Guidare sulla neve: i consigli per farlo in sicurezza
Guidare la propria auto sulla neve è un’esperienza affascinante ma anche potenzialmente pericolosa. Sul terreno innevato, infatti, le ruote delle automobili perdono aderenza e le manovre si fanno più delicate. Per continuare a viaggiare sicuri, quindi, bisogna equipaggiare la macchina in modo adeguato, con catene o pneumatici invernali, e memorizzare alcune buone pratiche. Ecco una breve guida per sapere come guidare sulla neve.
Il silenzio, un manto bianco che avvolge tutto, l’orizzonte che sembra sfumare nel cielo. Guidare immersi in un paesaggio innevato è un’emozione che chiunque ami le automobili deve provare almeno una volta nella vita. C’è qualcosa di magico e di potente in un’automobile che scivola serena lungo l’asfalto, mentre intorno cadono fiocchi leggeri. La guida sulla neve, però, è anche qualcosa con cui bisogna prendere bene dimestichezza, perché può rivelarsi ricca di insidie. Il problema, infatti, è che la neve spesso si accompagna al ghiaccio, che a sua volta può provocare perdita di aderenza delle gomme. Per guidare sulla neve, quindi, servono una prudenza particolare e l’attrezzatura giusta.
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Il giusto equipaggiamento delle macchine sulla neve
La prima cosa a cui vale la pena prestare attenzione è proprio l’equipaggiamento della macchina. Per andare con l’automobile sulla neve, infatti, è necessario montare pneumatici invernali, oppure le cosiddette catene per le gomme. Tra l’altro, si tratta di soluzioni obbligatorie per legge in Italia, almeno dal 15 novembre al 15 aprile (a livello nazionale, con possibilità per le singole regioni di allungare il periodo). Il principio di funzionamento di catene e pneumatici da neve è molto diverso ma l’obiettivo è sempre lo stesso: aumentare l’aderenza delle ruote al terreno ghiacciato. Nel caso delle catene, il risultato è ottenuto avvolgendo le gomme con una rete che accresce il grip. Nel caso degli pneumatici, invece, è un innovativo sistema di diffusione superficiale del calore a renderle più aderenti.
Guida sulla neve: 4 consigli utili
Montare le giuste gomme o catene da neve, però, non è sufficiente per condurre l’auto in sicurezza. È necessario, infatti, seguire anche alcune buone pratiche di guida sulla neve. Ecco i consigli principali.
- Aumentare la distanza di sicurezza. L’asfalto bagnato o innevato (o addirittura ghiacciato) rende più lungo lo spazio di frenata. Per questo motivo, è fondamentale aumentare (triplicare) la distanza di sicurezza rispetto a quella che si applicherebbe in condizioni normali.
- Moderare la velocità. Per la stessa ragione vista sopra, bisogna osservare limiti di velocità più bassi e stringenti.
- Guidare senza strappi. Sulla neve, ogni movimento del volante rischia di essere amplificato. Quindi, bisogna maneggiarlo con delicatezza, cercando il più possibile di anticipare le manovre per poterle fare dolcemente. Una guida a scatti e strappi, infatti, aumenta la perdita di aderenza delle gomme. Stesso discorso per la gestione di freno e acceleratore (per moderare la velocità, ad esempio, può rivelarsi molto utile il freno motore).
- Non seguire la scia. Questo può sembrare un consiglio controintuitivo ma non lo è. Guidando sulla neve, infatti, può venire spontaneo seguire la scia lasciata da automobili passate sulla stessa strada in precedenza. Lo si fa nella convinzione che quella porzione di asfalto sia più pulita e quindi garantisca maggiore aderenza. In realtà, questo può andare bene se la neve non è abbondante. In caso contrario, si rischia di ritrovarsi infilati con la macchina in una specie di binario obbligato, segnato a destra e sinistra da accumuli di neve che limitano i movimenti dell’auto.
Leggi anche i consigli di guida sul bagnato
Capodanno 2023 a Monza e dintorni, gli eventi in programma
Hai deciso di festeggiare il Capodanno 2023 a Monza e Brianza? Ottima idea! La città e il suo territorio hanno molto da offrire per il veglione di saluto all’anno nuovo. Dai cenoni nei ristoranti agli eventi di piazza, dalle feste in location esclusive a spensierate passeggiate in centro storico: ad ognuno il suo Capodanno.
