Visitare Monza con i bambini, 3 consigli per divertirli (e divertirsi)
Cosa si può fare e cosa si può vedere a Monza con i bambini? La città brianzola è ricca di opportunità per far divertire i più piccoli e fargli scoprire cose nuove. Tre mete, però, sono davvero imperdibili quando si visita Monza con dei bambini: l’Autodromo Nazionale, la Villa Reale e i Musei Civici.
Monza e la Brianza sono mete turistiche perfette per le famiglie con bambini. Infatti, accanto alle bellezze artistiche e naturali, di cui il territorio è ricco, sono molte anche le attrazioni pensate per i più piccoli. In realtà, già una semplice passeggiata per il centro storico monzese o una visita al Duomo e al suo Tesoro sono attività che incuriosiscono e divertono i bambini, così come gli adulti. Però, se si vuole andare a colpo sicuro e lasciarli a bocca aperta, nel proprio itinerario di viaggio vanno sicuramente inserite questi tre luoghi: l’Autodromo Nazionale Monza, la Villa Reale e il suo Parco, i Musei Civici.
Autodromo Nazionale Monza, velocità formato famiglia
A Monza, l’Autodromo è una sorta di istituzione cittadina, un simbolo conosciuto in tutto il mondo come il Tempio della Velocità. Ogni anno, migliaia di persone lo visitano o prendono parte alle numerose manifestazioni sportive che ospita, tra cui il Gran Premio d’Italia di Formula 1. Un luogo magico che sui bambini esercita un fascino davvero particolare, grazie alla sua bellezza e all’indiscutibile capacità attrattiva delle auto e dei campioni che lo attraversano. Ciò che più conta, però, è che l’Autodromo è davvero un’attrazione turistica formato famiglia, che può essere vissuta anche da chi non è appassionato di motori. Le possibilità di divertimento, infatti, sono molteplici: dalle pedalate in bicicletta ai tour guidati che portano grandi e piccoli alla scoperta di tutti i segreti della struttura.
Scopri la storia dell’Autodromo Nazionale Monza
Parco di Monza, divertimento assicurato per bambini di ogni età
Se c’è un luogo a Monza davvero a dimensione di bambini, questo è probabilmente il Parco annesso alla Villa Reale. Si tratta di un’area verde pressoché unica nel suo genere, il parco recintato più grande d’Europa, capace di far invidia alla più blasonata Reggia di Versailles. Visitare la Villa e i suoi Giardini è sicuramente una delle prime cose da fare quando si passa per Monza; anche i più piccoli ne rimarranno affascinati. Ciò che davvero fa impazzire di gioia i bambini, però, è la libertà e il divertimento che possono assaporare scorrazzando per il magnifico parco, saltando da un’attrazione all’altra: sentieri immersi nel verde (come quello degli gnomi o quello delle streghe), parco avventura, il giro sul trenino e molto altro.
Scopri di più sul Parco di Monza e sulla Villa Reale
Musei Civici
I Musei Civici sono un altro piccolo gioiello di Monza, meno noti di altri monumenti cittadini ma ugualmente significativi. Si trovano in pieno centro storico e offrono un ricco catalogo di mostre permanenti ed esposizioni temporanee, che incontrano i gusti di grandi e piccoli. Allo stesso tempo, però, la proposta dei Musei Civici di Monza è ricca di iniziative dedicate ai bambini, con laboratori creativi per tutte le età. Per trovare la più adatta, è sufficiente consultare il sito ufficiale.
Viaggio a Monza? Diventa pilota per un giorno
Drifting in auto, una manovra adrenalinica da veri professionisti
Il drifting è una delle manovre automobilistiche più adrenaliniche e spettacolari. Se non si sa eseguire un drift alla perfezione, però, l’impresa può risultare piuttosto pericolosa, perché si perde il controllo dell’auto. Ecco perché il drifting è considerato un gesto da veri professionisti dell’automobilismo. Non a caso, esistono delle competizioni sportive per campioni di drifting.
Velocità e manovre adrenaliniche. Sono questi i due ingredienti principali che decretano il successo dell’automobilismo, a qualsiasi livello. Per gli amanti delle macchine e della guida, poche cose sono più eccitanti di un bolide che si lancia a tutta velocità sull’asfalto di una pista o che si avventura in sorpassi e manovre azzardate. Ed il drifting è senza dubbio una delle esibizioni di talento più spettacolari che ci siano nel mondo delle quattro ruote. Una manovra che ha dato vita anche a una vera e propria disciplina sportiva e che è stata consacrata cinematograficamente dalla serie di film di Fast & Furious. Quindi merita di essere conosciuta meglio.
Macchine e cinema: i film imperdibili
Che cosa significa “drifting”?
La traduzione letterale in italiano del termine inglese drifting è “alla deriva”. Infatti, nella manovra di drifting, l’auto sembra proprio andare alla deriva, perché il pilota perde volontariamente il controllo della parte posteriore e gestisce tutta la macchina con le sole ruote anteriori. Per questo motivo, è detta anche sbandata controllata o, in modo più gergale, derapata. Da fuori, l’effetto che si vede è spettacolare e adrenalinico: l’auto da corsa sembra scivolare fuori pista, per poi recuperare il controllo e tornare a sfrecciare rapidamente, avendo conservato gran parte della sua velocità. Si tratta di una manovra molto amata nei rally, per affrontare le curve senza utilizzare troppo il freno. Negli anni, poi, sono state istituite vere e proprie competizioni sportive di drifting, in cui vince chi è più preciso nell’eseguire la manovra e si avvicina il più possibile ad un ostacolo senza abbatterlo. Inoltre, il drifting è ampiamente utilizzato anche negli spettacoli con auto, come quelli proposti da stunt-man professionisti all’interno di parchi a tema e rassegne.
