamento, a cui prendono parte il cliente, che si mette alla guida, e il consulente dell’autosalone, che occupa il posto passeggero e indica il tragitto da seguire. La prova, infatti, avviene su strada pubblica aperta al traffico, nei pressi della concessionaria. È bene precisare che, in caso di incidente, si è comunque coperti dall’assicurazione del rivenditore.

Quanto dura?

La durata del test drive è variabile, ma di solito oscilla tra i 20 e i 30 minuti, un tempo adeguato per dare la possibilità al futuro acquirente di capire che sensazioni riceve dalla macchina mentre guida e per prendere dimestichezza con gli spazi e i comandi.

Quanto costa?

Essendo finalizzato all’acquisto dell’automobile, la concessionaria ha tutto l’interesse a concedere il test drive al potenziale cliente. Per questo motivo, di norma, questo tipo di prova su strada è totalmente gratuito. Anzi, alcuni autosaloni, organizzano periodici eventi di test drive per far provare le auto a chiunque fosse interessato.

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Normativa sulle auto storiche: ecco come funziona, tra requisiti e vantaggi

Per la normativa italiana, auto storiche e auto d’epoca sono la stessa cosa? Quali requisiti deve avere un veicolo per essere qualificato come automobile di valore storico e collezionistico? Di quali vantaggi beneficia una macchina certificata come storica? Di seguito, un approfondimento per orientarsi meglio nell’affascinante mondo vintage delle auto che hanno fatto la storia.

Il fascino di un’automobile non svanisce con il passare del tempo, soprattutto se la si cura con passione e attenzione. Le auto storiche, infatti, conservano una bellezza unica, anche perché sono testimonianza indelebile del periodo in cui sono state concepite. Possedere un’auto dal valore storico, quindi, è un vero privilegio, che chi ama le macchine sa apprezzare. Tra l’altro, proprio per la loro importanza, che trascende la valutazione economica, le auto storiche sono soggette a una normativa particolare, che riconosce ai loro proprietari alcuni vantaggi fiscali. Per potervi accedere, però, è necessario che l’auto possieda determinati requisiti.

Leggi la storia dell’Autodromo di Monza

Quando un’automobile diventa auto storica: i requisiti

È la legge, infatti, a indicare quali sono le caratteristiche che un veicolo deve avere per potersi definire storico. In particolare, la norma che viene in rilievo è l’articolo 60 del Codice della strada che disciplina due tipologie di veicoli: le auto d’epoca e le auto di interesse storico e collezionistico (che spesso vengono confuse tra loro). Secondo questa disposizione:

Rientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l'iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI”.

Il Codice della strada, però, non è molto esaustivo sotto il profilo dei requisiti che servono per veder certificato l’interesse storico e collezionistico di un’auto e quindi ottenere l’inserimento nei registri citati. L’indicazione di tali requisiti, però, può essere reperita altrove, come ad esempio nei regolamenti dell’Automotoclub Storico italiano (ASI). Un’auto è storica se:

  • sono passati almeno 20 anni dalla sua immatricolazione;
  • ha carrozzeria, telaio e motore conformi all’originale;
  • è in buono stato.

Pillole di Mille Miglia, la corsa più bella del mondo

I vantaggi di un’auto storica: cosa si può fare e cosa non si può fare

Una volta che l’auto storica è stata certificata come tale, può accedere alla normativa che la riguarda e anche ai relativi vantaggi fiscali. Per quanto riguarda la possibilità di circolazione su strada, la norma di riferimento è sempre l’articolo 60 del Codice della strada:

I veicoli di interesse storico o collezionistico possono circolare sulle strade purché posseggano i requisiti previsti per questo tipo di veicoli, determinati dal regolamento.

Le auto storiche, quindi possono essere utilizzate, tranne che per attività professionali o commerciali. Questa è la maggior differenza rispetto alle auto d’epoca, che, al contrario, non possono circolare.

Per quanto riguarda i vantaggi fiscali, sono stati parzialmente ridotti dalla legge di stabilità del 2015. Fino a quella data, infatti, tutte le auto storiche beneficiavano di notevoli riduzioni dei costi del bollo e della polizza di assicurazione. Vantaggi che ora sono riservati alle sole auto storiche con più di 30 anni. Nello specifico, tali benefici si concretizzano:

  • nel pagamento di un bollo in misura ridotta e solo se si sceglie di far circolare la macchina;
  • nel pagamento di una polizza assicurativa molto vantaggiosa perché con classe di merito fissa.

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Drifting in auto, una manovra adrenalinica da veri professionisti

Il drifting è una delle manovre automobilistiche più adrenaliniche e spettacolari. Se non si sa eseguire un drift alla perfezione, però, l’impresa può risultare piuttosto pericolosa, perché si perde il controllo dell’auto. Ecco perché il drifting è considerato un gesto da veri professionisti dell’automobilismo. Non a caso, esistono delle competizioni sportive per campioni di drifting.

