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Serie TV per amanti dei motori: cosa guardare su Netflix, Amazon Prime e Disney+

Di serie televisive per chi è appassionato di auto e moto ce ne sono davvero tante. Netflix, Amazon Prime e Disney+ hanno un’ampia offerta, che spazia dai telefilm ai documentari, dai reality ai cartoni animati. Di seguito, tre proposte per ciascuna piattaforma: una selezione minima di serie tv che un amante dei motori non dovrebbe davvero perdere.

Sei un appassionato di motori ma anche di serie TV? Ti piace passare la serata sul divano, pescando dal catalogo di Netflix, Amazon Prime e Disney+ proposte che ti catapultino nel mondo di auto e moto? Allora, questo articolo fa al caso tuo: tre serie tv imperdibili per ciascuna piattaforma, tutte ricche di adrenalina e bolidi che sfrecciano ad alta velocità. Buona visione!

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Serie TV automobilistiche da vedere su Netflix

Partiamo da Netflix, la piattaforma “regina” delle serie TV. L’offerta tematica dedicata a chi ama i motori e le emozioni forti è piuttosto nutrita e ben diversificata. Scegliere non è facile e c’è il rischio di perdersi sfogliando il lungo catalogo. Ecco tre segnalazioni che difficilmente deludono.

Formula 1 Drive tu survive. Serie in 4 stagioni, prodotta nel 2019, racconta il dietro le quinte dei Mondiali di Formula 1, visti con gli occhi di piloti, manager e proprietari delle scuderie. Un viaggio immersivo nel fantastico mondo della massima serie automobilistica, per sognare ad occhi aperti.

John DeLorean: mito e magnate. Un documentario che narra la storia di John DeLorean, inventore dell’iconica automobile, celebrata anche dal film Ritorno al Futuro. Un racconto che non nasconde nulla, muovendosi veloce tra le luci e le ombre, l’ascesa e il declino, di un’esistenza fatta di genio e illegalità.

Fast & Furious: piloti sotto copertura. Chi pensa che i film di animazione siano cose da bambini, qui dovrà ricredersi. Tony Toretto e la sua banda, infatti, si trasformano in cartoni animati ma continuano a dare spettacolo a grandi e piccini. Una visione consigliata per passare qualche ora in allegria.

Serie TV automobilistiche da vedere su Amazon Prime

Passiamo al catalogo del colosso della famiglia Amazon. Anche Prime offre agli appassionati di motori una vasta scelta di serie TV a tema motoristico. Le proposte più interessanti, però, vengono dal mondo dei documentari e dei reality, più che da quello della fiction.

Le Mans – Correre è tutto. La mitica 24 Ore di Le Mans è la vera protagonista di questa docu-serie che ne celebra il carattere eccessivo e sopra le righe, con coinvolgenti riprese in 4k e la possibilità di guardare dietro le quinte di sei scuderie in competizione.

The Grand Tour. Uno show poliedrico capace di mescolare ritmo e comicità, motori e amicizia. Quattro stagioni dai sapori forti, per indagare tutte le molteplici sfaccettature della parola avventura, senza porsi limiti.

Moto GP Unlimited. Una docu-serie nuova di zecca, che catapulta lo spettatore nel circo sportivo e mediatico del Mondiale di Moto GP. Davanti all’occhio attento delle telecamere, però, non finiscono solo le gare ma anche le vite quotidiane dei piloti, in preparazione per le sfide in pista.

Serie TV automobilistiche da vedere su Disney+

Infine, tocca a Disney+. Il nome evoca produzioni per bambini, ma chi è abbonato sa bene che non è così. La piattaforma, infatti, ospita tantissime produzioni per adulti e punta molto sui documentari. Ed anche sul tema motori c’è molto da guardare.

Supercar. Non una sola docu-serie ma ben tre, tutte firmate National Geographic. La capostipite è Supercar - Macchine da sogno, che racconta le gesta di una squadra di meccanici capaci di assemblare macchine incredibili. In Supercar – Duello in velocità, invece, si vira verso il reality e il focus è nella sfida tra la pilota professionista Shane Lynch e il team di meccanici: la prima alla guida di una Supercar i secondi chiamati a batterla con una macchina assemblata con pezzi da discarica. Infine, Supercar – I grandi miti si propone come un viaggio nel tempo, alla scoperta di come vengono costruite le auto più straordinarie del mondo.

I maghi del garage. Anche in questo reality, i veri protagonisti sono dei meccanici. Stavolta, però, non assemblano Supercar ma ridanno vita ad auto classiche che rischiano di essere trasformate in rottami dai loro proprietari. Una missione da veri eroi.

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monza centro città

Alla scoperta del centro storico di Monza, un gioiello imperdibile

Il centro storico di Monza conserva alcuni dei tesori artistici e culturali della città brianzola. In pochi chilometri quadrati, passeggiando lungo vie ben tenute, si attraversano secoli di storia, lasciandosi conquistare da monumenti simbolici come il Duomo, la Torre di Teodolinda, l’Arengario e le numerose chiese sparse ovunque. Il centro storico monzese, quindi, è senza dubbio tra le cose da vedere se si decide di visitare la zona.