Capodanno a Monza, cosa fare e come festeggiare
Durante le festività natalizie, Monza si presenta ai cittadini e ai turisti al massimo del proprio splendore. Eleganti luminarie e un fantastico Christmas Village vivacizzano tutto il centro storico e regalano una luce speciale ai suoi monumenti più importanti. Scegliere di trascorrere il Capodanno 2023 nel capoluogo brianzolo, quindi, significa regalarsi la possibilità di visitarlo in tutta la sua bellezza, dal Duomo, con il suo Museo e il suo Tesoro, al Palazzo dell’Arengario, dalla Villa Reale allo straordinario Parco che la circonda, che ospita anche il celebre Autodromo. Inoltre, in città non mancano i luoghi in cui trascorrere il veglione del 31 dicembre, in attesa di salutare l’arrivo del nuovo anno. Gli amanti del ballo potranno optare per una serata in discoteca mentre i buongustai potranno farsi conquistare dalle specialità enogastronomiche locali servite nei cenoni dei migliori ristoranti di Monza. C’è posto anche per i più sofisticati, quelli che non possono rinunciare ad una serata di Capodanno trascorsa in una location originale e raffinata. Ultima opzione (ma non meno divertente): il Capodanno 2023 all’aperto, a base di musica e fuochi di artificio, solitamente ospitato in piazza Garibaldi.
Scopri cosa fare e cosa vedere a Monza
Capodanno vicino Monza
Non è solo Monza, però, a spalancare le braccia ai turisti durante il Capodanno, ma l’intera Brianza (e anche la Lombardia nel suo complesso). Tutta l’area, infatti, è ricca di bellezze ed attrazioni e, in occasione delle feste di Natale, si popola di eventi e appuntamenti imperdibili: poste di ghiaccio, villaggi di Babbo Natale, spettacoli in piazza e molto altro. Nella vicinissima Milano, ad esempio, andrà in scena l’ormai irrinunciabile Capodanno di piazza Duomo, totalmente gratuito. Gli altri comuni della regione, però, non sono da meno. Di seguito, l’elenco in aggiornamento degli appuntamenti più significativi in programma per Capodanno 2023 in Brianza:
- Il Villaggio di Babbo Natale nell’asinoteca di Bellusco: un vero e proprio villaggio natalizio, allestito dal 27 novembre all’8 gennaio all’interno di una fattoria, popolato da elfi e altre creature magiche e animato da laboratori per bambini
Leggi anche: Feste di Natale a Monza
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Natale a Monza, tutti gli appuntamenti e le iniziative delle festività 2022
Durante le feste di Natale, Monza si accende di numerosi eventi e iniziative. Per chi arriva in città come turista, quindi, sono moltissime le possibili cose da fare, tra mercatini, villaggi di Natale, passeggiate nel centro storico illuminato a festa e visite ai monumenti principali. Ecco qualche consiglio.
Il periodo natalizio è in arrivo, impossibile fare finta di nulla. Le strade di tutte le più importanti città italiane cominciano a colorarsi di addobbi e luci a tema e i negozi iniziano ad esporre allestimenti a base di neve, elfi e pupazzi di Babbo Natale. Mancano ancora diverse settimane, ma tutto è pronto per celebrare le festività natalizie. È tempo, quindi, anche di programmare eventuali viaggi, resi più semplici dalle ferie e dalla chiusura delle scuole. E quale occasione migliore del Natale per riscoprire le bellezze made in Italy? Non a caso, anche Monza e la Brianza, durante i giorni che vanno da Natale all’Epifania, si riempiono di turisti. Ecco perché può essere utile un breve e aggiornato vademecum che segnali gli eventi natalizi più importanti tra quelli in programma in città. Una guida che risponda alla fatidica domanda: cosa si può fare a Natale a Monza?
Scopri cosa fare e cosa vedere a Monza (a prescindere dal Natale)
I mercatini di Natale a Monza
La prima risposta richiama alla mente un grande classico: i mercatini di Natale, un appuntamento tradizionale irrinunciabile. E Monza non fa eccezione. Dalla fine di novembre fino all’epifania, sono numerose le occasioni che la città brianzola offre ai suoi abitanti e ai turisti per passeggiare tra banchetti di artigianato e prodotti enogastronomici.
La prima iniziativa in calendario è Christmas Experience, un esclusivo mercatino natalizio ospitato all’interno della Villa Reale di Monza, un luogo dal fascino unico. La manifestazione è in programma per il 26 e il 27 novembre, dalle ore 10 alle 19.
Sempre dal 27 novembre, torna in piazza Carducci e in piazza San Paolo il Christmas Village, lo storico mercatino all'aperto di Monza, con il suo carico di stand e attrazioni per grandi e bambini. Aperto fino al 6 gennaio, tutti i giorni (9,30-19,30), il mercatino natalizio ospita anche l'Albero Magico, una scenografica giostra alta dieci metri.
Le attrazioni natalizie del centro storico
Molto suggestive anche le giostre di piazza San Paolo (una replica fedele di un modello dell'800, con cavalli e carrozze in legno) e in largo Mazzini (un trenino elettrico su rotaia), oltre alla ruota panoramica di largo IV novembre 8aperta tutti i giorni, 10-24). Un altro trenino, poi, attraversa tutto il centro storico (con partenza da piazza Roma), immergendo monzesi e turisti nei bellissimi addobbi cittadini. In piazza Trento e Trieste, invece, è allestita la pista per il pattinaggio sul ghiaccio: oltre 300 mq per appassionati e amatori. Natale a Monza, però, non si concentra solo nelle vie principali ma si spande per tutti i quartieri, con casette dei dolci, attrazioni e luminarie.