Come fare una manovra di drifting in auto
A tanta spettacolarità corrisponde una notevole difficoltà di esecuzione. Fare un drifting correttamente, infatti, non è semplice. Esistono diverse tecniche, che differiscono tra loro soprattutto nella prima parte della manovra, quella che serve ad innescare il drift. La più semplice è quella che prevede l’uso del freno a mano, che viene tirato con un colpo deciso quando si è raggiunta in velocità la curva; poi si inizia a controsterzare e si riprende ad accelerare. Una variante di questa tecnica è il cosiddetto blocco del ponte, in cui al posto del freno a mano, si utilizza il freno normale, scalando la marcia e lasciando di colpo la frizione una volta che si è impostata la curva. La tecnica più professionale, però, è il pendolo, che associa una brusca frenata con una decisa controsterzata, effettuate con l’auto lanciata in curva ad alta velocità. È bene precisare che, vista la sua pericolosità, il drifting deve essere eseguito solamente in pista o in luoghi ampi e deserti, dove non ci siano né persone ne ostacoli di alcun tipo. Inoltre, si deve essere consapevoli che la manovra comporta un notevole consumo degli pneumatici.
Track Days dell’Autodromo Nazionale Monza: vivi l’adrenalina di un vero pilota
Le migliori macchine per fare drifting
In linea generale, per poter realizzare una manovra di drifting è necessario mettersi al volante di un’auto a trazione posteriore. Con le macchine a trazione anteriore, infatti, si rischia di riuscire a fare al massimo un testacoda più o meno spettacolare, che è cosa ben diversa dalla sbandata controllata. Anche tra le auto a trazione posteriore, però, non tutte sono efficaci nel drifting. Non a caso, nelle competizioni ufficiali si utilizzano automobili progettate appositamente per questa specialità, spesso derivate da modelli di auto da strada.
Le competizioni di drifting sportivo
D’altra parte, la creazione di modelli di macchine ad hoc è la naturale conseguenza della trasformazione del drifting in una specialità sportiva. Il precursore del settore, negli anni ’70, è stato il pilota giapponese Keiichi Tsuchiva, considerato il padre del drifting moderno, nato in seno al Japanese Touring Car Championship. Con il passare dei decenni, il numero delle competizioni si è moltiplicato, anche fuori dai confini giapponesi, che però rimane il territorio con più appuntamenti di rilievo. Si tratta di gare in cui, come già accennato, viene valutata la capacità dei piloti di eseguire correttamente il drifting e la loro precisione, secondo rigidi criteri di giudizio. A livello mondiale, le competizioni più blasonate sono il D1 Gran Prix (Giappone) e la Formula Drift (USA e Giappone). Molto apprezzato dai piloti anche il Drift Masters European Championship. In Italia, invece, la gara più importante è il Campionato Italia Drifting, diviso in tre categorie: racing Pro, Racing Pro 2 e Street Open.
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Mille Miglia, la corsa più bella del mondo raccontata in pillole
Storia e curiosità sulla Mille Miglia, la corsa automobilistica che si è trasformata in gara per auto d’epoca, senza perdere il suo fascino. Una competizione suggestiva, che si soda tra Brescia e Roma, lungo un percorso di circa 1600 chilometri attraverso il centro Italia.
Mille Miglia è forse uno dei nomi più evocativi che c’è nell’automobilismo, soprattutto in Italia. È entrato nel linguaggio comune come simbolo di una gara dai contorni epici, una corsa che mescola alla perfezione spirito sportivo, passione per i motori e stravaganza. Non a caso, la Mille Miglia è considerata una delle corse più belle del mondo ed ogni anno attira centinata di piloti e appassionati da tutto il mondo. Ma come è nato questo celebre appuntamento? Come si è evoluto negli anni? Quali curiosità nasconde?
La storia della Mille Miglia: ieri e oggi
La cosa migliore da fare per raccontare la Mille Miglia è partire dalla sua storia, che ne costituisce un elemento caratterizzante. La vita di questa corsa automobilistica può essere divisa in due grandi fasi: quella della gara vera e propria e quella della rievocazione storica. La prima fase va dal 1927, data dell’edizione di esordio, al 1957 (con due pause, nel 1939 e tra il 1941 e il 1946). In questi anni la Mille Miglia si caratterizza come una corsa automobilistica di gran fondo, che inizia e finisce a Brescia, attraversando lungo il tragitto di circa 1600 chilometri (equivalenti a 100 miglia imperiali) gran parte del centro Italia, fino a Roma. L’idea di organizzarla nasce da una protesta legata alla mancata assegnazione alla città di Brescia del Gran Premio d’Italia di Formula 1, andato invece a Monza e al suo Autodromo Nazionale. Una delusione da cui è nata una storia fantastica. La seconda vita della Mille Miglia, invece, è iniziata nel 1977 e continua ancora oggi. L’evento si è trasformato in una gara di regolarità storica a tappe, che vede sfilare affascinanti macchine d’epoca lungo un tragitto che ripercorre l’idea originale e va da Brescia a Roma e ritorno. L’obiettivo è completarlo in un tempo prestabilito, senza anticipare e senza ritardare.
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7 cose da sapere sulla Mille Miglia
Già da questi brevi cenni storici è possibile intuire l’unicità della Mille Miglia, che da semplice corsa automobilistica è stata capace di trasformarsi in mito. Per conoscerla ancora meglio, ecco sette cose che bisogna assolutamente sapere.
