bici monza

Monza in bici, 4 itinerari da non perdere per scoprire la città e la Brianza

Una breve guida per scoprire dove andare in bici a Monza e in Brianza. Quattro itinerari di cicloturismo adatti a tutte le età e i livelli di allenamento. Un modo diverso, più lento e consapevole, per scoprire alcune delle bellezze monzesi: dall’Autodromo Nazionale al Parco, dal centro storico al fiume Lambro. Pedalando si impara e si scopre.

Monza e la Brianza sono luoghi ricchi di storia, cultura, arte e natura, che si prestano ad essere visitati in sella ad una bicicletta. Per questo motivo, in zona, il cicloturismo è una realtà sempre più presente. Una modalità di viaggio che vale la pena sperimentare almeno una volta nella vita, perché aiuta a gustare le cose con maggiore lentezza e profondità. Di possibili itinerari da percorrere in bici, a Monza e nei dintorni, ce ne sono numerosi; così come sono molti i servizi che vengono offerti ai turisti che amano pedalare, a cominciare dal noleggio biciclette pubbliche. Di seguito, 4 proposte per girare Monza e la Brianza in bici, adatte a tutte le età, le esigenze e i livelli di allenamento. Buona pedalata!

Pedalate e adrenalina: tour in bici sulla pista dell’Autodromo Nazionale Monza

Hai mai immaginato di poter calcare, in sella ad una bicicletta, la celebre pista dell’Autodromo Nazionale Monza? Sembra un sogno ma è la realtà. Il Tempio della Velocità, infatti, in alcuni giorni dell’anno, apre le sue porte ai ciclisti amatori e professionisti che desiderano fare un giro di pista sulle due ruote. Un’emozione unica, che porta gli appassionati delle bici a cimentarsi su un asfalto davvero speciale, carico di storia e di adrenalina.

Scopri di più sull’iniziativa Bici in pista

Immersi nella natura: scoprire in bicicletta il Parco di Monza

Il Parco di Monza, che fa parte, insieme alla Villa Reale, del complesso della Reggia, è un luogo dal fascino indiscutibile, che niente ha da invidiare alla più rinomata Versailles. Il parco recintato più grande d’Europa, infatti, ospita al suo interno una molteplicità di attrazioni turistiche, per adulti e bambini. E il modo migliore per conoscere e visitare il Parco di Monza è proprio la bicicletta, che può anche essere comodamente noleggiata sul posto.

Scopri di più sul Parco di Monza

Tra storia e arte: pedalando nel centro storico di Monza

Il centro storico di Monza è un elegante salotto, uno scrigno che custodisce perle di bellezza come il Duomo di Monza con il suo Museo dei Tesori, la Torre Teodolinda o le numerose e suggestive chiese. Il tutto è raccolto in un fazzoletto di pochi chilometri quadrati, pressoché pianeggiante. Una situazione ideale per sperimentarsi cicloturisti e visitare i monumenti e i luoghi di interesse spostandosi in bicicletta. Tra l’altro, pedalare mette fame e si avrà così una scusa per gustare le specialità della cucina brianzola.

Leggi anche: Cosa fare a Monza e Cosa vedere a Monza

L’anello del Lambro: conoscere il fiume in sella ad una bici

Non si può visitare Monza senza omaggiare il suo vero signore: il fiume Lambro. E la bicicletta è davvero il modo migliore per approcciare a questo incontro. Di itinerari cicloturistici che costeggiano il Lambro e permettono di conoscere anche altre aree della Brianza ce ne sono diversi. Quale scegliere? Tutto dipende dal proprio livello di allenamento e da quanto tempo si vuole spendere in bici. Uno dei più interessanti, però, è senza dubbio il giro ad anello che porta fino a Verano Brianza e ritorno (qui il tragitto dettagliato). Una vera pedalata nel cuore brianzolo.

Tutte le gare e gli eventi dell’Autodromo Nazionale Monza


prova su strada

Test drive, una prova fondamentale prima di acquistare un’auto

Con i test drive, le concessionarie di auto danno la possibilità ai clienti di testare l’auto che vogliono acquistare mediante una prova su strada. Il test drive, quindi, è un passaggio fondamentale nella scelta di una nuova automobile, perché permette di conoscerne le caratteristiche di guida e di capire se ci si trova a proprio agio al volante. Ma come funziona praticamente un test drive? Quanto dura? Ha un costo? Un approfondimento per saperne di più.

Acquistare un’auto nuova (ma anche usata), soprattutto per chi è appassionato di motori, rappresenta davvero un momento cruciale. C’è da decidere la casa automobilistica e poi il modello e altri mille particolari che renderanno unica la macchina che uscirà dalla concessionaria. Al di là dei dettagli più o meno importanti, ciò che davvero conta quando ci si accinge ad un acquisto così speciale è capire la guidabilità della nuova auto. Guidare, infatti, non è una questione meramente tecnica, ma una matassa di emozione e razionalità, di gesti da fare meccanicamente e di vibrazioni che si avvertono a pelle. Allora, per fugare ogni dubbio, meglio prenotare un bel test drive.