E per i bambini che desiderano incontrare Babbo Natale, gli appuntamenti sono due:
- il 19 dicembre ore 16.30 al Parchetto via Luca della Robbia;
- il 20 dicembre ore 16.30 al Parco di Varisco.
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Gli altri eventi di Natale a Monza e dintorni
Per chiudere, ecco un elenco (in aggiornamento) delle iniziative natalizie a Monza e dintorni, adatte a adulti e bambini:
- Il Villaggio di Babbo Natale nell’asinoteca di Bellusco: un vero e proprio villaggio natalizio, allestito dal 27 novembre all’8 gennaio all’interno di una fattoria, popolato da elfi e altre creature magiche e animato da laboratori per bambini;
- Il Villaggio di Natale di Cavenago: un luogo magico, in funzione dal 26 novembre al 18 dicembre, con pista per pattinare sul ghiaccio, mercatini artigianali, spettacoli e tante gustose golosità, dolci e salate;
- i Track Days dell’Autodromo Nazionale Monza: il 20 e 27 novembre il Tempio della Velocità accoglie chi vuole provare l’ebbrezza di un giro in pista a bordo di una vera auto da corsa; due giornate di Track Days con alcune sorprese speciali (scopri di più qui).
Festività natalizie, un’occasione per scoprire Monza e la Brianza
Per godersi Monza a Natale, però, non è necessario tuffarsi nel colorato caos degli eventi organizzati. Più semplicemente, ci si può lasciare conquistare dalla città e dalle sue bellezze, approfittando delle vacanze per visitarla. Decorato dalle luminarie natalizie, il centro storico di Monza e i suoi monumenti simbolo acquistano un fascino ancora maggiore. Il Natale, quindi, può diventare semplicemente una buona scusa per visitare bellezze come:
- il Duomo di Monza;
- il Museo e Tesoro del Duomo;
- il Palazzo dell’Arengario con le sue mostre;
- la Reggia di Monza;
- il Parco di Monza;
- l’Autodromo Nazionale Monza.
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Pietro Bordino, il Diavolo Rosso che per primo espugnò Monza
Negli anni ‘20 del 1900, Pietro Bordino è stato uno dei piloti automobilistici italiani più amati e conosciuti al mondo. Il Diavolo Rosso è stato capace di collezionare vittorie e record, nonché di rivaleggiare con un campione del calibro di Tazio Nuvolari, prima di morire a seguito di un incidente. Ancora oggi, il nome di Bordino è strettamente legato all’Autodromo Nazionale Monza, dove, nel 1922, vinse la seconda edizione del Gran Premio d’Italia, primo pilota a laurearsi campione nel neonato Tempio della Velocità.
10 settembre 1922. Una data destinata a rimanere nella storia: sulla pista del neonato Autodromo Nazionale Monza si disputa la seconda edizione del Gran Premio d’Italia. A vincerla, bissando il successo dell’anno precedente a Montichiari, è Pietro Bordino a bordo di una FIAT 804. Il Diavolo Rosso lega così per sempre il proprio nome al Tempio della Velocità, andando ad occupare la prima posizione nell’Albo d’Oro della pista. Per gli appassionati di automobilismo, il nome di Bordino è familiare. Le sue vicende personali e sportive, però, sono spesso poco conosciute, anche perché risalgono ormai ad un secolo fa. Per questo motivo, vale la pena di rispolverarle.
Scopri la storia dell’Autodromo Nazionale Monza
Alle origini di una leggenda: Pietro Bordino è il Diavolo Rosso dell’automobilismo italiano
Per essere comprensibile, ogni storia che si rispetti deve partire dall’inizio. Nel caso della biografia di Pietro Bordino, queste radici affondano geograficamente nel profilo austero della città di Torino, dove il campione nacque nel 1887. È quindi nello storico centro piemontese che il futuro Diavolo Rosso muove i suoi primi passi e viene in contatto con il fantastico mondo dell’automobilismo, destinato a stregarlo. A farglielo conoscere sono due ragazzi più grandi di lui, i cui nomi sono destinati a diventare altrettanto celebri: Felice Nazzaro e Vincenzo Lancia. Qualche anno dopo, è proprio Lancia, divenuto nel frattempo un affermato pilota, a scegliere Pietro, entrato come apprendista in Fiat, per fargli da fidato accompagnatore in tutte le maggiori gare automobilistiche. A Bordino non sembra vero e ruba con gli occhi tutto ciò che può, collezionando un bagaglio inestimabile di esperienza. La prima gara da pilota arriva nel 1908 ed è coronata subito da una vittoria. Negli anni successivi, l’ambizioso Pietro alterna competizioni automobilistiche e motociclistiche e continua così fino al 1912, anno in cui sceglie definitivamente le quattro ruote, cogliendo l’occasione offertagli da Lancia: partecipare con una sua vettura alla Targa Florio (che chiude ottavo in classifica generale).