Se hai in programma una visita a Monza, di uno o più giorni, sappi che devi mettere assolutamente in calendario una passeggiata per il centro storico. Infatti, è senza dubbio questo il modo migliore per conoscere la città brianzola, la sua storia, il suo patrimonio artistico e il suo bagaglio culturale. In particolare, ci sono alcuni punti del centro storico di Monza che non possono essere ignorati. Ecco un breve itinerario per non perdersi.

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Il complesso del Duomo

Questo percorso virtuale non può non partire dal cuore pulsante della città: il Duomo di Monza, con tutto ciò che custodisce. Infatti, all’interno della Basilica minore di San Giovanni Battista (questo il suo vero nome) si trovano alcuni dei pezzi più pregiati che Monza ha da offrire ai turisti: la meravigliosa Cappella Teodolinda, l’Albero della Vita di Arcimboldo, una ricca serie di affreschi prestigiosi, la Corona Ferrea e il Museo del Tesoro e Duomo di Monza.

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Il palazzo dell’Arengario

A poco più di 100 metri a piedi da Duomo, sorge l’altro simbolo di Monza: il Palazzo dell’Arengario, cioè l’antico palazzo comunale. La sua importanza è confermata anche dalla sua posizione strategica, visto che è affacciato su piazza Roma, il centro nevralgico della città, da cui si diramano tutte le vie principali. Oggi, l’edificio è adibito a spazio espositivo, mentre le antiche collezioni che lo riempivano sono state trasferite nei vicini Musei Civici, ospitati nella Casa degli Umiliati.

I Musei Civici di Monza

La distanza tra l’Arengario e i Musei è davvero minima, meno di 300 metri, passando nuovamente in prossimità del Duomo. A conferma che passeggiare per Monza è molto agevole. L’edificio dove si trovano i musei era una vecchia casa di accoglienza per gli affiliati laici degli ordini religiosi. Oggi, i due piani della struttura accolgono sia reperti archeologici che dipinti dal XVI al XX secolo, oltre ad esposizioni temporanee.

La Torre Longobarda, la Torre di Teodolinda e la Torre Viscontea

Se uscendo dai Musei Civici ci si avvia verso il fiume Lambro, si ha la possibilità di ammirare due torri, anch’esse molto caratteristiche. Sono la Torre Longobarda, l’unica di quel periodo ancora intatta, e la Torre di Teodolinda, di epoca medievale. Sempre lungo il Lambro si trova anche l’ottocentesca Torre Viscontea, ma spostata più a Sud, a circa 500 metri dalle altre due.

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Il Ponte dei Leoni e i resti del Ponte d’Arena

Nei pressi della Torre di Teodolinda, è possibile anche ammirare il Ponte dei leoni, il più famoso tra quelli che scavalcano il fiume Lambro. Fu costruito a metà del 1800, con l’intento di esaltare l’Impero austriaco. Per fargli posto, venne demolito ciò che rimaneva del vecchio Ponte d’Arena, molto più grande ma già parzialmente distrutto da un’alluvione, i cui ultimi resti sono ancora visibili.

Le chiese e gli altri monumenti del centro storico di Monza

In chiusura e in ordine sparso, meritano di essere menzionati alcuni altri luoghi di interesse storico e artistico, come il monumento ai caduti che si trova in piazza Trento e Trieste. Discorso analogo per le numerose chiese sparse un po’ ovunque in città, come Santa Maria in Strada, San Maurizio (dove la leggenda narra che abbia preso i voti la monaca di Monza), Santa Maria al Carrobiolo e San Pietro Martire.

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Guida sicura, un corso per diventare piloti responsabili

Frequentare un corso di guida sicura per imparare a stare al volante in modo responsabile è un’ottima idea. L’importante, però, è avere ben chiaro cosa significa guida sicura e quali sono le caratteristiche che un corso deve avere per essere davvero utile. Ecco qualche consiglio per futuri piloti con la testa sulle spalle.

Avere la patente in tasca non significa essere bravi guidatori. Allo stesso modo, essere tecnicamente capaci al volante non implica necessariamente che si è in grado di portare la macchina o la moto in modo sicuro. Capita spesso, infatti, di incontrare persone eccezionalmente capaci di dominare la propria autovettura, magari anche sfrecciando ad alta velocità o in condizioni sfavorevoli, però, proprio per questo eccesso di confidenza, attuano comportamenti davvero poco sicuri, sia per sé stessi che per eventuali passeggeri o fruitori della strada. Guida sicura, quindi, è un concetto ben diverso da guida sportiva o da abilità al volante, e per attuarla non bisogna essere piloti professionisti. Non a caso, esistono dei veri e propri corsi teorico-pratici per imparare a guidare in modo sicuro, aperti a chiunque abbia la patente.