Cos’è un test drive

Letteralmente, la locuzione inglese test drive si traduce in “prova di guida”, meglio detta anche “prova su strada”. In realtà, però, indagando a fondo nell’uso che il settore motoristico fa dei due termini emerge qualche differenza. La formula “prova su strada”, infatti, viene di solito usata dalle testate giornalistiche che si occupano specificamente di motori per segnalare le rubriche dedicate alle recensioni delle auto nuove, fatte dopo una prova di guida che avviene appunto “su strada”. Il test drive, invece, si riferisce alla possibilità che le concessionarie di automobili danno ai potenziali clienti di saggiare la macchina che intendono comprare, facendo un breve giro di prova. Infine, in alcuni casi, prendono il nome di test dive anche gli eventi durante i quali si ha l’occasione di guidare celebri automobili, come Ferrari o Lamborghini, anche all’interno di circuiti ufficiali. Esperienze adrenaliniche molto simili ai track days, che si svolgono anche presso l’Autodromo Nazionale Monza

Scopri di più sui Track Days

Come funziona e come si svolge il test drive in concessionaria

Tornando però a parlare di test drive nella sua accezione classica, è interessante conoscerne il funzionamento, che segue un copione pressoché standard, con qualche variazione a seconda della concessionaria che lo realizza. Di solito, si tratta di attività organizzate su appuntamento, a cui prendono parte il cliente, che si mette alla guida, e il consulente dell’autosalone, che occupa il posto passeggero e indica il tragitto da seguire. La prova, infatti, avviene su strada pubblica aperta al traffico, nei pressi della concessionaria. È bene precisare che, in caso di incidente, si è comunque coperti dall’assicurazione del rivenditore.

Quanto dura?

La durata del test drive è variabile, ma di solito oscilla tra i 20 e i 30 minuti, un tempo adeguato per dare la possibilità al futuro acquirente di capire che sensazioni riceve dalla macchina mentre guida e per prendere dimestichezza con gli spazi e i comandi.

Quanto costa?

Essendo finalizzato all’acquisto dell’automobile, la concessionaria ha tutto l’interesse a concedere il test drive al potenziale cliente. Per questo motivo, di norma, questo tipo di prova su strada è totalmente gratuito. Anzi, alcuni autosaloni, organizzano periodici eventi di test drive per far provare le auto a chiunque fosse interessato.

Realizza il sogno di diventare pilota nell’Autodromo Nazionale Monza


Gare di regolarità per automobili, quando la precisione conta più della velocità

Nelle gare di regolarità, sia per auto storiche che per auto moderne, non conta essere i più veloci ma i più precisi. Durante una gara di regolarità, infatti, a pilota e navigatore vengono comunicati tempi prestabiliti per concludere i diversi tratti del percorso. Inoltre, è necessario mantenere un’andatura media prefissata. Ecco come funzionano e chi può partecipare.

Quando si pensa ad una gara automobilistica, si tende ad immaginare bolidi a quattro ruote che sfrecciano sull’asfalto a tutta velocità. In realtà, però, non è sempre così. In alcune gare, infatti, il vero obiettivo non è essere più veloci degli altri lanciandosi a centinaia di chilometri orari, ma essere più precisi, scivolando lungo l’intero percorso con la regolarità di un metronomo. Sono le cosiddette gare di regolarità, un mondo che merita di essere conosciuto meglio.

Pilota per un giorno sulla pista dell’Autodromo Nazionale Monza

Cosa sono le gare di regolarità

Per definizione, nel mondo dei motori, le gare di regolarità sono quelle competizioni in cui ai partecipanti è richiesto di percorrere i diversi spezzoni del tragitto in tempi predeterminati. Il percorso è segnalato all’interno di un Road Book, che viene consegnato a tutti gli equipaggi. Inoltre, per l’intera durata della gara, le autovetture devono essere condotte alla velocità media indicata (di solito 50 km/h). Le lunghezze delle gare di regolarità sono piuttosto variabili, tra gli 80 e i 300 km in totale, a volte anche divisi su giorni diversi e consecutivi. A seconda dei veicoli che sono ammessi a partecipare, le gare di regolarità si dividono in:

  • Regolarità Classica, con macchine in assetto originale, su strada pubblica;
  • Regolarità Sportiva, con macchine in assetto sport, su percorsi chiusi.

Ciascuna categoria, poi, è ulteriormente organizzata in gare per auto storiche e gare per auto moderne.

Gare di regolarità per auto storiche; chi può partecipare

Le gare di regolarità per auto storiche sono riservate alle vetture ultratrentennali, quindi immatricolate prima del 1992. Per partecipare a competizioni di questo tipo è necessario farsi rilasciare una licenza sportiva di regolarità dall’ACI, che richiede come requisiti:

  • il possesso della patente B;
  • il possesso di un certificato medico sportivo per lo svolgimento di attività agonistica;
  • la frequenza di un corso teorico-pratico specifico.

Inoltre, il veicolo deve essere certificato come auto storica e deve quindi essere dotato di apposita fiche d’identità, rilasciata da CSAI o ASI, che ne attesta la conformità rispetto al modello originale.

Gare di regolarità per auto moderne: chi può partecipare

Le gare di regolarità per auto moderne, invece, sono tutte quelle in cui sono ammesse a partecipare le macchine con meno di 30 anni (quindi immatricolate dopo il 1992). Le regole per l’iscrizione sono identiche a quelle viste per le gare per auto storiche, fatta eccezione per la fiche di certificazione del veicolo, che in questo caso non è prevista.

Scopri come diventare pilota di auto da corsa

Come funziona una gara di regolarità

Il funzionamento di una gara di regolarità è diverso da competizione a competizione. Ci sono, però, alcuni elementi che ritornano, come quelli che riguardano la composizione dell’equipaggio, la presenza di prove speciali durante il tragitto, la modalità di cronometraggio del tempo e i criteri di composizione della classifica finale.