La scalata alla Hall of Fame dei piloti italiani
Il mito del Diavolo Rosso è ormai lanciato e la crescita è esponenziale. Negli anni Venti del 1900, Pietro Bordino arriva ad essere uno dei piloti italiani più conosciuti e amati. Ed è anche vincente, ovviamente. In meno di un decennio fa incetta di premi e record, sempre a bordo di automobili FIAT. Nel 1921 si aggiudica la 250 miglia di Los Angeles. Nel 1922, come anticipato, trionfa al Gran Premio d’Italia. Nel 1925 è di nuovo negli Stati Uniti per prendere parte alla 500 miglia di Indianapolis e alla AAA/USAC Championship Car. Nel 1927 rientra sugli allori in Italia, aggiudicandosi il Gran Premio di Milano. Infine, nel 1928 fa sua anche la Targa Florio, nella classifica di classe (mentre è terzo nell’assoluta).
Il lato oscuro del successo e il tragico epilogo
Sarebbe però un errore pensare che la vita di Pietro Bordino sia stata una lunga cavalcata lastricata di successi. Non bisogna dimenticare, infatti, che il Diavolo Rosso fu pilota di fama internazionale in un periodo storico in cui l’automobilismo era uno sport molto meno sicuro di come è oggi. Non a caso, la sua carriera fu costellata da lutti ed ebbe un tragico e precoce epilogo. L’anno più difficile fu il 1923 quando, a distanza di pochi giorni, durante la preparazione del Gran Premio d’Italia a Monza, perse due colleghi: Enrico Giaccone e Ugo Sivocci. Peraltro, nell’incidente in cui morì Giaccone, lo stesso Bordino, che era al volante, riportò importanti ferite. Quella tragedia fu quasi un presagio di quello che sarebbe stata la sua sorte solo cinque anni dopo.
Riprendiamo il filo del racconto. È il 1928, Bordino si è fatto convincere da Ettore Bugatti a tornare in pista (aveva infatti deciso di abbandonare le corse dopo la vittoria di Milano) e nelle prime gare della stagione ha ingaggiato un braccio di ferro con la nuova stella della velocità: Tazio Nuvolari. Il 16 aprile il Diavolo Rosso è sul circuito di Alessandria, che prova il tracciato in preparazione del Gran Premio. All’improvviso, un cane gli attraversa la strada, lui non riesce ad evitarlo e perde il controllo dell’autovettura, finendo nel vicino fiume Tanaro e morendo annegato. È l’epilogo fatale di una vita condotta al limite, da vero fuoriclasse. Una grandezza che gli è riconosciuta unanimemente ancora oggi.
Come si allenano i piloti di Formula 1?
Regali di Natale per lui, 4 idee originali firmate Autodromo Nazionale Monza
Cerchi idee regalo natalizie da uomo? Se ama le automobili e i motori, questo è il posto giusto per trovare il regalo di Natale perfetto scegliendo in mezzo a proposte originali provenienti direttamente dal Tempio della Velocità. Abbigliamento firmato, gadget divertenti, esperienze esclusive, oggetti da collezionisti: ad ognuno la sua sorpresa da scartare sotto l’albero.
Cosa regalare ad un uomo a Natale? I segreti per arrivare all’acquisto perfetto
Che sia un marito, un fidanzato, un papà o un amico, la domanda, sotto le festività natalizie, rimane sempre la stessa: cosa gli regalo? Chi è più avvezzo al confezionare sorprese, comincia a cercare in giro idee regalo con largo anticipo. La maggior parte delle persone, però, relega lo shopping natalizio agli ultimi giorni utili. In entrambi i casi, indovinare il regalo giusto per lui a Natale è soprattutto una questione di creatività, oltre che di conoscenza dei gusti personali. D’altra parte, una sorpresa deve essere motivo di piacere anche per chi la fa, non solo per chi la riceve. Fare i regali di Natale dovrebbe essere vissuto come un passatempo e non come un dovere. Il segreto dei regali riusciti sta proprio qui: nel desiderio di donare qualcosa di bello ad una persona a cui si vuole bene. Dunque, se esiste un trucco per il regalo perfetto, questo è senza dubbio il tempo (magari unito alla pazienza). Bisogna ritagliarsi qualche momento di tranquillità per passare in rassegna tutto ciò che si sa della persona a cui si vuole fare il regalo: cosa gli piace, cosa proprio non sopporta, come si veste, come passa il tempo libero? Il dono natalizio giusto è nascosto proprio in mezzo a tutte queste informazioni.
Natale a Monza, tutte le iniziative
Idee regalo di Natale per lui
Come in tutte le cose, però, anche nell’arte di fare i regali di Natale hanno un loro ruolo i buoni consigli. A volte basta un piccolo spunto, incontrato per caso navigando sul web o sui social, per accendere la scintilla: ecco il regalo di Natale perfetto per lui! Idee originali e vincenti, come quelle elencate qui di seguito, tutte firmate dall’Autodromo Nazionale Monza, ideali per uomini che amano i motori (ma non solo).