Chi l’ha inventata
Gli ideatori della Mille Miglia sono stati Giovanni Canestrini, Franco Mazzotti, Aymo Maggi e Renzo Castagneto, ribattezzati “i quattro moschettieri”. Di questo poker d’assi, però, il più attivo promotore della corsa è stato sicuramente Castagneto, allora presidente dell’Automobile Club Italia di Brescia.
Da dove parte e dove arriva
Come detto, la Mille Miglia prende il via a Brescia, dove è fissato anche l’arrivo. Per la città lombarda, la corsa è un simbolo storico di gran pregio, un evento attorno al quale tutta la città i colora e si anima. Il core pulsante di tutta la manifestazione, fin dai primissimi anni, è Piazza Vittoria.
Qual è il percorso di gara
Il percorso della Mille Miglia subisce delle piccole variazioni ad ogni edizione, andando a toccare diverse località del centro Italia. Gli inamovibili punti fissi però sono la lunghezza, che deve aggirarsi intorno al 1600 chilometri, cioè mille miglia imperiali, e il passaggio per Roma.
Quali auto storiche possono partecipare
All’attuale versione della Mille Miglia possono partecipare solo auto storiche prodotte entro il 1957 e di cui almeno un esemplare abbia preso parte o sia stato iscritto alla Mille Miglia originale.
Quante macchine partecipano
Non c’è un numero minimo o massimo di partecipanti ammessi. Il record d vettura presenti al via è stato registrato nel 2017, in occasione della corsa che celebrava il 90° anniversario della prima edizione della Mille Miglia.
Come e cosa si vince
Trattandosi di una gara di regolarità, il primo premio va a chi si discosta meno dal tempo di percorrenza stabilito. Arrivare in anticipo o in ritardo, infatti, comporta l’assegnazione di penalità. Chi colleziona meno penalità è il vincitore e si aggiudica il primo premio, simbolico ma molto prestigioso: una coppa che riproduce fedelmente quella della Mille Miglia classica.
Quando si svolgerà la Mille Miglia 2022
L’edizione 2022 della Mille Miglia sarà la numero 40 da quando la corsa è rinata come gara di auto storiche. La competizione si svolgerà dal 15 al 18 giugno. Nella prima tappa, i concorrenti partiranno da Brescia e arriveranno a Cervia – Milano marittima; nella seconda tappa attraverseranno il centro Italia, con passaggio a San Marino e a Norcia e approdo a Roma; nella terza, invece, risaliranno verso nord attraverso la Toscana, fino a raggiungere Parma; infine, nella quarta disputeranno delle prove nel circuito di varano de’ Melegari, per poi raggiungere l’Autodromo Nazionale Monza via Salsomaggiore e Pavia.
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Cosa vedere in Brianza (oltre a Monza): 5 consigli per non perdersi
Ci sono molte cose da fare e da vedere in Brianza, cuore della Lombardia. Oltre a Monza, infatti, la zona custodisce un patrimonio storico, artistico e naturalistico di inestimabile valore. Dall’Adda ai laghi briantei, da Montevecchio a Seregno, passando per luoghi di pregio indiscusso come il palazzo Arese Borromeo. In questo articolo, una breve guida per turisti della Brianza da non perdere.
L’Italia è costellata di luoghi ricchi di storia, di arte e di bellezze paesaggistiche. Alcuni sono molto noti e raccontati ovunque. Altri, invece, conquistano raramente la ribalta, ma non sono meno suggestivi. La Brianza è tra questi ultimi, anche se un numero sempre crescente di turisti la sceglie come meta di viaggi brevi o vacanze più lunghe. Questa storica zona della Lombardia, infatti, offre a chi la visita una pluralità di cose da fare e da vedere. Itinerari adatti a tutte le esigenze e ai diversi gusti, che permettono di scoprire un territorio dalla lunga e gloriosa storia. Monza è senza dubbio l’attrazione principale della Brianza, ma intorno alla storica città ci sono molti altri luoghi imperdibili. La lista che segue ne elenca cinque, senza la pretesa di essere esaustiva. A Monza, invece, sono dedicati degli articoli a parte, vista la sua importanza:
L’Adda, il traghetto Leonardo e l’ecomuseo
Il fiume Adda è uno dei simboli della Brianza e non si può visitare questa zona senza dedicargli un po’ di tempo, anche perché offre moltissimi spunti. Ad esempio, all’interno del Parco dell’Adda Nord si trova l’Ecomuseo Adda di Leonardo, articolato in 18 tappe lungo il corso del fiume, con lo scopo di valorizzarne le risorse naturalistiche e incoraggiare lo sviluppo sostenibile. Una delle principali attrazioni dell’Ecomuseo è il traghetto Leonardo, che collega le due sponde del corso d’acqua, quella lecchese e quella bergamasca. Cosa ha di speciale? È un traghetto senza motore, che cammina sfruttando solamente la forza delle correnti. Per chi ama le attività all’aria aperta, poi, l’Adda offre una fantastica pista ciclopedonale.
I laghi briantei
Sempre rimanendo in tema di attrazioni naturalistiche, meritano di essere menzionati i laghi briantei, cioè quelli che si trovano nell’alta Brianza, tra Lecco e Como, a pochissima distanza da Monza. Si tratta di una serie di cinque piccoli laghi di origine glaciale (Alserio, Pusiano, Montorfano, Segrino e Annone) immersi in una vegetazione rigogliosa e circondati da paesaggi affascinanti. Un’area ideale per un tranquillo picnic o per un’escursione in mountain bike.
Montevecchia
Montevecchia è un piccolo ma prezioso borgo che si trova arroccato sulle colline della Brianza nord-orientale. Un piccolo gioiello che custodisce numerosi monumenti di pregio, come il santuario della Beata Vergine del Carmelo o la Villa Albertoni Agnese. Inoltre, il paese è al centro di un bellissimo paesaggio collinare, che può ospitare lunghe e salutari passeggiate. Infine, meritano di essere omaggiate anche le bontà enogastronomiche, come il Pincianèl, un vino rosso a denominazione IGT.