Per quanto riguarda l’equipaggio, questo è composto da due persone:

  • il guidatore, che conduce l’auto;
  • il navigatore, che ha il delicatissimo compito di gestire il Road Book e di dare le giuste indicazioni al driver.

Sotto il profilo del percorso, invece, due sono gli elementi rilevanti. Il primo concerne la partenza. Al via, infatti, le auto vengono fatte partire scaglionate, con una cadenza che di solito è di un veicolo ogni 30 o 60 secondi. L’altra caratteristica importante è la presenza, lungo il tragitto, di prove speciali, cioè tratti di strada che devono essere percorsi in tempi prestabiliti, con precisione al centesimo di secondo. Ritardare o anticipare significa collezionare penalità.

Infine, per quanto riguarda la classifica finale, solitamente viene attribuito un peso anche all’età del veicolo, per garantire un vantaggio a quelli più vecchi, dato che sono i più difficili da guidare.

Tutto quello che c’è da sapere sulla Mille Miglia


Normativa sulle auto storiche: ecco come funziona, tra requisiti e vantaggi

Per la normativa italiana, auto storiche e auto d’epoca sono la stessa cosa? Quali requisiti deve avere un veicolo per essere qualificato come automobile di valore storico e collezionistico? Di quali vantaggi beneficia una macchina certificata come storica? Di seguito, un approfondimento per orientarsi meglio nell’affascinante mondo vintage delle auto che hanno fatto la storia.

Il fascino di un’automobile non svanisce con il passare del tempo, soprattutto se la si cura con passione e attenzione. Le auto storiche, infatti, conservano una bellezza unica, anche perché sono testimonianza indelebile del periodo in cui sono state concepite. Possedere un’auto dal valore storico, quindi, è un vero privilegio, che chi ama le macchine sa apprezzare. Tra l’altro, proprio per la loro importanza, che trascende la valutazione economica, le auto storiche sono soggette a una normativa particolare, che riconosce ai loro proprietari alcuni vantaggi fiscali. Per potervi accedere, però, è necessario che l’auto possieda determinati requisiti.

Leggi la storia dell’Autodromo di Monza

Quando un’automobile diventa auto storica: i requisiti

È la legge, infatti, a indicare quali sono le caratteristiche che un veicolo deve avere per potersi definire storico. In particolare, la norma che viene in rilievo è l’articolo 60 del Codice della strada che disciplina due tipologie di veicoli: le auto d’epoca e le auto di interesse storico e collezionistico (che spesso vengono confuse tra loro). Secondo questa disposizione:

Rientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l'iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI”.

Il Codice della strada, però, non è molto esaustivo sotto il profilo dei requisiti che servono per veder certificato l’interesse storico e collezionistico di un’auto e quindi ottenere l’inserimento nei registri citati. L’indicazione di tali requisiti, però, può essere reperita altrove, come ad esempio nei regolamenti dell’Automotoclub Storico italiano (ASI). Un’auto è storica se:

  • sono passati almeno 20 anni dalla sua immatricolazione;
  • ha carrozzeria, telaio e motore conformi all’originale;
  • è in buono stato.

Pillole di Mille Miglia, la corsa più bella del mondo

I vantaggi di un’auto storica: cosa si può fare e cosa non si può fare

Una volta che l’auto storica è stata certificata come tale, può accedere alla normativa che la riguarda e anche ai relativi vantaggi fiscali. Per quanto riguarda la possibilità di circolazione su strada, la norma di riferimento è sempre l’articolo 60 del Codice della strada:

I veicoli di interesse storico o collezionistico possono circolare sulle strade purché posseggano i requisiti previsti per questo tipo di veicoli, determinati dal regolamento.

Le auto storiche, quindi possono essere utilizzate, tranne che per attività professionali o commerciali. Questa è la maggior differenza rispetto alle auto d’epoca, che, al contrario, non possono circolare.

Per quanto riguarda i vantaggi fiscali, sono stati parzialmente ridotti dalla legge di stabilità del 2015. Fino a quella data, infatti, tutte le auto storiche beneficiavano di notevoli riduzioni dei costi del bollo e della polizza di assicurazione. Vantaggi che ora sono riservati alle sole auto storiche con più di 30 anni. Nello specifico, tali benefici si concretizzano:

  • nel pagamento di un bollo in misura ridotta e solo se si sceglie di far circolare la macchina;
  • nel pagamento di una polizza assicurativa molto vantaggiosa perché con classe di merito fissa.

Diventa pilota per un giorno sulla pista di Monza


Visitare Monza con i bambini, 3 consigli per divertirli (e divertirsi)

Cosa si può fare e cosa si può vedere a Monza con i bambini? La città brianzola è ricca di opportunità per far divertire i più piccoli e fargli scoprire cose nuove. Tre mete, però, sono davvero imperdibili quando si visita Monza con dei bambini: l’Autodromo Nazionale, la Villa Reale e i Musei Civici.

Monza e la Brianza sono mete turistiche perfette per le famiglie con bambini. Infatti, accanto alle bellezze artistiche e naturali, di cui il territorio è ricco, sono molte anche le attrazioni pensate per i più piccoli. In realtà, già una semplice passeggiata per il centro storico monzese o una visita al Duomo e al suo Tesoro sono attività che incuriosiscono e divertono i bambini, così come gli adulti. Però, se si vuole andare a colpo sicuro e lasciarli a bocca aperta, nel proprio itinerario di viaggio vanno sicuramente inserite questi tre luoghi: l’Autodromo Nazionale Monza, la Villa Reale e il suo Parco, i Musei Civici.