Divertenti gadget per auto
I gadget per l’automobile sono un’idea regalo molto versatile, da tutti i punti di vista. A chi deve fare il regalo consentono di scegliere fra un’ampia gamma di proposte, di tutti i prezzi. Per chi li riceve, invece, rappresentano un omaggio simpatico per valorizzare la propria auto. Quelli firmati Autodromo Nazionale Monza, poi, hanno anche una firma prestigiosa.
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I prodotti ufficiali da collezione di Monza100
Il 2022, per il Tempio della Velocità, è stato l’anno di un compleanno speciale: il celebre autodromo, infatti, ha spento 100 candeline. Per l’occasione, è stata realizzata una collezione di prodotti speciali, con alcune imperdibili edizioni limitate. Un vero gioiello destinato ad acquisire valore nel tempo.
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Experience esclusive nel Tempio della Velocità
Negli ultimi anni, la classifica dei regali di Natale da uomo più apprezzati è stata rapidamente scalata dalle cosiddette experience. Spesso, infatti, regalare un oggetto significa donare qualcosa che rischia di finire nella confusione di mille altre cose. Un’esperienza, invece, è qualcosa di unico e irripetibile, che regala emozioni forti. Presso l’Autodromo Nazionale Monza, ad esempio, è possibile cimentarsi in un giro di pista a bordo di vere auto da gara e sentirsi pilota da corsa per un giorno. Oppure si può visitare la struttura con un tour guidato, per toccarne con mano la storia e la grandezza.
Scopri le emozioni dell’Autodromo Nazionale Monza: driving experience, track days, tour
Abbigliamento firmato
L’abbigliamento, invece, un grande classico tra le idee regalo da uomo per Natale. Se si conosce la taglia del destinatario, è facile trovare il capo giusto, soprattutto sfogliando il catalogo firmato Autodromo Nazionale Monza. Si va dai cappelli sportivi alle raffinate maglie polo, dalle pratiche t-shirt alle felpe e alle giacche. Se poi si allarga lo sguardo, si possono aggiungere a questa categoria di idee regalo anche gli zaini e le borse.
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Attività di team building aziendale, 3 idee vincenti per fare gruppo
Le attività di team building aziendale sono già da tempo ampiamente diffuse tra le imprese di ogni settore. Attraverso gli eventi di team building, infatti, è possibile lavorare sull’affiatamento e sulla motivazione dei dipendenti, valorizzando le cosiddette risorse umane dell’azienda. L’importante, però, è trovare l’idea giusta, quella che riesce a tenere insieme divertimento ed efficacia. Ecco 3 spunti per team building aziendali di sicuro successo.
Chi lavora nell’ambito delle risorse umane lo sa bene: creare un clima positivo tra i dipendenti dell’azienda è fondamentale per consentirgli di lavorare al meglio e di essere produttivi. Infatti, un lavoratore motivato e che si sente parte di un progetto che lo valorizza è naturalmente portato ad impegnarsi di più, a contribuire con idee ed energie al buon andamento dell’azienda, a collaborare con i colleghi in modo proficuo. Un vantaggio per tutti: per l’azienda, che vedrà crescere la propria produttività, e per il lavoratore, che non vivrà il tempo passato in fabbrica o in ufficio con frustrazione. Ma come si ottengono questi positivi risultati? Le modalità ovviamente sono molteplici. Un ruolo importante, però, lo svolgono le cosiddette attività di team building aziendale, cioè delle iniziative finalizzate proprio a cementare i dipendenti, a motivarli e ad aiutarli a fare gruppo. Come molte delle innovazioni in campo imprenditoriale e di gestione delle risorse umane, gli eventi di team building aziendale sono nati negli Stati Uniti ma si sono presto diffusi in tutto il mondo. In Italia, già da molti anni, i reparti HR delle aziende più grandi ed innovative realizzano periodiche attività di team building rivolte a tutti i dipendenti o a specifici comparti. Sempre più spesso, negli uffici del personale, ci sono professionisti che si dedicano appositamente all’organizzazione di queste iniziative e sono alla ricerca di idee e spunti sempre nuovi per il team building. Di possibilità, ovviamente, ce ne sono tante. Almeno 3, però, hanno una marcia in più e meritano di essere provate almeno una volta.
Escape room, vince solo chi gioca di squadra
La prima idea per un team building aziendale vincente è l’escape room, un gioco di gruppo ormai molto popolare e diffuso in tutte le principali città italiane. Tecnicamente, si tratta di stanze (o forse sarebbe meglio parlare di labirinti) da cui è possibile uscire solo risolvendo degli enigmi a catena. Di escape room ce ne sono di tantissime tipologie diverse. A cambiare è soprattutto l’ambientazione: dall’horror alla fantascienza, non c’è suggestione che non sia stata esplorata dagli ideatori di queste stanze-gioco. Ciò che non cambia è l’ingrediente fondamentale che serve per superare la prova: l’affiatamento del gruppo. Da una escape room si può uscire solo insieme, se si fa squadra. Ed è proprio questo il motivo che rende questo format particolarmente adatto alle iniziative di team building aziendale.