Seregno
Altro comune brianzolo da inserire necessariamente nel proprio itinerario di viaggio è Seregno. Si tratta di una cittadina molto più grande e popolosa di Montevecchia, ma il cui centro storico custodisce un sapore unico e antico. Tra i monumenti di maggior spessore ci sono sicuramente la Basilica Collegiata di San Giuseppe, la Torre del Barbarossa, il Santuario di Santa Valeria e l’Abbazia di San Benedetto.
Palazzo e Giardino Arese Borromeo
Cesano Maderno, comune della provincia di Monza e Brianza, custodisce il Palazzo Arese Borromeo, con il suo suggestivo giardino. Un luogo incantevole, in cui si incontrano arte, storia e cultura. Dietro la facciata austera, l’edificio nasconde un’incredibile ricchezza di stanze affrescate. Allo stesso modo, lo spazio esterno, molto curato, è popolato da statue e fontane. La struttura originaria del palazzo è della seconda metà del 1600, ma è poi stata trasformata e arricchita nel corso dei secoli.
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Karting, lo sport che modella i futuri piloti
Le gare di karting sono spesso una palestra in cui si formano le giovani leve dell’automobilismo, destinate a diventare grandi piloti di auto o moto. A bordo dei go-kart, all’interno di un kartodromo, si possono sperimentare e accrescere le abilità in pista. Il karting, però, non è il fratello minore della Formula 1, ma un motorsport a tutti gli effetti, con i suoi campionati e le sue sfide adrenaliniche.
C’è una cosa che accomuna il passato agonistico di molti grandi campioni della Formula 1, da Senna a Verstappen, ed è il karting. Correre sui go-kart, infatti, è il primo approccio che gli aspiranti piloti hanno con la pista e con la velocità. Il kartodromo è una sorta di palestra che si può cominciare a frequentare già in giovane età (si può iniziare a 6 anni). Per questo motivo, il karting è molto di più che una corsa a bordo di curiose “macchinette”, ma uno sport vero e proprio, con le sue regole e le sue competizioni internazionali, e soprattutto con grande valore agonistico. Quindi vale la pena conoscerlo un po’ meglio.
Cos’è il karting: caratteristiche e storia di uno sport dalla lunga tradizione
Secondo la definizione di base, il karting è quella specialità del motorsport che si corre con i kart, cioè autoveicoli a motore di piccole dimensioni, di cui esistono diverse varianti. L’elemento caratterizzante, quindi, è il mezzo utilizzato, che ha un aspetto molto particolare. Il primo prototipo di go-kart risale al 1956 ed è opera di Art Ingels, costruttore americano di auto da corsa e tecnico della Kurtis Kraft. Nelle sue intenzioni, quella macchinetta doveva essere solo un passatempo per il figlio piccolo. Si è rivelata, invece, un’intuizione potente, capace di scrivere pagine indimenticabili nel mondo dei motori. Già nel 1957, infatti, in California furono messi a punto i primi veri e propri kart: veicoli compatti, con altezza minima da terra e senza sospensioni, telaio flessibile, trazione posteriore e un motore dalla potenza limitata, che però li rende comunque capaci di spingersi fino a una velocità di 100 km/h. Ed è del 1959 la prima competizione ufficiale di karting, organizzata a Nassau.
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Il karting in Italia
Nonostante le sue origini siano statunitensi, il karting vanta una lunga e gloriosa tradizione in Italia, dove è arrivato già nel 1957 e dove oggi esistono numerosi kartodromi. La prima esibizione di un kart si è svolta sulla pista dell’Autodromo Nazionale Monza, mentre la produzione di questi veicoli in Italia è strettamente legata al nome di Nicolò Donà delle Rose, pioniere del settore. Negli anni, poi, piloti e scuderie “made in Italy” si sono distinti per i successi in pista a livello internazionale. Per rendersene conto, basta scorre gli albi d’oro delle competizioni per kart monomarcia e per kart a marce.
Tutti gli eventi kart dell’Autodromo Nazionale Monza
Tipologie di kart e categorie di gara
La già accennata distinzione tra kart monomarcia e kart a marce è un primo esempio di come esistano diverse tipologie di kart. Differenziazioni che si riflettono anche sulle competizioni e sull’età dei piloti che possono guidare i vari veicoli.
Un’altra distinzione fondamentale è quella relativa ai motori, che possono essere:
- 4 tempi;
- 2 tempi 100 cm³ racing;
- 2 tempi 125 cm³ racing famiglia KF;
- 2 tempi 125 cm³ famiglia KZ;
- 125 cm³ famiglia TAG.
Molto importante è anche il peso (veicolo + pilota), che è collegato all’età di guida e alla categoria di gara, come evidenziato dalla tabella che segue.