Autodromo Nazionale Monza, velocità formato famiglia

A Monza, l’Autodromo è una sorta di istituzione cittadina, un simbolo conosciuto in tutto il mondo come il Tempio della Velocità. Ogni anno, migliaia di persone lo visitano o prendono parte alle numerose manifestazioni sportive che ospita, tra cui il Gran Premio d’Italia di Formula 1. Un luogo magico che sui bambini esercita un fascino davvero particolare, grazie alla sua bellezza e all’indiscutibile capacità attrattiva delle auto e dei campioni che lo attraversano. Ciò che più conta, però, è che l’Autodromo è davvero un’attrazione turistica formato famiglia, che può essere vissuta anche da chi non è appassionato di motori. Le possibilità di divertimento, infatti, sono molteplici: dalle pedalate in bicicletta ai tour guidati che portano grandi e piccoli alla scoperta di tutti i segreti della struttura.

Scopri la storia dell’Autodromo Nazionale Monza

Parco di Monza, divertimento assicurato per bambini di ogni età

Se c’è un luogo a Monza davvero a dimensione di bambini, questo è probabilmente il Parco annesso alla Villa Reale. Si tratta di un’area verde pressoché unica nel suo genere, il parco recintato più grande d’Europa, capace di far invidia alla più blasonata Reggia di Versailles. Visitare la Villa e i suoi Giardini è sicuramente una delle prime cose da fare quando si passa per Monza; anche i più piccoli ne rimarranno affascinati. Ciò che davvero fa impazzire di gioia i bambini, però, è la libertà e il divertimento che possono assaporare scorrazzando per il magnifico parco, saltando da un’attrazione all’altra: sentieri immersi nel verde (come quello degli gnomi o quello delle streghe), parco avventura, il giro sul trenino e molto altro.

Scopri di più sul Parco di Monza e sulla Villa Reale

Musei Civici

I Musei Civici sono un altro piccolo gioiello di Monza, meno noti di altri monumenti cittadini ma ugualmente significativi. Si trovano in pieno centro storico e offrono un ricco catalogo di mostre permanenti ed esposizioni temporanee, che incontrano i gusti di grandi e piccoli. Allo stesso tempo, però, la proposta dei Musei Civici di Monza è ricca di iniziative dedicate ai bambini, con laboratori creativi per tutte le età. Per trovare la più adatta, è sufficiente consultare il sito ufficiale.

Viaggio a Monza? Diventa pilota per un giorno


Drifting in auto, una manovra adrenalinica da veri professionisti

Il drifting è una delle manovre automobilistiche più adrenaliniche e spettacolari. Se non si sa eseguire un drift alla perfezione, però, l’impresa può risultare piuttosto pericolosa, perché si perde il controllo dell’auto. Ecco perché il drifting è considerato un gesto da veri professionisti dell’automobilismo. Non a caso, esistono delle competizioni sportive per campioni di drifting.

Velocità e manovre adrenaliniche. Sono questi i due ingredienti principali che decretano il successo dell’automobilismo, a qualsiasi livello. Per gli amanti delle macchine e della guida, poche cose sono più eccitanti di un bolide che si lancia a tutta velocità sull’asfalto di una pista o che si avventura in sorpassi e manovre azzardate. Ed il drifting è senza dubbio una delle esibizioni di talento più spettacolari che ci siano nel mondo delle quattro ruote. Una manovra che ha dato vita anche a una vera e propria disciplina sportiva e che è stata consacrata cinematograficamente dalla serie di film di Fast & Furious. Quindi merita di essere conosciuta meglio.

Macchine e cinema: i film imperdibili

Che cosa significa “drifting”?

La traduzione letterale in italiano del termine inglese drifting è “alla deriva”. Infatti, nella manovra di drifting, l’auto sembra proprio andare alla deriva, perché il pilota perde volontariamente il controllo della parte posteriore e gestisce tutta la macchina con le sole ruote anteriori. Per questo motivo, è detta anche sbandata controllata o, in modo più gergale, derapata. Da fuori, l’effetto che si vede è spettacolare e adrenalinico: l’auto da corsa sembra scivolare fuori pista, per poi recuperare il controllo e tornare a sfrecciare rapidamente, avendo conservato gran parte della sua velocità. Si tratta di una manovra molto amata nei rally, per affrontare le curve senza utilizzare troppo il freno. Negli anni, poi, sono state istituite vere e proprie competizioni sportive di drifting, in cui vince chi è più preciso nell’eseguire la manovra e si avvicina il più possibile ad un ostacolo senza abbatterlo. Inoltre, il drifting è ampiamente utilizzato anche negli spettacoli con auto, come quelli proposti da stunt-man professionisti all’interno di parchi a tema e rassegne.

Come fare una manovra di drifting in auto

A tanta spettacolarità corrisponde una notevole difficoltà di esecuzione. Fare un drifting correttamente, infatti, non è semplice. Esistono diverse tecniche, che differiscono tra loro soprattutto nella prima parte della manovra, quella che serve ad innescare il drift. La più semplice è quella che prevede l’uso del freno a mano, che viene tirato con un colpo deciso quando si è raggiunta in velocità la curva; poi si inizia a controsterzare e si riprende ad accelerare. Una variante di questa tecnica è il cosiddetto blocco del ponte, in cui al posto del freno a mano, si utilizza il freno normale, scalando la marcia e lasciando di colpo la frizione una volta che si è impostata la curva. La tecnica più professionale, però, è il pendolo, che associa una brusca frenata con una decisa controsterzata, effettuate con l’auto lanciata in curva ad alta velocità. È bene precisare che, vista la sua pericolosità, il drifting deve essere eseguito solamente in pista o in luoghi ampi e deserti, dove non ci siano né persone ne ostacoli di alcun tipo. Inoltre, si deve essere consapevoli che la manovra comporta un notevole consumo degli pneumatici.