Parco avventura, per fare gruppo all’aria aperta
Altra attività molto amata dai responsabili delle risorse umane è il percorso all’interno di un parco avventura. E anche in questo caso, la varietà dell’offerta genera l’imbarazzo della scelta. In giro per l’Italia, infatti, ci sono moltissimi parchi attrezzati che offrono la possibilità di cimentarsi in percorsi avventurosi, tra ponti sospesi, lanci con le liane e pareti di corda da scalare. Tutte prove che permettono di saggiare la propria intraprendenza e che, se vissute in gruppo, sono anche un valido test di affiatamento ed empatia. Con un’aggiunta non da poco: svolgere attività di team building outdoor, immersi nella natura, contribuisce al benessere psicofisico dei partecipanti.
Giro di pista nel Tempio della Velocità, l’adrenalina che fa crescere
Escape room e parco avventura, però, sono attività di team building ormai piuttosto diffuse, quasi troppo utilizzate. A molte aziende, invece, piace la novità, l’idea che spiazza, che rappresenta qualcosa di unico da far vivere ai propri dipendenti. Ed ecco, allora, che viene in soccorso l’Autodromo Nazionale Monza con una delle sue driving experience più richieste: gli “Hot Laps”, organizzati da Puresport. Si tratta di un’esperienza davvero irripetibile: sfrecciare su una delle piste più famose del mondo a bordo di vere auto da competizione, Gran Turismo o monoposto di Formula 1. Il tutto, affiancati da piloti professionisti. Un’attività di team building di questo tipo garantisce emozioni indescrivibili e un pieno di adrenalina. Impossibile non rimanere incantati dall’esclusività della location e dalle vibrazioni di un luogo magico.
Ville della Brianza, 5 meraviglie da visitare assolutamente
Le ville di delizia di Monza e della Brianza rappresentano una delle attrazioni storiche e culturali più affascinanti del territorio. Sparse in tutta la provincia, le ville brianzole regalano ambientazioni da sogno e scorci unici immersi nel verde. Per questo, se si viene come turisti a Monza e in Brianza, non si può non fare tappa nelle ville più belle e popolari.
Di cose da vedere a Monza e in Brianza ce ne sono moltissime, tra capolavori che raccontano storia e cultura d’Italia e non solo. Un capitolo a parte, però, lo meritano le cosiddette ville di delizia, ovvero le residenze estive e feriali della grande nobiltà che un tempo popolava queste terre, sorte fra il 1500 e il 1600. Tutta la provincia di Monza e Brianza ne è costellata, ed alcune sono dei veri gioielli.
Le più belle Ville di Delizia della Brianza
Fare una classifica di quali siano le ville della Brianza più belle ed affascinanti è impossibile e forse anche ingiusto. Ogni palazzo, infatti, ha qualcosa da dire e delle caratteristiche con cui stupire i visitatori. Quello che si può fare, per orientare un turista nella scelta, è segnalarne alcune che, per un motivo o per un altro, sono davvero rappresentative dell’intero panorama delle ville di delizia.
Villa Reale di Monza
E questo breve elenco non può che cominciare dalla Villa Reale di Monza, probabilmente la regina di tutti i palazzi nobiliari brianzoli. Insieme al Duomo, è uno dei simboli della città. La Reggia di Monza è un gioiello di architettura neoclassica che porta la firma di Piermarini. È circondata da magnifici giardini ed immersa nel Parco di Monza, l’area verde recintata più grande d’Europa. Lo stesso parco dentro cui sorge l’Autodromo Nazionale Monza.
Leggi l’articolo dedicato alla Villa Reale di Monza
Villa Greppi
Sempre neoclassico è lo stile di Villa Greppi, che si trova in località Casatevecchio, a Monticello di Brianza. Il palazzo ha una struttura di base cinquecentesca, che corrisponde all’aspetto che aveva la villa quando fu acquistata dal conte Greppi, nel 1811. Il nobile ne fece inizialmente un’azienda agricola, mentre fu il nipote a renderla un luogo di villeggiatura. Attualmente, Villa Greppi è aperta al pubblico e sede di numerose iniziative culturali.
Visita il sito ufficiale di Villa Greppi
Villa Cusani Traversi Tittoni
Spostandosi a Desio, invece, si trova un’altra villa di delizia stupenda. Si tratta di Villa Cusani Traversi Tittoni, che ha in comune con la Villa Reale di Monza l’architetto che l’ha progettata, cioè Piermarini. L’artista folignate, però, lavorò su una struttura preesistente. Il primo nucleo della Villa, infatti, risale al 1200, quando in quella zona sorse un convento francescano. Nel corso della sua storia, la Villa ha attraversato tre diverse fasi, che corrispondono alle famiglie nobili che l’hanno posseduta e che si riflettono anche nel suo lungo nome: i Cusani (1651-1817), i Traversi (1817 – 1900) e i Tittoni (1900 – 1945). Oggi, per fortuna, la Villa e il suo giardino sono aperti al pubblico, perché di proprietà del comune di Desio (che vi ha anche spostato la sede della biblioteca pubblica).