Età (anni) | Categoria | Peso minimo (Kg) |
---|---|---|
da 6 a 7 | 60 Baby | 85 |
da 8 a 9 anni | 60 Baby | 95 |
da 8 a 9 anni | 125 Rotax micro | 105 |
da 9 a 12 anni | 60 Mini | 110 |
da 9 a 12 anni | 125 Rotax mini | 115 |
da 12 a 15 anni | OKJ Cadetti | 135 |
da 12 a 15 anni | OKJ Nazionale | 135 |
da 12 a 15 anni | 125 Rotax Junior | 145 |
da 14 anni e 6 mesi | OK Nazionale | 145 |
da 14 anni e 6 mesi | 125 KZ2 Nazionale | 175 |
da 14 anni e 6 mesi | 125 Club | 180 |
da 15 anni | 125 Rotax max | 160 |
da 15 anni | 125 KZ2 | 175 |
da 17 a 35 anni | 125 Prodriver under | 175 |
oltre 35 anni | 125 Rotax max over | 168 |
oltre 35 anni | 125 Prodriver over | 180 |
Le competizioni nazionali e internazionali per kart
La numerosità delle categorie di kart, fa si che esistano moltissime competizioni di karting diverse, sia a livello nazionale che internazionale. Su scala mondiale, però, i titoli più ambiti restano senza dubbio quelli messi in palio dalla divisione karting della FIA, che vanno sotto la sigla di FIA Karting World Championship (gara singola). Discorso analogo per il panorama europeo, dominato dai FIA karting European Championship (torneo con più gare in diversi paesi del vecchio continente). In Italia, invece, il trofeo più importante è organizzato e promosso dall’ACI e prende il nome di Campionato Italiano ACI Karting, organizzato in 8 diverse classi (alcune da 3 gare, altre da 5).
La guida completa al Campionato Italiano ACI Karting
Film di auto da corsa: 10 titoli imperdibili per chi ama le macchine e i motori
Il cinema è pieno di film dedicati alle macchine. Dalle pellicole drammatiche fino ai cartoni animati, in molti hanno cercato di raccontare il dorato mondo delle auto da corsa e di restituire sul grande schermo l’adrenalina che si vive in pista. Nel lungo elenco dei film automobilistici, però, ci sono alcuni titoli davvero imperdibili per chi ha la passione per i motori. Eccone una selezione, ovviamente non esaustiva.
La 24 ore di Le Mans (1971) e Le Mans ’66 – la grande sfida (2019)
Partiamo con una coppia di titoli dedicati a una gara storica, tra le più pericolose e faticose al mondo: la 24 ore di Le Mans. Si tratta di due pellicole molto diverse, per tipologia di film e per data di uscita, anche se raccontano un periodo storico molto simile, essendo ambientate entrambe tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70. La 24 ore di Le Mans, film del 1971, fu un fiasco al debutto ma è stato ampiamente rivalutato in seguito. Il protagonista è il mitico Steve McQueen, vero amante dei motori, che qui veste i panni di Michael, tra i partecipanti alla gara del 1970. In Le Mans ’66 – La grande sfida, invece, al centro della scena c’è la mitologica rivalità tra Ford e Ferrari, per la vittoria della corsa del 1966. Nel cast, spiccano i nomi di Matt Damon e Christian Bale.
Rush (2013)
Anche Rush è il racconto di un’insanabile rivalità, stavolta tra due piloti di grande livello come Hunt e Lauda. Lo scontro tra i due ha caratterizzato tutti gli anni ’70 della Formula 1, raggiungendo il suo apice nel Campionato del Mondo del 1976, quello del drammatico incidente che sfigurò per sempre Lauda e che Hunt vinse per un solo punto, all’ultima gara, proprio davanti all’austriaco.
Fast&Furious (2001)
Più che un film, Fast&Furious è un universo, fatto di dieci lungometraggi, uno spin off, due cortometraggi e una serie animata. La saga ventennale, interamente incentrata sul mondo delle corse clandestine, ha saputo raccogliere attorno a sé un nutrito numero di fan e appassionati e ha contribuito a lanciare la carriera di Vin Diesel, indissolubilmente legato a queste produzioni. Al netto delle esagerazioni e delle forzature di trama, Fast&Furious rimane un concentrato di adrenalina che incolla alla poltrona.
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Giorni di Tuono (1990)
Un gran cast, in cui spiccano i nomi di Tom Cruise e Nicole Kidman, e una grande regia, quella di Tony Scott, sono gli ingredienti del successo di Giorni di Tuono, pellicola che ha da poco compiuto 30 anni. Il film racconta la storia di Cole Trickle, giovane e spericolato pilota automobilistico, e della sua rivalità con Rowdy Burnes, poi diventato suo amico.
Veloce come il vento (2016)
Tra i film di macchine che meritano di essere visti c’è anche un’importante produzione italiana, Veloce come il vento, che vede come protagonista Stefano Accorsi. L’attore veste i panni di Loris De Martino, l’erede di una famiglia di campioni della pista, che da fuoriclasse dei rally si è trasformato in un tossicodipendente senza futuro. Per lui, l’occasione di riscatto arriva quando, dopo la morte del padre, decide di aiutare la sorella Giulia a ad allenarsi per il Campionato GT.
Grand Prix (1966)
Correndo indietro nel tempo, non si può non inserire tra le perle cinematografiche dedicate all’automobilismo anche lo storico Grand Prix, che con le sue tre ore di durata è senza dubbio un cult per amanti del genere. La trama vede intrecciarsi le storie personali e sportive di diversi piloti, pronti a dare battaglia per conquistare il mondiale di Formula 1 del 1966.
Un maggiolino tutto matto (1968)
Un maggiolino tuto matto, celebre pellicola Disney, è senza dubbio di tutt’altro tenore rispetto alla drammaticità di Grand Prix, ma è comunque un film che ha fatto la storia. È molto difficile, infatti, trovare qualcuno che non abbia riso seguendo le sconclusionate vicende del maggiolino Herbie, che sembra avere un’anima e tanta voglia di fare di testa propria.
Cars – Motori ruggenti (2006)
Questa carrellata di film per amanti delle auto si chiude con un altro capolavoro firmato Disney, stavolta in versione cartoon. Protagonista di Cars è Saetta McQueen (l’omaggio a Steve McQueen sembra evidente), una giovane e intraprendente auto da corsa che sogna di prendere parte alla Piston Cup, la gara più importante del mondo. Sulla sua strada, però, troverà numerosi ostacoli, per superare i quali avrà bisogno di molti amici.