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Cosa si intende per guida sicura

Per essere più precisi, nella definizione di guida sicura si ricomprendono una pluralità di capacità. Alcune hanno a che fare con aspetti tecnici della guida automobilistica o motociclistica, altre, invece, con particolari abilità cognitive. In sintesi, guida sicura significa:

  • Capacità di controllare il veicolo in situazioni di scarsa aderenza con il manto stradale (come nel caso di asfalto bagnato o coperto di ghiaccio)
  • Capacità di controllare il veicolo in situazioni di scarsa visibilità (nebbia, pioggia forte e simili)
  • Capacità di prevenire i pericoli e di comportarsi in modo da evitarli o superarli
  • Capacità di autovalutare la propria capacità di guida (tralasciando di mettersi al volante se troppo stanchi o non perfettamente lucidi)

Come funziona e quanto costa un corso di guida sicura

Per apprendere i fondamenti della sicurezza al volante, il modo migliore è frequentare un corso di guida sicura. Sul mercato ce ne sono molti, alcuni anche organizzati ufficialmente dall’ACI, presso diverse sedi. Anche l’Autodromo Nazionale Monza ospita di frequente eventi dedicati alla guida sicura. Però, per scegliere il corso giusto e non farsi attrarre solo dalla pubblicità, bisogna prestare attenzione al programma, che deve mescolare in modo equilibrato sia lezioni teoriche che esercitazioni pratiche. Inoltre, un serio corso di guida sicura deve comprendere concetti base provenienti da vari ambiti: fisica del movimento, fisica dei materiali, elettronica, sociologia, psicologia. Solo un approccio multidisciplinare, infatti, può dare quella panoramica completa dell’automobile (o della motocicletta) e di sé stessi che è necessaria per guidare in sicurezza.

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gare di endurance

Gare Endurance, quando l’automobilismo diventa resistenza

Le gare endurance per auto sono competizioni di lunga durata, anche fino a 24 ore, che richiedono ai piloti una particolare capacità di resistenza. Vengono corse a bordo di vetture Turismo, Gran Turismo, Sport o prototipi. In alcuni casi, si tratta di competizioni che hanno fato la storia dell’automobilismo, come la Mille Miglia o la 24 Ore di Le Mans.

Di solito, la prima associazione che viene in mente quando si parla di gare automobilistiche è quella con la velocità. Bolidi che divorano l’asfalto a oltre 300 km/h, piloti che aggrediscono le curve come se non volessero frenare mai, monoposto che sfrecciano sotto gli spalti talmente rapide da risultare quasi invisibili. Sono queste le immagini che evoca alla mente la parola automobilismo. Eppure, ci sono delle competizioni in cui non è la velocità la variabile più importante, ma dove invece conta la resistenza, la capacità di spingersi oltre i propri limiti e rimanere al volante per ore e ore, macinando chilometri su chilometri. È il folle mondo dell’endurance per auto.

Cos’è l’endurance nello sport e nell’automobilismo

In realtà, il termine endurance non è una peculiarità dell’automobilismo e dei motorsport. Ci sono specialità di endurance in moltissimi sport, come il ciclismo, il podismo o l’equitazione. Il vocabolo inglese, infatti, si traduce con l’italiano “resistenza” ed è usato per definire tutte quelle gare che hanno una durata particolarmente lunga e che quindi richiedono agli atleti un notevole sforzo protratto nel tempo.

Scopri di più sulle gare di regolarità

Come funzionano e quanto durano le gare di endurance per automobili

Attualmente, nell’automobilismo, le gare di endurance vengono svolte esclusivamente su pista, all’interno di autodromi che garantiscono elevati livelli di sicurezza. Una singola gara di endurance di questo tipo può durare anche fino a 24 ore.

In passato, oltre alle gare su pista, erano previste anche competizioni endurance su strada, svolte in vie aperte al traffico. La loro elevata pericolosità, però, ne ha provocato la progressiva cancellazione o la trasformazione in gare su pista. Eredi di quelle vecchie competizioni di endurance su strada sono gli attuali rally, che hanno però regole e modalità di svolgimento molto diverse (e non rientrano nelle gare di resistenza).