Track Days dell’Autodromo Nazionale Monza: vivi l’adrenalina di un vero pilota

Le migliori macchine per fare drifting

In linea generale, per poter realizzare una manovra di drifting è necessario mettersi al volante di un’auto a trazione posteriore. Con le macchine a trazione anteriore, infatti, si rischia di riuscire a fare al massimo un testacoda più o meno spettacolare, che è cosa ben diversa dalla sbandata controllata. Anche tra le auto a trazione posteriore, però, non tutte sono efficaci nel drifting. Non a caso, nelle competizioni ufficiali si utilizzano automobili progettate appositamente per questa specialità, spesso derivate da modelli di auto da strada.

Le competizioni di drifting sportivo

D’altra parte, la creazione di modelli di macchine ad hoc è la naturale conseguenza della trasformazione del drifting in una specialità sportiva. Il precursore del settore, negli anni ’70, è stato il pilota giapponese Keiichi Tsuchiva, considerato il padre del drifting moderno, nato in seno al Japanese Touring Car Championship. Con il passare dei decenni, il numero delle competizioni si è moltiplicato, anche fuori dai confini giapponesi, che però rimane il territorio con più appuntamenti di rilievo. Si tratta di gare in cui, come già accennato, viene valutata la capacità dei piloti di eseguire correttamente il drifting e la loro precisione, secondo rigidi criteri di giudizio. A livello mondiale, le competizioni più blasonate sono il D1 Gran Prix (Giappone) e la Formula Drift (USA e Giappone). Molto apprezzato dai piloti anche il Drift Masters European Championship. In Italia, invece, la gara più importante è il Campionato Italia Drifting, diviso in tre categorie: racing Pro, Racing Pro 2 e Street Open.

Cosa regalare ad un appassionato di auto?


gara mille miglia

Mille Miglia, la corsa più bella del mondo raccontata in pillole

Storia e curiosità sulla Mille Miglia, la corsa automobilistica che si è trasformata in gara per auto d’epoca, senza perdere il suo fascino. Una competizione suggestiva, che si soda tra Brescia e Roma, lungo un percorso di circa 1600 chilometri attraverso il centro Italia.

Mille Miglia è forse uno dei nomi più evocativi che c’è nell’automobilismo, soprattutto in Italia. È entrato nel linguaggio comune come simbolo di una gara dai contorni epici, una corsa che mescola alla perfezione spirito sportivo, passione per i motori e stravaganza. Non a caso, la Mille Miglia è considerata una delle corse più belle del mondo ed ogni anno attira centinata di piloti e appassionati da tutto il mondo. Ma come è nato questo celebre appuntamento? Come si è evoluto negli anni? Quali curiosità nasconde?

La storia della Mille Miglia: ieri e oggi

La cosa migliore da fare per raccontare la Mille Miglia è partire dalla sua storia, che ne costituisce un elemento caratterizzante. La vita di questa corsa automobilistica può essere divisa in due grandi fasi: quella della gara vera e propria e quella della rievocazione storica. La prima fase va dal 1927, data dell’edizione di esordio, al 1957 (con due pause, nel 1939 e tra il 1941 e il 1946). In questi anni la Mille Miglia si caratterizza come una corsa automobilistica di gran fondo, che inizia e finisce a Brescia, attraversando lungo il tragitto di circa 1600 chilometri (equivalenti a 100 miglia imperiali) gran parte del centro Italia, fino a Roma. L’idea di organizzarla nasce da una protesta legata alla mancata assegnazione alla città di Brescia del Gran Premio d’Italia di Formula 1, andato invece a Monza e al suo Autodromo Nazionale. Una delusione da cui è nata una storia fantastica. La seconda vita della Mille Miglia, invece, è iniziata nel 1977 e continua ancora oggi. L’evento si è trasformato in una gara di regolarità storica a tappe, che vede sfilare affascinanti macchine d’epoca lungo un tragitto che ripercorre l’idea originale e va da Brescia a Roma e ritorno. L’obiettivo è completarlo in un tempo prestabilito, senza anticipare e senza ritardare.

5 idee regalo per amanti delle auto

7 cose da sapere sulla Mille Miglia

Già da questi brevi cenni storici è possibile intuire l’unicità della Mille Miglia, che da semplice corsa automobilistica è stata capace di trasformarsi in mito. Per conoscerla ancora meglio, ecco sette cose che bisogna assolutamente sapere.

Chi l’ha inventata

Gli ideatori della Mille Miglia sono stati Giovanni Canestrini, Franco Mazzotti, Aymo Maggi e Renzo Castagneto, ribattezzati “i quattro moschettieri”. Di questo poker d’assi, però, il più attivo promotore della corsa è stato sicuramente Castagneto, allora presidente dell’Automobile Club Italia di Brescia.

Da dove parte e dove arriva

Come detto, la Mille Miglia prende il via a Brescia, dove è fissato anche l’arrivo. Per la città lombarda, la corsa è un simbolo storico di gran pregio, un evento attorno al quale tutta la città i colora e si anima. Il core pulsante di tutta la manifestazione, fin dai primissimi anni, è Piazza Vittoria.