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Professione Test Driver, come diventare collaudatore di auto
Fare il Test Driver, cioè collaudare auto (sportive e non), è il sogno di molti appassionati di motori. Una professione originale e ricca di stimoli, centrale per l’attività delle grandi scuderie automobilistiche ma che sta prendendo sempre più piede anche nelle concessionarie e nelle autofficine. Ma come si fa a diventare test driver? Quale percorso formativo bisogna seguire per lavorare come collaudatore di auto?
Nel mondo dei motori operano numerose figure professionali, che si occupano di ambiti anche molto diversi tra loro, dai meccanici ai progettisti, dai designer agli sviluppatori di tecnologie digitali pensate per l’automotive. In questo grande universo di lavori “a due e quattro ruote”, spicca quello del test driver, che ha l’onore e l’onere di collaudare le auto e le moto prima che vengano affidate ai campioni (nel caso delle macchine sportive da gara) o messe in commercio. Un ruolo delicato e spesso nascosto, che svolge però una funzione centrale. Un mestiere che merita di essere conosciuto meglio. Soprattutto, una professione che tutti coloro che amano i motori sognano di fare.
Cosa fa il Test Driver e dove lavora
Al di là del fascino che provoca sugli appassionati di auto, però, quella del test driver è una professione assolutamente seria e carica di importanti responsabilità. Spetta a lui, infatti, il compito di recensire per primo un nuovo veicolo e il suo parere è fondamentale per indicare quello che non va e quello che deve essere migliorato prima di mettere su strada o su pista l’automobile. Gli viene richiesto, quindi, un bagaglio non indifferente di conoscenze e competenze che, come si vedrà tra poco, per essere acquisito necessita di uno specifico percorso di formazione.
Nel dettaglio, le mansioni concrete affidate al test driver sono:
- Verificare le performance di auto e moto in diverse condizioni di guida;
- Testare la guidabilità della macchina;
- Individuare difetti di funzionamento;
- Collaborare con il team di progettazione per apportare migliorie;
- Valutare nuovi sistemi di pista.
L’insieme delle valutazioni compiute nelle attività di collaudo viene condensato in una relazione che costituisce il documento di riferimento del lavoro del test driver.
Visto l’ampio spettro di competenze che deve avere, il ruolo del test drive può inserirsi in diversi contesti lavorativi, come case automobilistiche, scuderie sportive, concessionarie di auto, autofficine.
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Il percorso di formazione per diventare Test Driver
Nonostante il lavoro di test drive, come visto, richieda competenze e conoscenze molto specifiche e di alto livello, non esiste un formale percorso di studi e formazione che disciplini l’accesso a questa professione. Chi desidera lavorare come test driver, quindi, deve costruirsi da solo il proprio iter formativo, tenendo ben presente che si tratta di un mestiere con pochi posti disponibili. Inoltre, molte case automobilistiche preferiscono affidare il collaudo dei loro nuovi veicoli a ex piloti non più in attività. Molti test driver, quindi, hanno alle spalle una carriera da agonisti nel mondo dei motori, che costituisce il loro “biglietto da visita” professionale. Questo significa che se non si proviene da quel mondo è meglio rinunciare? Assolutamente no. Però bisogna fare delle scelte formative oculate. Una buona soluzione, ad esempio, è acquisire una laurea in ingegneria meccanica, la più vicina al tipo di attività che si andrà a svolgere. Inoltre, completata l’università, è possibile affinare le proprie conoscenze motoristiche frequentando uno dei master o corsi professionalizzanti proposti da accademie del settore.
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Motori da leggere: 6 libri per appassionati di auto e di guida
Di libri per appassionati di automobili ce ne sono davvero molti e rappresentano un’originale idea regalo. Dai volumi biografici che raccontano le gesta dei grandi piloti di auto da corsa ai romanzi che mettono al cento le quattro ruote. Alcuni, però, sono davvero imperdibili e meritano di essere presenti nella biblioteca di chi ama i motori.
La passione per le automobili e per i motori è qualcosa che investe tutti gli aspetti della vita. Finisce, ad esempio, anche nelle letture. Chi ama i motori, infatti, trova piacere anche nel leggere libri che raccontano il roboante mondo delle quattro ruote. Non a caso, la lista dei libri per appassionati di auto si allunga ogni anno di più. Un catalogo corposo, fatto di biografie di piloti celebri, di ricostruzioni storiche dei marchi più prestigiosi, ma anche di romanzi che mettono al centro le macchine, con tutto il loro bagaglio di emozioni e suggestioni. Tanti titoli per altrettante idee regalo. L’elenco che segue non ha la pretesa di identificare in modo incontrovertibile i più bei romanzi per amanti delle automobili, ma propone una cinquina di testi davvero particolari, che meritano di entrare nella biblioteca casalinga di chi sogna una vita da pilota.
Ecco altre idee regalo per appassionati di auto
Sulla strada – Jack Kerouac
Partiamo da un classico intramontabile della letteratura statunitense, nonché una pietra miliare tra i romanzi del secondo Novecento. Nel 1951, pubblicando “Sulla strada” (titolo originale: “On the road”), Jack Kerouac diede vita al libro simbolo della Beat Generation. Fu così che un racconto autobiografico si trasformò nel manifesto di un intero movimento giovanile. Nel romanzo vengono raccontati i viaggi di Sal Paradise, alter ego dello stesso autore, che attraversa gli Stati Uniti in lungo e in largo, a bordo della sua automobile, a volte da solo, a volte in compagnia dell’amico Dean Moriarty (che nella realtà è Neal Cassady, anche lui scrittore). Pagina dopo pagina, non ci si stanca mai di assaporare l’adrenalina e la libertà di un vero viaggio “on the road”.