Le macchine da endurance

Ovviamente, per poter affrontare competizioni così particolari servono macchine adatte. Dal punto di vista estetico, le automobili da endurance strizzano l’occhio alle monoposto di Formula 1. Sono leggere (fino a 850 kg), equipaggiate con motori potenti (anche superiori ai 1000 cavalli) e quindi capaci di superare i 200 km/h. In linea generale, le auto da endurance sono riconducibili a quattro categorie:

  • Turismo, progettate e costruite in serie per uso su strada e adattate alle gare;
  • Gran Turismo, progettate e costruite in numero limitato e adattate alle gare;
  • Sport
  • Prototipi

Le più importanti gare di endurance per auto

Tra le competizioni endurance del passato, ce ne sono alcune che hanno davvero fatto la storia dell’automobilismo, come la Mille Miglia (che oramai esiste solo sotto forma di rievocazione storica) o la Targa Florio (la più antica, oggi divenuta un rally). Tra le gare che ancora si disputano, invece, non si può non menzionare la 24 ore di Le Mans, che è anche tappa del Campionato del Mondo Endurance (WEC). Quest’ultima è oggi la competizione internazionale per eccellenza del settore. Dal 2012, è gestita dalla FIA e prevede 6 gare (di cui fanno parte anche la 6 Ore di Monza e la celebre 6 Ore di Spa), aperte ad auto Sport Prototipi (LMP1 e LMP2) e Gran Turismo (GTE-Pro e GTE-Am), a cui dal 2021 si sono aggiunte le potentissime Hypercar. Altra gare endurance di rilievo internazionale sono la 24 ore del Nurburgring in Germania, la 12 Ore di Bathurst in Australia, la 24 Ore di Daytona e la Petit Le Mans negli Stati Uniti.

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bici monza

Monza in bici, 4 itinerari da non perdere per scoprire la città e la Brianza

Una breve guida per scoprire dove andare in bici a Monza e in Brianza. Quattro itinerari di cicloturismo adatti a tutte le età e i livelli di allenamento. Un modo diverso, più lento e consapevole, per scoprire alcune delle bellezze monzesi: dall’Autodromo Nazionale al Parco, dal centro storico al fiume Lambro. Pedalando si impara e si scopre.

Monza e la Brianza sono luoghi ricchi di storia, cultura, arte e natura, che si prestano ad essere visitati in sella ad una bicicletta. Per questo motivo, in zona, il cicloturismo è una realtà sempre più presente. Una modalità di viaggio che vale la pena sperimentare almeno una volta nella vita, perché aiuta a gustare le cose con maggiore lentezza e profondità. Di possibili itinerari da percorrere in bici, a Monza e nei dintorni, ce ne sono numerosi; così come sono molti i servizi che vengono offerti ai turisti che amano pedalare, a cominciare dal noleggio biciclette pubbliche. Di seguito, 4 proposte per girare Monza e la Brianza in bici, adatte a tutte le età, le esigenze e i livelli di allenamento. Buona pedalata!

Pedalate e adrenalina: tour in bici sulla pista dell’Autodromo Nazionale Monza

Hai mai immaginato di poter calcare, in sella ad una bicicletta, la celebre pista dell’Autodromo Nazionale Monza? Sembra un sogno ma è la realtà. Il Tempio della Velocità, infatti, in alcuni giorni dell’anno, apre le sue porte ai ciclisti amatori e professionisti che desiderano fare un giro di pista sulle due ruote. Un’emozione unica, che porta gli appassionati delle bici a cimentarsi su un asfalto davvero speciale, carico di storia e di adrenalina.

Scopri di più sull’iniziativa Bici in pista

Immersi nella natura: scoprire in bicicletta il Parco di Monza

Il Parco di Monza, che fa parte, insieme alla Villa Reale, del complesso della Reggia, è un luogo dal fascino indiscutibile, che niente ha da invidiare alla più rinomata Versailles. Il parco recintato più grande d’Europa, infatti, ospita al suo interno una molteplicità di attrazioni turistiche, per adulti e bambini. E il modo migliore per conoscere e visitare il Parco di Monza è proprio la bicicletta, che può anche essere comodamente noleggiata sul posto.

Scopri di più sul Parco di Monza

Tra storia e arte: pedalando nel centro storico di Monza

Il centro storico di Monza è un elegante salotto, uno scrigno che custodisce perle di bellezza come il Duomo di Monza con il suo Museo dei Tesori, la Torre Teodolinda o le numerose e suggestive chiese. Il tutto è raccolto in un fazzoletto di pochi chilometri quadrati, pressoché pianeggiante. Una situazione ideale per sperimentarsi cicloturisti e visitare i monumenti e i luoghi di interesse spostandosi in bicicletta. Tra l’altro, pedalare mette fame e si avrà così una scusa per gustare le specialità della cucina brianzola.

Leggi anche: Cosa fare a Monza e Cosa vedere a Monza

L’anello del Lambro: conoscere il fiume in sella ad una bici

Non si può visitare Monza senza omaggiare il suo vero signore: il fiume Lambro. E la bicicletta è davvero il modo migliore per approcciare a questo incontro. Di itinerari cicloturistici che costeggiano il Lambro e permettono di conoscere anche altre aree della Brianza ce ne sono diversi. Quale scegliere? Tutto dipende dal proprio livello di allenamento e da quanto tempo si vuole spendere in bici. Uno dei più interessanti, però, è senza dubbio il giro ad anello che porta fino a Verano Brianza e ritorno (qui il tragitto dettagliato). Una vera pedalata nel cuore brianzolo.