Velocità e manovre adrenaliniche. Sono questi i due ingredienti principali che decretano il successo dell’automobilismo, a qualsiasi livello. Per gli amanti delle macchine e della guida, poche cose sono più eccitanti di un bolide che si lancia a tutta velocità sull’asfalto di una pista o che si avventura in sorpassi e manovre azzardate. Ed il drifting è senza dubbio una delle esibizioni di talento più spettacolari che ci siano nel mondo delle quattro ruote. Una manovra che ha dato vita anche a una vera e propria disciplina sportiva e che è stata consacrata cinematograficamente dalla serie di film di Fast & Furious. Quindi merita di essere conosciuta meglio.

Macchine e cinema: i film imperdibili

Che cosa significa “drifting”?

La traduzione letterale in italiano del termine inglese drifting è “alla deriva”. Infatti, nella manovra di drifting, l’auto sembra proprio andare alla deriva, perché il pilota perde volontariamente il controllo della parte posteriore e gestisce tutta la macchina con le sole ruote anteriori. Per questo motivo, è detta anche sbandata controllata o, in modo più gergale, derapata. Da fuori, l’effetto che si vede è spettacolare e adrenalinico: l’auto da corsa sembra scivolare fuori pista, per poi recuperare il controllo e tornare a sfrecciare rapidamente, avendo conservato gran parte della sua velocità. Si tratta di una manovra molto amata nei rally, per affrontare le curve senza utilizzare troppo il freno. Negli anni, poi, sono state istituite vere e proprie competizioni sportive di drifting, in cui vince chi è più preciso nell’eseguire la manovra e si avvicina il più possibile ad un ostacolo senza abbatterlo. Inoltre, il drifting è ampiamente utilizzato anche negli spettacoli con auto, come quelli proposti da stunt-man professionisti all’interno di parchi a tema e rassegne.

Come fare una manovra di drifting in auto

A tanta spettacolarità corrisponde una notevole difficoltà di esecuzione. Fare un drifting correttamente, infatti, non è semplice. Esistono diverse tecniche, che differiscono tra loro soprattutto nella prima parte della manovra, quella che serve ad innescare il drift. La più semplice è quella che prevede l’uso del freno a mano, che viene tirato con un colpo deciso quando si è raggiunta in velocità la curva; poi si inizia a controsterzare e si riprende ad accelerare. Una variante di questa tecnica è il cosiddetto blocco del ponte, in cui al posto del freno a mano, si utilizza il freno normale, scalando la marcia e lasciando di colpo la frizione una volta che si è impostata la curva. La tecnica più professionale, però, è il pendolo, che associa una brusca frenata con una decisa controsterzata, effettuate con l’auto lanciata in curva ad alta velocità. È bene precisare che, vista la sua pericolosità, il drifting deve essere eseguito solamente in pista o in luoghi ampi e deserti, dove non ci siano né persone ne ostacoli di alcun tipo. Inoltre, si deve essere consapevoli che la manovra comporta un notevole consumo degli pneumatici.

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Le migliori macchine per fare drifting

In linea generale, per poter realizzare una manovra di drifting è necessario mettersi al volante di un’auto a trazione posteriore. Con le macchine a trazione anteriore, infatti, si rischia di riuscire a fare al massimo un testacoda più o meno spettacolare, che è cosa ben diversa dalla sbandata controllata. Anche tra le auto a trazione posteriore, però, non tutte sono efficaci nel drifting. Non a caso, nelle competizioni ufficiali si utilizzano automobili progettate appositamente per questa specialità, spesso derivate da modelli di auto da strada.

Le competizioni di drifting sportivo

D’altra parte, la creazione di modelli di macchine ad hoc è la naturale conseguenza della trasformazione del drifting in una specialità sportiva. Il precursore del settore, negli anni ’70, è stato il pilota giapponese Keiichi Tsuchiva, considerato il padre del drifting moderno, nato in seno al Japanese Touring Car Championship. Con il passare dei decenni, il numero delle competizioni si è moltiplicato, anche fuori dai confini giapponesi, che però rimane il territorio con più appuntamenti di rilievo. Si tratta di gare in cui, come già accennato, viene valutata la capacità dei piloti di eseguire correttamente il drifting e la loro precisione, secondo rigidi criteri di giudizio. A livello mondiale, le competizioni più blasonate sono il D1 Gran Prix (Giappone) e la Formula Drift (USA e Giappone). Molto apprezzato dai piloti anche il Drift Masters European Championship. In Italia, invece, la gara più importante è il Campionato Italia Drifting, diviso in tre categorie: racing Pro, Racing Pro 2 e Street Open.

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