Christine e Buick 8 – Stephen King
Rimaniamo negli Stati Uniti, ma cambiando completamente genere. È il turno di due titoli firmati dal re dell’horror, Stephen King. Si tratta di “Christine – La macchina infernale” e di “Buick 8”. Nel primo romanzo, diventato anche un film, la protagonista è una Plymouth Fury del 1958, capace di trasformarsi da innocua auto abbandonata ai bordi della strada in portatrice di profondi sconvolgimenti. L’auto, infatti, ha un’anima cinica e spietata, che modifica la personalità di chi vi entra in contatto. Ed è così che Christine si lascia dietro una scia di morte e disperazione. Altrettanto misterioso è il profilo dell’automobile protagonista del secondo romanzo: una Buick Roadmaster del 1954. Anche in questo caso, l’auto vive di vita propria e sconvolge la vita di Ned, senza un apparente ragione.
Fondocorsa. Mille Miglia, una vita e un gatto - Giorgio Terruzzi
La terza proposta, invece, è un’opera tutta italiana, sia nella firma, che è quella del celebre giornalista sportivo Giorgio Terruzzi, sia nella storia, che ripercorre le gesta del mitologico Alberto Ascari (alla cui memoria è dedicata una variante del circuito dell’Autodromo Nazionale Monza). La narrazione prende il via dalla vittoria della Mille Miglia del 1954, arrivata a sorpresa, e si snoda poi lungo tutta la vita del pilota, analizzandone anche aspetti privati. Un viaggio emozionante a tutta velocità.
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Virtual Senna – Roberto Boccafogli
Da un mito all’altro. “Virtual Senna” è un romanzo che intende celebrare l’indimenticato pilota brasiliano, tragicamente scomparso nel 1994, sul circuito di Imola. Ed è proprio da quel doloroso Gran Premio che prende il via la trama ideata da Roberto Boccafogli che decide di giocare con la storia e cambia il corso degli eventi. Senna, infatti, non muore durante la gara ma arriva alla fine e la vince, ipotecando anche la conquista del Mondiale automobilistico. A quel punto, la storia poi fa un balzo in avanti, fino agli anni 2000, e il lettore fa i conti con una Formula 1 in crisi di pubblico. Per risollevare le sorti della competizione, gli organizzatori si inventano dei Gran Premi virtuali, a cui partecipa anche Senna. Questa realtà parallela e irreale, però, fa nascere la voglia di soddisfare un’antica curiosità: chi è il pilota più forte di sempre?
L’arte di correre sotto la pioggia – Garth Stein
Denny, il protagonista di questa ultima proposta letteraria per appassionati di auto, è uno straordinario pilota, capace di dare il meglio di sé sotto la pioggia. Le sue velleità, però, vengono frenate dalla necessità di sbarcare il lunario lavorando in un’officina. Una vita complicata e sofferente sembra allontanarlo per sempre dal suo sogno: pilotare una vera Ferrari. Per fortuna, accanto a lui c’è il suo fedele cane, che non a caso di chiama Enzo, in onore del patron della scuderia di Maranello. Sarà l’intelligente quattro zampe ad indicare al proprio padrone la via giusta per la felicità.
Conosci la storia del circuito di Monza
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Cosa mangiare a Monza: consigli per un turismo del gusto
Di piatti tipici da mangiare a Monza ce ne sono molti, dal risotto con la celebre salsiccia luganega alla cassoeula, dal panmoijaa al pane di San Gerardo. Tutte espressioni delle caratteristiche principali della cucina brianzola: sapore e semplicità.
Le vacanze in Italia sono anche delle occasioni per tour enogastronomici nei piatti tipici che ogni zona custodisce gelosamente. Monza non fa eccezione a questa regola. Regalarsi alcuni giorni nella città lombarda, quindi, significa anche poter assaggiare la cucina brianzola, fatta di ingredienti semplici e sapori genuini. Che si scelga di pranzare in una spartana trattoria o di cenare in un elegante ristorante, bisogna tenere a mente l’elenco dei piatti monzesi che vale la pena di provare almeno una volta. Ecco una breve guida per scoprire cosa mangiare di tipico a Monza.
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Il re dei piatti tipici di Monza: il risotto con la luganega
Partiamo dal vero dominatore della scena, il piatto tipico di Monza per eccellenza: il risotto con la luganega (detto anche risotto alla monzese). È davvero il re della città, servito praticamente in ogni locale. Di ricette di questo particolare risotto ne esistono diverse, ognuna con la sua piccola variante. I due ingredienti principali, però, non cambiano e sono la salsiccia luganega (o luganica) e lo zafferano. Il risultato è un piatto dal sapore nitido ma delicato, che ha sempre molto successo tra i turisti. D’altra parte, la luganega è il simbolo per eccellenza della cucina di Monza, ed è davvero un prodotto tipico molto gustoso. Ciò che la differenzia da una normale salsiccia è sicuramente la forma, più sottile e allungata. A renderla tanto famosa, però, è la sua composizione. Oltre alla carne di maiale, infatti, la luganega contiene un alto quantitativo di formaggio grana ed è insaporita con brodo di carne e marsala. Inoltre, in alcune varianti, vengono utilizzati anche ingredienti aggiuntivi, come il peperoncino, il finocchietto selvatico o l’anice.