Tutte le gare e gli eventi dell’Autodromo Nazionale Monza


prova su strada

Test drive, una prova fondamentale prima di acquistare un’auto

Con i test drive, le concessionarie di auto danno la possibilità ai clienti di testare l’auto che vogliono acquistare mediante una prova su strada. Il test drive, quindi, è un passaggio fondamentale nella scelta di una nuova automobile, perché permette di conoscerne le caratteristiche di guida e di capire se ci si trova a proprio agio al volante. Ma come funziona praticamente un test drive? Quanto dura? Ha un costo? Un approfondimento per saperne di più.

Acquistare un’auto nuova (ma anche usata), soprattutto per chi è appassionato di motori, rappresenta davvero un momento cruciale. C’è da decidere la casa automobilistica e poi il modello e altri mille particolari che renderanno unica la macchina che uscirà dalla concessionaria. Al di là dei dettagli più o meno importanti, ciò che davvero conta quando ci si accinge ad un acquisto così speciale è capire la guidabilità della nuova auto. Guidare, infatti, non è una questione meramente tecnica, ma una matassa di emozione e razionalità, di gesti da fare meccanicamente e di vibrazioni che si avvertono a pelle. Allora, per fugare ogni dubbio, meglio prenotare un bel test drive.

Cos’è un test drive

Letteralmente, la locuzione inglese test drive si traduce in “prova di guida”, meglio detta anche “prova su strada”. In realtà, però, indagando a fondo nell’uso che il settore motoristico fa dei due termini emerge qualche differenza. La formula “prova su strada”, infatti, viene di solito usata dalle testate giornalistiche che si occupano specificamente di motori per segnalare le rubriche dedicate alle recensioni delle auto nuove, fatte dopo una prova di guida che avviene appunto “su strada”. Il test drive, invece, si riferisce alla possibilità che le concessionarie di automobili danno ai potenziali clienti di saggiare la macchina che intendono comprare, facendo un breve giro di prova. Infine, in alcuni casi, prendono il nome di test dive anche gli eventi durante i quali si ha l’occasione di guidare celebri automobili, come Ferrari o Lamborghini, anche all’interno di circuiti ufficiali. Esperienze adrenaliniche molto simili ai track days, che si svolgono anche presso l’Autodromo Nazionale Monza

Scopri di più sui Track Days

Come funziona e come si svolge il test drive in concessionaria

Tornando però a parlare di test drive nella sua accezione classica, è interessante conoscerne il funzionamento, che segue un copione pressoché standard, con qualche variazione a seconda della concessionaria che lo realizza. Di solito, si tratta di attività organizzate su appuntamento, a cui prendono parte il cliente, che si mette alla guida, e il consulente dell’autosalone, che occupa il posto passeggero e indica il tragitto da seguire. La prova, infatti, avviene su strada pubblica aperta al traffico, nei pressi della concessionaria. È bene precisare che, in caso di incidente, si è comunque coperti dall’assicurazione del rivenditore.

Quanto dura?

La durata del test drive è variabile, ma di solito oscilla tra i 20 e i 30 minuti, un tempo adeguato per dare la possibilità al futuro acquirente di capire che sensazioni riceve dalla macchina mentre guida e per prendere dimestichezza con gli spazi e i comandi.

Quanto costa?

Essendo finalizzato all’acquisto dell’automobile, la concessionaria ha tutto l’interesse a concedere il test drive al potenziale cliente. Per questo motivo, di norma, questo tipo di prova su strada è totalmente gratuito. Anzi, alcuni autosaloni, organizzano periodici eventi di test drive per far provare le auto a chiunque fosse interessato.

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Gare di regolarità per automobili, quando la precisione conta più della velocità

Nelle gare di regolarità, sia per auto storiche che per auto moderne, non conta essere i più veloci ma i più precisi. Durante una gara di regolarità, infatti, a pilota e navigatore vengono comunicati tempi prestabiliti per concludere i diversi tratti del percorso. Inoltre, è necessario mantenere un’andatura media prefissata. Ecco come funzionano e chi può partecipare.

Quando si pensa ad una gara automobilistica, si tende ad immaginare bolidi a quattro ruote che sfrecciano sull’asfalto a tutta velocità. In realtà, però, non è sempre così. In alcune gare, infatti, il vero obiettivo non è essere più veloci degli altri lanciandosi a centinaia di chilometri orari, ma essere più precisi, scivolando lungo l’intero percorso con la regolarità di un metronomo. Sono le cosiddette gare di regolarità, un mondo che merita di essere conosciuto meglio.