Visita il sito ufficiale di Villa Cusani Traversi Tittoni
Palazzo Rezzonico
Meno blasonato ma altrettanto meritevole di una visita è Palazzo Rezzonico, situato nel piccolo borgo di Barlassina. Il nucleo della struttura è cinquecentesco ma sono stati i successivi restauri e ampliamenti a renderlo la villa di delizia che oggi è possibile visitare. Sia gli spazi esterni che quelli interni, infatti, sono aperti al pubblico, pur ospitando gli uffici comunali. Inoltre, proprio accanto alla Villa, merita un’occhiata anche la Chiesa di San Giulio d’Orta, che custodisce gli affreschi di Bernardino Luini.
Palazzo Arese Borromeo
Fatto costruire dal Borromeo III Arese nel 1600, per esibire il proprio potere nella zona, il Palazzo Arese Borromeo, situato a Cesano Maderno, è un altro splendido esempio di villa di delizia, tra l’altro perfettamente conservato. Oltre alla struttura centrale, i cui interni sono adornati da straordinari affreschi, il complesso si compone anche di una ghiacciaia, cioè le cantine sotterranee, oltre che di un grande parco considerato tra i più belli della Brianza.
Visita il sito ufficiale di palazzo Arese Borromeo
Ville Aperte, un’occasione unica per scoprire dei capolavori
L’importanza delle ville di delizia per il territorio di Monza e della Brianza è tale da renderle oggetto di specifiche iniziative, che riscontrano sempre un grande successo di pubblico. Tra tutte, quella più popolare è senza dubbio “Ville aperte in Brianza”, che si svolge ogni anno tra fine settembre e inizio ottobre e dà la possibilità di visitare alcune dei luoghi storici più importanti della Brianza (180 nell’ultima edizione). L’iniziativa presenta sempre un calendario ricco e variegato di eventi, tra conferenze, visite guidate, itinerari all’aperto e molto altro.
Come si allenano i piloti di F1? Tutti i segreti della preparazione fisica e mentale
La preparazione atletica di un pilota di Formula 1 è un delicato e complesso equilibrio di allenamento fisico e mentale. L’obiettivo è migliorare forza e resistenza muscolare, incrementare i riflessi e accrescere la tenuta nervosa, grazie al supporto di un mental trainer.
I piloti di Formula 1 sono veri e propri atleti, che si sottopongono quotidianamente ad allenamenti durissimi, per migliorare sia dal punto di vista fisico che mentale. Infatti, guidare un’auto capace di sfrecciare in pista oltre i 300 km/h significa mettere a dura prova ogni fibra del proprio corpo, dalle gambe fino al collo, e chiedere il massimo anche alla propria capacità di concentrazione e ai propri riflessi. Eppure, c’è ancora chi pensa che in fondo guidare una monoposto non sia faticoso! Per smentire questa convinzione, basta dare un’occhiata veloce a come si allenano i piloti di F1, fisicamente e mentalmente.
Diventa pilota per un giorno nel Tempio della Velocità
L’allenamento fisico dei piloti di Formula 1
L’allenamento fisico di un pilota professionista deve necessariamente coprire tre aspetti chiave: aumento della forza, aumento della resistenza e miglioramento dei riflessi. A tale allenamento, poi, si affianca una grande attenzione per la dieta, con l’obiettivo di mantenere bassa la percentuale di grasso, in modo da ottimizzare il peso.
Allenare la forza: gambe, braccia e collo
Per mettersi alla guida di una macchina di Formula 1 bisogna avere muscoli forti, soprattutto su braccia e gambe. Gli arti superiori, infatti, sono costantemente sollecitati, dal primo all’ultimo minuto di gara, dalle vibrazioni del volante e dagli sforzi necessari per controllarlo nelle fasi di accelerazione, curva e frenata. Per quanto riguarda gli arti inferiori, invece, la sollecitazione maggiore riguarda la gamba sinistra, che nella fase di frenata è chiamata a fare una pressione sul pedale pari anche ad 80 kg. Questo significa che i piloti sono chiamati a sottoporsi a sedute di allenamento con i pesi, seguendo programmi specifici per l’incremento della forza.
Una menzione a parte, infine, la merita il collo, che nel corso di una gara automobilistica è sottoposto ad una fatica enorme e non paragonabile a nessun altro sport (oltre a dover reggere il peso del casco, che può superare i 6 kg). Ecco perché nel programma di allenamento di un pilota professionista sono sempre inclusi esercizi per il collo, magari realizzati con bande elastiche.