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Le specialità della cucina della Brianza: dalla cassoeula alla panmoijaa
L’elenco dei piatti tipici di Monza, però, non finisce certo con il risotto alla luganega. Ci sono molte altre specialità della cucina della Brianza che meritano di essere assaggiate. È il caso della cassoeula, pietanza tipicamente invernale perché molto sostanziosa. La base della ricetta, infatti, è costituita dalla verza e dalle parti meno nobili del maiale, come la cotenna, il muso, le zampe, la testa e le costine. Inoltre, viene solitamente servita con la polenta. Il nome cassoeula deriverebbe dalla pentola larga in cui si mettono a bollire gli ingredienti, mentre le sue origini, che si perdono tra storia e leggenda, sarebbero spagnole.
Il maiale è al centro anche di un altro piatto tipico della tradizione contadina brianzola, cioè la rusticiada. Si tratta di uno stufato di carne suina, insaporito da un soffritto di lardo e cipolle. Anche in questo caso, viene lo stufato generalmente servito insieme alla polenta. Infine, agli appassionati di carne (e derivati), Monza offre altre due possibilità: l’ossobuco e la trippa.
Per chi ama le minestre, invece, risultano imperdibili sia la panmoijaa e il minestrone brianzolo. La prima è un saporita zuppa con lardo e pancetta tritati, nella cui preparazione vengono utilizzati anche cipolla, aglio e prezzemolo. Si consuma accompagnata da un caratteristico pane giallo, fatto con un mix di farina bianca, farina di granoturco e segale. Il minestrone brianzolo, invece, è molto ricco, perché contiene, come ingredienti principali, riso, lardo, verza, fagioli e patate.
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I dolci tipici di Monza
Un articolo che parla di cosa mangiare a Monza, però, non può limitarsi a snocciolare le pietanze salate. Ci sono anche dei dolci tipici che meritano di essere assaggiati da chi si trova a passare in Brianza. In particolare, si tratta della torta paesana e del pane e dei biscotti di San Gerardo. La torta paesana, fin dal nome, è un dolce che racconta molto delle tradizioni monzesi e del suo substrato contadino. Questo dolce, infatti, conosciuto anche come torta del michelasc, ha come ingrediente base il pane raffermo, che viene fatto ammollare nel latte. Questo impasto base viene poi insaporito in vari modi; la variante più diffusa è quella che utilizza il cioccolato, ma si possono aggiungere anche pinoli, frutta candita e uvetta.
Il pane di San Gerardo, invece, prende il nome dal compatrono di Monza, San Gerardo dei Tintori. È un pane dolce fatto con zucchero, miele, frutta, uva sultanina, mandorle e castagne candite. Al contrario, l’impasto dei biscotti omonimi è molto più semplice, perché si tratta di dolci secchi fatti senza uova.
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Guidare in pista per un giorno? A Monza, il sogno diventa realtà
Vivere un’esperienza di guida in pista è il sogno di tutti gli appassionati di motori. Un giro di pista a bordo di una Ferrari, di una Porsche o di una Lamborghini, infatti, significa assaggiare emozioni da vero pilota. Ma è davvero possibile sperimentare la guida in pista di una Supercar? La risposta è sì, grazie all’alleanza tra Puresport e l’Autodromo Nazionale Monza, che ha dato vita alle Driving Experience sul tracciato del Tempio della Velocità.
Dove si può guidare una Ferrari? A Monza. E la stessa risposta vale per una Lamborghini o una Porsche. Un sogno realizzabile grazie alle Driving Experience organizzate dall’Autodromo Nazionale Monza in collaborazione con Puresport, azienda leader nel settore. Esperienze uniche che premettono di sfrecciare all’interno del Tempo della Velocità a bordo di un’automobile di Formula 1, Formula 3 o Gran Turismo. L’obiettivo più ambito da ogni appassionato di motori. Un regalo perfetto da fare a sé stessi, al proprio partner o a un amico.
Visita il sito ufficiale Puresport
Guida in pista di un’auto sportiva, un’esperienza unica (e sicura)
È senza dubbio l’adrenalina l’ingrediente fondamentale di un’esperienza di guida in pista, oltre all’emozione di trovarsi all’interno del Tempio della Velocità. Allo stesso tempo, però, le Driving Experience sono un’attività assolutamente sicura, perché prevedono l’assistenza di personale altamente qualificato, con una lunghissima esperienza.
Per guidare una supercar in pista non servono requisiti particolari. Basta aver compiuto i 18 anni e aver conseguito la patente di guida di tipo B. In pratica, le stesse condizioni a cui bisogna sottostare per mettersi al volante di un’utilitaria in città.
In realtà, però, anche chi non ha questi requisiti può assaporare l’ebbrezza di sfrecciare lungo l’asfalto di Monza, mettendosi comodo al posto del passeggero (ovviamente non nel caso delle monoposto) e lasciando la guida in mano ad un automobilista esperto.
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Guidare in pista una Supercar: le risposte alle domande più frequenti
Visto che la possibilità di guidare in pista, per un giorno, una vera Supercar è un’attività che suscita molta curiosità, qui di seguito sono raccolte le 4 domande più frequenti sul tema, con le relative risposte.
Quanto costa un giro in Ferrari (o altra Supercar) a Monza?
Tutte le informazioni sul costo delle Driving Experience sono disponibili sul sito di Puresport, nella pagina dedicata all’Autodromo Nazionale Monza.
Quanto dura un giro di pista con la Ferrari (o con altra Supercar)?
Dipende dalla bravura del pilota! Ciò che è importante sapere, però, è che una Driving Experience non si esaurisce con un unico giro del circuito.
È possibile regalare un giro di pista?
Certamente. È possibile acquistare un voucher regalo che il destinatario potrà usare per prenotare la propria esperienza al volante di una Supercar.
È possibile guidare in pista senza patente?
Purtroppo, no. Come già detto, la patente è necessaria per poter guidare. Senza, bisogna accontentarsi di sfrecciare come passeggeri.
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