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Cosa sono le gare di regolarità

Per definizione, nel mondo dei motori, le gare di regolarità sono quelle competizioni in cui ai partecipanti è richiesto di percorrere i diversi spezzoni del tragitto in tempi predeterminati. Il percorso è segnalato all’interno di un Road Book, che viene consegnato a tutti gli equipaggi. Inoltre, per l’intera durata della gara, le autovetture devono essere condotte alla velocità media indicata (di solito 50 km/h). Le lunghezze delle gare di regolarità sono piuttosto variabili, tra gli 80 e i 300 km in totale, a volte anche divisi su giorni diversi e consecutivi. A seconda dei veicoli che sono ammessi a partecipare, le gare di regolarità si dividono in:

  • Regolarità Classica, con macchine in assetto originale, su strada pubblica;
  • Regolarità Sportiva, con macchine in assetto sport, su percorsi chiusi.

Ciascuna categoria, poi, è ulteriormente organizzata in gare per auto storiche e gare per auto moderne.

Gare di regolarità per auto storiche; chi può partecipare

Le gare di regolarità per auto storiche sono riservate alle vetture ultratrentennali, quindi immatricolate prima del 1992. Per partecipare a competizioni di questo tipo è necessario farsi rilasciare una licenza sportiva di regolarità dall’ACI, che richiede come requisiti:

  • il possesso della patente B;
  • il possesso di un certificato medico sportivo per lo svolgimento di attività agonistica;
  • la frequenza di un corso teorico-pratico specifico.

Inoltre, il veicolo deve essere certificato come auto storica e deve quindi essere dotato di apposita fiche d’identità, rilasciata da CSAI o ASI, che ne attesta la conformità rispetto al modello originale.

Gare di regolarità per auto moderne: chi può partecipare

Le gare di regolarità per auto moderne, invece, sono tutte quelle in cui sono ammesse a partecipare le macchine con meno di 30 anni (quindi immatricolate dopo il 1992). Le regole per l’iscrizione sono identiche a quelle viste per le gare per auto storiche, fatta eccezione per la fiche di certificazione del veicolo, che in questo caso non è prevista.

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Come funziona una gara di regolarità

Il funzionamento di una gara di regolarità è diverso da competizione a competizione. Ci sono, però, alcuni elementi che ritornano, come quelli che riguardano la composizione dell’equipaggio, la presenza di prove speciali durante il tragitto, la modalità di cronometraggio del tempo e i criteri di composizione della classifica finale.

Per quanto riguarda l’equipaggio, questo è composto da due persone:

  • il guidatore, che conduce l’auto;
  • il navigatore, che ha il delicatissimo compito di gestire il Road Book e di dare le giuste indicazioni al driver.

Sotto il profilo del percorso, invece, due sono gli elementi rilevanti. Il primo concerne la partenza. Al via, infatti, le auto vengono fatte partire scaglionate, con una cadenza che di solito è di un veicolo ogni 30 o 60 secondi. L’altra caratteristica importante è la presenza, lungo il tragitto, di prove speciali, cioè tratti di strada che devono essere percorsi in tempi prestabiliti, con precisione al centesimo di secondo. Ritardare o anticipare significa collezionare penalità.

Infine, per quanto riguarda la classifica finale, solitamente viene attribuito un peso anche all’età del veicolo, per garantire un vantaggio a quelli più vecchi, dato che sono i più difficili da guidare.

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Normativa sulle auto storiche: ecco come funziona, tra requisiti e vantaggi

Per la normativa italiana, auto storiche e auto d’epoca sono la stessa cosa? Quali requisiti deve avere un veicolo per essere qualificato come automobile di valore storico e collezionistico? Di quali vantaggi beneficia una macchina certificata come storica? Di seguito, un approfondimento per orientarsi meglio nell’affascinante mondo vintage delle auto che hanno fatto la storia.

Il fascino di un’automobile non svanisce con il passare del tempo, soprattutto se la si cura con passione e attenzione. Le auto storiche, infatti, conservano una bellezza unica, anche perché sono testimonianza indelebile del periodo in cui sono state concepite. Possedere un’auto dal valore storico, quindi, è un vero privilegio, che chi ama le macchine sa apprezzare. Tra l’altro, proprio per la loro importanza, che trascende la valutazione economica, le auto storiche sono soggette a una normativa particolare, che riconosce ai loro proprietari alcuni vantaggi fiscali. Per potervi accedere, però, è necessario che l’auto possieda determinati requisiti.

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Quando un’automobile diventa auto storica: i requisiti

È la legge, infatti, a indicare quali sono le caratteristiche che un veicolo deve avere per potersi definire storico. In particolare, la norma che viene in rilievo è l’articolo 60 del Codice della strada che disciplina due tipologie di veicoli: le auto d’epoca e le auto di interesse storico e collezionistico (che spesso vengono confuse tra loro). Secondo questa disposizione:

Rientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l'iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI”.

Il Codice della strada, però, non è molto esaustivo sotto il profilo dei requisiti che servono per veder certificato l’interesse storico e collezionistico di un’auto e quindi ottenere l’inserimento nei registri citati. L’indicazione di tali requisiti, però, può essere reperita altrove, come ad esempio nei regolamenti dell’Automotoclub Storico italiano (ASI). Un’auto è storica se:

  • sono passati almeno 20 anni dalla sua immatricolazione;
  • ha carrozzeria, telaio e motore conformi all’originale;
  • è in buono stato.