Qual è il percorso di gara

Il percorso della Mille Miglia subisce delle piccole variazioni ad ogni edizione, andando a toccare diverse località del centro Italia. Gli inamovibili punti fissi però sono la lunghezza, che deve aggirarsi intorno al 1600 chilometri, cioè mille miglia imperiali, e il passaggio per Roma.

Quali auto storiche possono partecipare

All’attuale versione della Mille Miglia possono partecipare solo auto storiche prodotte entro il 1957 e di cui almeno un esemplare abbia preso parte o sia stato iscritto alla Mille Miglia originale.

Quante macchine partecipano

Non c’è un numero minimo o massimo di partecipanti ammessi. Il record d vettura presenti al via è stato registrato nel 2017, in occasione della corsa che celebrava il 90° anniversario della prima edizione della Mille Miglia.

Come e cosa si vince

Trattandosi di una gara di regolarità, il primo premio va a chi si discosta meno dal tempo di percorrenza stabilito. Arrivare in anticipo o in ritardo, infatti, comporta l’assegnazione di penalità. Chi colleziona meno penalità è il vincitore e si aggiudica il primo premio, simbolico ma molto prestigioso: una coppa che riproduce fedelmente quella della Mille Miglia classica.

Quando si svolgerà la Mille Miglia 2022

L’edizione 2022 della Mille Miglia sarà la numero 40 da quando la corsa è rinata come gara di auto storiche. La competizione si svolgerà dal 15 al 18 giugno. Nella prima tappa, i concorrenti partiranno da Brescia e arriveranno a Cervia – Milano marittima; nella seconda tappa attraverseranno il centro Italia, con passaggio a San Marino e a Norcia e approdo a Roma; nella terza, invece, risaliranno verso nord attraverso la Toscana, fino a raggiungere Parma; infine, nella quarta disputeranno delle prove nel circuito di varano de’ Melegari, per poi raggiungere l’Autodromo Nazionale Monza via Salsomaggiore e Pavia.

Idee regalo per appassionati di Formula 1


Cosa vedere in Brianza (oltre a Monza): 5 consigli per non perdersi

Ci sono molte cose da fare e da vedere in Brianza, cuore della Lombardia. Oltre a Monza, infatti, la zona custodisce un patrimonio storico, artistico e naturalistico di inestimabile valore. Dall’Adda ai laghi briantei, da Montevecchio a Seregno, passando per luoghi di pregio indiscusso come il palazzo Arese Borromeo. In questo articolo, una breve guida per turisti della Brianza da non perdere.

L’Italia è costellata di luoghi ricchi di storia, di arte e di bellezze paesaggistiche. Alcuni sono molto noti e raccontati ovunque. Altri, invece, conquistano raramente la ribalta, ma non sono meno suggestivi. La Brianza è tra questi ultimi, anche se un numero sempre crescente di turisti la sceglie come meta di viaggi brevi o vacanze più lunghe. Questa storica zona della Lombardia, infatti, offre a chi la visita una pluralità di cose da fare e da vedere. Itinerari adatti a tutte le esigenze e ai diversi gusti, che permettono di scoprire un territorio dalla lunga e gloriosa storia. Monza è senza dubbio l’attrazione principale della Brianza, ma intorno alla storica città ci sono molti altri luoghi imperdibili. La lista che segue ne elenca cinque, senza la pretesa di essere esaustiva. A Monza, invece, sono dedicati degli articoli a parte, vista la sua importanza:

L’Adda, il traghetto Leonardo e l’ecomuseo

Il fiume Adda è uno dei simboli della Brianza e non si può visitare questa zona senza dedicargli un po’ di tempo, anche perché offre moltissimi spunti. Ad esempio, all’interno del Parco dell’Adda Nord si trova l’Ecomuseo Adda di Leonardo, articolato in 18 tappe lungo il corso del fiume, con lo scopo di valorizzarne le risorse naturalistiche e incoraggiare lo sviluppo sostenibile. Una delle principali attrazioni dell’Ecomuseo è il traghetto Leonardo, che collega le due sponde del corso d’acqua, quella lecchese e quella bergamasca. Cosa ha di speciale? È un traghetto senza motore, che cammina sfruttando solamente la forza delle correnti. Per chi ama le attività all’aria aperta, poi, l’Adda offre una fantastica pista ciclopedonale.

I laghi briantei

Sempre rimanendo in tema di attrazioni naturalistiche, meritano di essere menzionati i laghi briantei, cioè quelli che si trovano nell’alta Brianza, tra Lecco e Como, a pochissima distanza da Monza. Si tratta di una serie di cinque piccoli laghi di origine glaciale (Alserio, Pusiano, Montorfano, Segrino e Annone) immersi in una vegetazione rigogliosa e circondati da paesaggi affascinanti. Un’area ideale per un tranquillo picnic o per un’escursione in mountain bike.

Montevecchia

Montevecchia è un piccolo ma prezioso borgo che si trova arroccato sulle colline della Brianza nord-orientale. Un piccolo gioiello che custodisce numerosi monumenti di pregio, come il santuario della Beata Vergine del Carmelo o la Villa Albertoni Agnese. Inoltre, il paese è al centro di un bellissimo paesaggio collinare, che può ospitare lunghe e salutari passeggiate. Infine, meritano di essere omaggiate anche le bontà enogastronomiche, come il Pincianèl, un vino rosso a denominazione IGT.

Seregno

Altro comune brianzolo da inserire necessariamente nel proprio itinerario di viaggio è Seregno. Si tratta di una cittadina molto più grande e popolosa di Montevecchia, ma il cui centro storico custodisce un sapore unico e antico. Tra i monumenti di maggior spessore ci sono sicuramente la Basilica Collegiata di San Giuseppe, la Torre del Barbarossa, il Santuario di Santa Valeria e l’Abbazia di San Benedetto.

Palazzo e Giardino Arese Borromeo

Cesano Maderno, comune della provincia di Monza e Brianza, custodisce il Palazzo Arese Borromeo, con il suo suggestivo giardino. Un luogo incantevole, in cui si incontrano arte, storia e cultura. Dietro la facciata austera, l’edificio nasconde un’incredibile ricchezza di stanze affrescate. Allo stesso modo, lo spazio esterno, molto curato, è popolato da statue e fontane. La struttura originaria del palazzo è della seconda metà del 1600, ma è poi stata trasformata e arricchita nel corso dei secoli.

Scopri cosa mangiare a Monza e in Brianza


go kart sport

Karting, lo sport che modella i futuri piloti

Le gare di karting sono spesso una palestra in cui si formano le giovani leve dell’automobilismo, destinate a diventare grandi piloti di auto o moto. A bordo dei go-kart, all’interno di un kartodromo, si possono sperimentare e accrescere le abilità in pista. Il karting, però, non è il fratello minore della Formula 1, ma un motorsport a tutti gli effetti, con i suoi campionati e le sue sfide adrenaliniche.

C’è una cosa che accomuna il passato agonistico di molti grandi campioni della Formula 1, da Senna a Verstappen, ed è il karting. Correre sui go-kart, infatti, è il primo approccio che gli aspiranti piloti hanno con la pista e con la velocità. Il kartodromo è una sorta di palestra che si può cominciare a frequentare già in giovane età (si può iniziare a 6 anni). Per questo motivo, il karting è molto di più che una corsa a bordo di curiose “macchinette”, ma uno sport vero e proprio, con le sue regole e le sue competizioni internazionali, e soprattutto con grande valore agonistico. Quindi vale la pena conoscerlo un po’ meglio.

Diventa pilota per un giorno

Cos’è il karting: caratteristiche e storia di uno sport dalla lunga tradizione

Secondo la definizione di base, il karting è quella specialità del motorsport che si corre con i kart, cioè autoveicoli a motore di piccole dimensioni, di cui esistono diverse varianti. L’elemento caratterizzante, quindi, è il mezzo utilizzato, che ha un aspetto molto particolare. Il primo prototipo di go-kart risale al 1956 ed è opera di Art Ingels, costruttore americano di auto da corsa e tecnico della Kurtis Kraft. Nelle sue intenzioni, quella macchinetta doveva essere solo un passatempo per il figlio piccolo. Si è rivelata, invece, un’intuizione potente, capace di scrivere pagine indimenticabili nel mondo dei motori. Già nel 1957, infatti, in California furono messi a punto i primi veri e propri kart: veicoli compatti, con altezza minima da terra e senza sospensioni, telaio flessibile, trazione posteriore e un motore dalla potenza limitata, che però li rende comunque capaci di spingersi fino a una velocità di 100 km/h. Ed è del 1959 la prima competizione ufficiale di karting, organizzata a Nassau.

Scopri di più sul Justspeed Monza Karting, la pista per kart dell’Autodromo Nazionale Monza

Il karting in Italia

Nonostante le sue origini siano statunitensi, il karting vanta una lunga e gloriosa tradizione in Italia, dove è arrivato già nel 1957 e dove oggi esistono numerosi kartodromi. La prima esibizione di un kart si è svolta sulla pista dell’Autodromo Nazionale Monza, mentre la produzione di questi veicoli in Italia è strettamente legata al nome di Nicolò Donà delle Rose, pioniere del settore. Negli anni, poi, piloti e scuderie “made in Italy” si sono distinti per i successi in pista a livello internazionale. Per rendersene conto, basta scorre gli albi d’oro delle competizioni per kart monomarcia e per kart a marce.

Tutti gli eventi kart dell’Autodromo Nazionale Monza

Tipologie di kart e categorie di gara

La già accennata distinzione tra kart monomarcia e kart a marce è un primo esempio di come esistano diverse tipologie di kart. Differenziazioni che si riflettono anche sulle competizioni e sull’età dei piloti che possono guidare i vari veicoli.

Un’altra distinzione fondamentale è quella relativa ai motori, che possono essere:

  • 4 tempi;
  • 2 tempi 100 cm³ racing;
  • 2 tempi 125 cm³ racing famiglia KF;
  • 2 tempi 125 cm³ famiglia KZ;
  • 125 cm³ famiglia TAG.

Molto importante è anche il peso (veicolo + pilota), che è collegato all’età di guida e alla categoria di gara, come evidenziato dalla tabella che segue.

Età (anni) Categoria Peso minimo (Kg)
da 6 a 7 60 Baby 85
da 8 a 9 anni 60 Baby 95
da 8 a 9 anni 125 Rotax micro 105
da 9 a 12 anni 60 Mini 110
da 9 a 12 anni 125 Rotax mini 115
da 12 a 15 anni OKJ Cadetti 135
da 12 a 15 anni OKJ Nazionale 135
da 12 a 15 anni 125 Rotax Junior 145
da 14 anni e 6 mesi OK Nazionale 145
da 14 anni e 6 mesi 125 KZ2 Nazionale 175
da 14 anni e 6 mesi 125 Club 180
da 15 anni 125 Rotax max 160
da 15 anni 125 KZ2 175
da 17 a 35 anni 125 Prodriver under 175
oltre 35 anni 125 Rotax max over 168
oltre 35 anni 125 Prodriver over 180

Le competizioni nazionali e internazionali per kart

La numerosità delle categorie di kart, fa si che esistano moltissime competizioni di karting diverse, sia a livello nazionale che internazionale. Su scala mondiale, però, i titoli più ambiti restano senza dubbio quelli messi in palio dalla divisione karting della FIA, che vanno sotto la sigla di FIA Karting World Championship (gara singola). Discorso analogo per il panorama europeo, dominato dai FIA karting European Championship (torneo con più gare in diversi paesi del vecchio continente). In Italia, invece, il trofeo più importante è organizzato e promosso dall’ACI e prende il nome di Campionato Italiano ACI Karting, organizzato in 8 diverse classi (alcune da 3 gare, altre da 5).