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I vantaggi di un’auto storica: cosa si può fare e cosa non si può fare

Una volta che l’auto storica è stata certificata come tale, può accedere alla normativa che la riguarda e anche ai relativi vantaggi fiscali. Per quanto riguarda la possibilità di circolazione su strada, la norma di riferimento è sempre l’articolo 60 del Codice della strada:

I veicoli di interesse storico o collezionistico possono circolare sulle strade purché posseggano i requisiti previsti per questo tipo di veicoli, determinati dal regolamento.

Le auto storiche, quindi possono essere utilizzate, tranne che per attività professionali o commerciali. Questa è la maggior differenza rispetto alle auto d’epoca, che, al contrario, non possono circolare.

Per quanto riguarda i vantaggi fiscali, sono stati parzialmente ridotti dalla legge di stabilità del 2015. Fino a quella data, infatti, tutte le auto storiche beneficiavano di notevoli riduzioni dei costi del bollo e della polizza di assicurazione. Vantaggi che ora sono riservati alle sole auto storiche con più di 30 anni. Nello specifico, tali benefici si concretizzano:

  • nel pagamento di un bollo in misura ridotta e solo se si sceglie di far circolare la macchina;
  • nel pagamento di una polizza assicurativa molto vantaggiosa perché con classe di merito fissa.

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Visitare Monza con i bambini, 3 consigli per divertirli (e divertirsi)

Cosa si può fare e cosa si può vedere a Monza con i bambini? La città brianzola è ricca di opportunità per far divertire i più piccoli e fargli scoprire cose nuove. Tre mete, però, sono davvero imperdibili quando si visita Monza con dei bambini: l’Autodromo Nazionale, la Villa Reale e i Musei Civici.

Monza e la Brianza sono mete turistiche perfette per le famiglie con bambini. Infatti, accanto alle bellezze artistiche e naturali, di cui il territorio è ricco, sono molte anche le attrazioni pensate per i più piccoli. In realtà, già una semplice passeggiata per il centro storico monzese o una visita al Duomo e al suo Tesoro sono attività che incuriosiscono e divertono i bambini, così come gli adulti. Però, se si vuole andare a colpo sicuro e lasciarli a bocca aperta, nel proprio itinerario di viaggio vanno sicuramente inserite questi tre luoghi: l’Autodromo Nazionale Monza, la Villa Reale e il suo Parco, i Musei Civici.

Autodromo Nazionale Monza, velocità formato famiglia

A Monza, l’Autodromo è una sorta di istituzione cittadina, un simbolo conosciuto in tutto il mondo come il Tempio della Velocità. Ogni anno, migliaia di persone lo visitano o prendono parte alle numerose manifestazioni sportive che ospita, tra cui il Gran Premio d’Italia di Formula 1. Un luogo magico che sui bambini esercita un fascino davvero particolare, grazie alla sua bellezza e all’indiscutibile capacità attrattiva delle auto e dei campioni che lo attraversano. Ciò che più conta, però, è che l’Autodromo è davvero un’attrazione turistica formato famiglia, che può essere vissuta anche da chi non è appassionato di motori. Le possibilità di divertimento, infatti, sono molteplici: dalle pedalate in bicicletta ai tour guidati che portano grandi e piccoli alla scoperta di tutti i segreti della struttura.

Scopri la storia dell’Autodromo Nazionale Monza

Parco di Monza, divertimento assicurato per bambini di ogni età

Se c’è un luogo a Monza davvero a dimensione di bambini, questo è probabilmente il Parco annesso alla Villa Reale. Si tratta di un’area verde pressoché unica nel suo genere, il parco recintato più grande d’Europa, capace di far invidia alla più blasonata Reggia di Versailles. Visitare la Villa e i suoi Giardini è sicuramente una delle prime cose da fare quando si passa per Monza; anche i più piccoli ne rimarranno affascinati. Ciò che davvero fa impazzire di gioia i bambini, però, è la libertà e il divertimento che possono assaporare scorrazzando per il magnifico parco, saltando da un’attrazione all’altra: sentieri immersi nel verde (come quello degli gnomi o quello delle streghe), parco avventura, il giro sul trenino e molto altro.

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Musei Civici

I Musei Civici sono un altro piccolo gioiello di Monza, meno noti di altri monumenti cittadini ma ugualmente significativi. Si trovano in pieno centro storico e offrono un ricco catalogo di mostre permanenti ed esposizioni temporanee, che incontrano i gusti di grandi e piccoli. Allo stesso tempo, però, la proposta dei Musei Civici di Monza è ricca di iniziative dedicate ai bambini, con laboratori creativi per tutte le età. Per trovare la più adatta, è sufficiente consultare il sito ufficiale.