La guida completa al Campionato Italiano ACI Karting


Film di auto da corsa: 10 titoli imperdibili per chi ama le macchine e i motori

Il cinema è pieno di film dedicati alle macchine. Dalle pellicole drammatiche fino ai cartoni animati, in molti hanno cercato di raccontare il dorato mondo delle auto da corsa e di restituire sul grande schermo l’adrenalina che si vive in pista. Nel lungo elenco dei film automobilistici, però, ci sono alcuni titoli davvero imperdibili per chi ha la passione per i motori. Eccone una selezione, ovviamente non esaustiva.

La 24 ore di Le Mans (1971) e Le Mans ’66 – la grande sfida (2019)

Partiamo con una coppia di titoli dedicati a una gara storica, tra le più pericolose e faticose al mondo: la 24 ore di Le Mans. Si tratta di due pellicole molto diverse, per tipologia di film e per data di uscita, anche se raccontano un periodo storico molto simile, essendo ambientate entrambe tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70. La 24 ore di Le Mans, film del 1971, fu un fiasco al debutto ma è stato ampiamente rivalutato in seguito. Il protagonista è il mitico Steve McQueen, vero amante dei motori, che qui veste i panni di Michael, tra i partecipanti alla gara del 1970. In Le Mans ’66 – La grande sfida, invece, al centro della scena c’è la mitologica rivalità tra Ford e Ferrari, per la vittoria della corsa del 1966. Nel cast, spiccano i nomi di Matt Damon e Christian Bale.

Rush (2013)

Anche Rush è il racconto di un’insanabile rivalità, stavolta tra due piloti di grande livello come Hunt e Lauda. Lo scontro tra i due ha caratterizzato tutti gli anni ’70 della Formula 1, raggiungendo il suo apice nel Campionato del Mondo del 1976, quello del drammatico incidente che sfigurò per sempre Lauda e che Hunt vinse per un solo punto, all’ultima gara, proprio davanti all’austriaco.

Fast&Furious (2001)

Più che un film, Fast&Furious è un universo, fatto di dieci lungometraggi, uno spin off, due cortometraggi e una serie animata. La saga ventennale, interamente incentrata sul mondo delle corse clandestine, ha saputo raccogliere attorno a sé un nutrito numero di fan e appassionati e ha contribuito a lanciare la carriera di Vin Diesel, indissolubilmente legato a queste produzioni. Al netto delle esagerazioni e delle forzature di trama, Fast&Furious rimane un concentrato di adrenalina che incolla alla poltrona.

Vuoi sentirti pilota per un giorno?

Giorni di Tuono (1990)

Un gran cast, in cui spiccano i nomi di Tom Cruise e Nicole Kidman, e una grande regia, quella di Tony Scott, sono gli ingredienti del successo di Giorni di Tuono, pellicola che ha da poco compiuto 30 anni. Il film racconta la storia di Cole Trickle, giovane e spericolato pilota automobilistico, e della sua rivalità con Rowdy Burnes, poi diventato suo amico.

Veloce come il vento (2016)

Tra i film di macchine che meritano di essere visti c’è anche un’importante produzione italiana, Veloce come il vento, che vede come protagonista Stefano Accorsi. L’attore veste i panni di Loris De Martino, l’erede di una famiglia di campioni della pista, che da fuoriclasse dei rally si è trasformato in un tossicodipendente senza futuro. Per lui, l’occasione di riscatto arriva quando, dopo la morte del padre, decide di aiutare la sorella Giulia a ad allenarsi per il Campionato GT.

Grand Prix (1966)

Correndo indietro nel tempo, non si può non inserire tra le perle cinematografiche dedicate all’automobilismo anche lo storico Grand Prix, che con le sue tre ore di durata è senza dubbio un cult per amanti del genere. La trama vede intrecciarsi le storie personali e sportive di diversi piloti, pronti a dare battaglia per conquistare il mondiale di Formula 1 del 1966.

Un maggiolino tutto matto (1968)

Un maggiolino tuto matto, celebre pellicola Disney, è senza dubbio di tutt’altro tenore rispetto alla drammaticità di Grand Prix, ma è comunque un film che ha fatto la storia. È molto difficile, infatti, trovare qualcuno che non abbia riso seguendo le sconclusionate vicende del maggiolino Herbie, che sembra avere un’anima e tanta voglia di fare di testa propria.

Cars – Motori ruggenti (2006)

Questa carrellata di film per amanti delle auto si chiude con un altro capolavoro firmato Disney, stavolta in versione cartoon. Protagonista di Cars è Saetta McQueen (l’omaggio a Steve McQueen sembra evidente), una giovane e intraprendente auto da corsa che sogna di prendere parte alla Piston Cup, la gara più importante del mondo. Sulla sua strada, però, troverà numerosi ostacoli, per superare i quali avrà bisogno di molti amici.

Libri da leggere per chi ama le auto