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Drifting in auto, una manovra adrenalinica da veri professionisti

Il drifting è una delle manovre automobilistiche più adrenaliniche e spettacolari. Se non si sa eseguire un drift alla perfezione, però, l’impresa può risultare piuttosto pericolosa, perché si perde il controllo dell’auto. Ecco perché il drifting è considerato un gesto da veri professionisti dell’automobilismo. Non a caso, esistono delle competizioni sportive per campioni di drifting.

Velocità e manovre adrenaliniche. Sono questi i due ingredienti principali che decretano il successo dell’automobilismo, a qualsiasi livello. Per gli amanti delle macchine e della guida, poche cose sono più eccitanti di un bolide che si lancia a tutta velocità sull’asfalto di una pista o che si avventura in sorpassi e manovre azzardate. Ed il drifting è senza dubbio una delle esibizioni di talento più spettacolari che ci siano nel mondo delle quattro ruote. Una manovra che ha dato vita anche a una vera e propria disciplina sportiva e che è stata consacrata cinematograficamente dalla serie di film di Fast & Furious. Quindi merita di essere conosciuta meglio.

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Che cosa significa “drifting”?

La traduzione letterale in italiano del termine inglese drifting è “alla deriva”. Infatti, nella manovra di drifting, l’auto sembra proprio andare alla deriva, perché il pilota perde volontariamente il controllo della parte posteriore e gestisce tutta la macchina con le sole ruote anteriori. Per questo motivo, è detta anche sbandata controllata o, in modo più gergale, derapata. Da fuori, l’effetto che si vede è spettacolare e adrenalinico: l’auto da corsa sembra scivolare fuori pista, per poi recuperare il controllo e tornare a sfrecciare rapidamente, avendo conservato gran parte della sua velocità. Si tratta di una manovra molto amata nei rally, per affrontare le curve senza utilizzare troppo il freno. Negli anni, poi, sono state istituite vere e proprie competizioni sportive di drifting, in cui vince chi è più preciso nell’eseguire la manovra e si avvicina il più possibile ad un ostacolo senza abbatterlo. Inoltre, il drifting è ampiamente utilizzato anche negli spettacoli con auto, come quelli proposti da stunt-man professionisti all’interno di parchi a tema e rassegne.

Come fare una manovra di drifting in auto

A tanta spettacolarità corrisponde una notevole difficoltà di esecuzione. Fare un drifting correttamente, infatti, non è semplice. Esistono diverse tecniche, che differiscono tra loro soprattutto nella prima parte della manovra, quella che serve ad innescare il drift. La più semplice è quella che prevede l’uso del freno a mano, che viene tirato con un colpo deciso quando si è raggiunta in velocità la curva; poi si inizia a controsterzare e si riprende ad accelerare. Una variante di questa tecnica è il cosiddetto blocco del ponte, in cui al posto del freno a mano, si utilizza il freno normale, scalando la marcia e lasciando di colpo la frizione una volta che si è impostata la curva. La tecnica più professionale, però, è il pendolo, che associa una brusca frenata con una decisa controsterzata, effettuate con l’auto lanciata in curva ad alta velocità. È bene precisare che, vista la sua pericolosità, il drifting deve essere eseguito solamente in pista o in luoghi ampi e deserti, dove non ci siano né persone ne ostacoli di alcun tipo. Inoltre, si deve essere consapevoli che la manovra comporta un notevole consumo degli pneumatici.

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Le migliori macchine per fare drifting

In linea generale, per poter realizzare una manovra di drifting è necessario mettersi al volante di un’auto a trazione posteriore. Con le macchine a trazione anteriore, infatti, si rischia di riuscire a fare al massimo un testacoda più o meno spettacolare, che è cosa ben diversa dalla sbandata controllata. Anche tra le auto a trazione posteriore, però, non tutte sono efficaci nel drifting. Non a caso, nelle competizioni ufficiali si utilizzano automobili progettate appositamente per questa specialità, spesso derivate da modelli di auto da strada.

Le competizioni di drifting sportivo

D’altra parte, la creazione di modelli di macchine ad hoc è la naturale conseguenza della trasformazione del drifting in una specialità sportiva. Il precursore del settore, negli anni ’70, è stato il pilota giapponese Keiichi Tsuchiva, considerato il padre del drifting moderno, nato in seno al Japanese Touring Car Championship. Con il passare dei decenni, il numero delle competizioni si è moltiplicato, anche fuori dai confini giapponesi, che però rimane il territorio con più appuntamenti di rilievo. Si tratta di gare in cui, come già accennato, viene valutata la capacità dei piloti di eseguire correttamente il drifting e la loro precisione, secondo rigidi criteri di giudizio. A livello mondiale, le competizioni più blasonate sono il D1 Gran Prix (Giappone) e la Formula Drift (USA e Giappone). Molto apprezzato dai piloti anche il Drift Masters European Championship. In Italia, invece, la gara più importante è il Campionato Italia Drifting, diviso in tre categorie: racing Pro, Racing Pro 2 e Street Open.

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