Allenare la resistenza
Anche l’allenamento della resistenza fisica svolge un ruolo fondamentale nella preparazione atletica di un pilota di F1. Per migliorare sotto questo profilo, spesso i piloti si affidano alla pratica di altri sport, come la corsa, il ciclismo ma anche il nuovo e il canottaggio. Il compagno fedele di allenamento, in questi casi, è sempre il cardiofrequenzimetro, che permette di tenere sotto costante controllo la prestazione.
Allenare i riflessi
Il terzo elemento che compone la preparazione atletica di un pilota è rappresentato dall’allenamento dei riflessi, decisivo per controllare l’auto in pista. Per migliorare i riflessi, i piloti si affidano ad esercizi specifici, a volte realizzati con appositi macchinari. Tali esercizi permettono di lavorare in quattro direzioni:
- aumento della velocità di reazione;
- miglioramento della visione periferica;
- riduzione del tempo di focalizzazione;
- perfezionamento della coordinazione oculo manuale.
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L’importanza dell’allenamento mentale in F1
Come detto, muscoli forti, tonici ed elastici sono imprescindibili per un pilota. Ma in uno sport fatto di velocità e continui stimoli, con effetti spesso estenuanti, anche il cervello svolge un ruolo fondamentale. Ecco perché, accanto a quello fisico, per un pilota professionale non può mancare l’allenamento mentale. Anzi, è possibile affermare con tranquillità che la capacità di affrontare lo stress mentale è ciò che fa la differenza tra un campione un buon pilota. Non a caso, nel corso degli anni, le scuderie di F1 hanno visto crescere il ruolo dei mental trainer, cioè dei professionisti capaci di allenare la mente degli atleti, che li affiancano durante la preparazione e gli permettono di focalizzare i loro punti di forza e di debolezza, per poi lavorarci su.
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Cartoni animati e auto, un’accoppiata che ha fatto la storia
I cartoni animati hanno spesso raccontato il mondo dell’automobilismo e delle auto da corsa. Dai capolavori anni ’70 di Hanna&Barbera agli anime giapponesi giunti in Italia negli anni ’80, fino a lungometraggi di animazione come Cars e Turbo, prodotti da Disney e DreamWorks. Ecco una piccola carrellata dei cartoons imperdibili per chi ama il mondo dei motori.
Sarà il fascino della velocità o quello delle carrozzerie sbrilluccicanti di colori metallizzati. Sarà che tutti, da bambini, si sono ritrovati tra le mani una macchinina da far correre sul pavimento. Sarà che vedere papà e mamma guidare, quando si è piccoli, li fa sembrare dei veri supereroi. O forse saranno tutte queste cose messe assieme. Di sicuro, tra il mondo delle automobili, specialmente da corsa, e quello dei cartoni animati esiste da sempre un rapporto stretto e proficuo. A chi non viene in mente almeno un cartone animato con protagonista una macchina? Alcuni hanno fatto davvero la storia. Elencarli tutti è impossibile, fare una classifica dei più belli è molto difficili (e forse anche in giusto). Vale la pena, però, provare a ricostruire brevemente questa fantastica accoppiata tra film d’animazione e motori, attraverso i protagonisti principali.
I libri imperdibili per chi ama le auto
Auto e cartoni animati: i pionieri del genere
Ed ogni storia che si rispetti, non può che cominciare narrando le gesta dei fondatori. Per farlo, è necessario saltare indietro nel tempo fino agli anni ’70, decennio in cui hanno visto la luce due vere pietre miliari dei cartoni animati a tema automobilistico: Wacky Races – La corsa più pazza del mondo e Gran Prix e il Campionissimo.
La prima è una serie animata composta da appena 17 episodi, andati in onda tra il 1968 e il 1970, tutti firmati Hanna&Barbera (autori anche, tra gli altri, de I pronipoti e L’Orso Yoghi). Una puntata dopo l’altra, i cartoni seguono le avventure e disavventure dei partecipanti a una folle gara automobilistica, combattuta a colpi di tranelli e spregiudicatezze. Di questa serie, è stato fatto un remake nel 2017, allungandola fino a ben 78 episodi.
“Gran Prix e il Campionissimo”, invece, è un anime giapponese in 44 episodi, andati in onda tra il 1977 e il 1978 (ma in Itali sono arrivati solo nel 1981). Il protagonista è il giovane Takaya Todoroki, che sogna di fare il pilota di Formula 1 ma deve scontrarsi con la dura realtà di un’incidente che sembra mettere fine alle sue ambizioni. Il riscatto, però, non tarda ad arrivare ed ha le sembianze del leggendario pilota Niki Lanz (chiaramente ispirato a Niki Lauda) che lo ingaggia nella propria scuderia e gli consente di mettere a punto una nuova e invincibile automobile.
I film imperdibili per chi ama le macchine
I motori negli anime giapponesi (degli anni ’80)
“Gran Prix e il Campionissimo”, però, non è l’unico esempio di anime giapponese dedicato al mondo dei motori. Anzi, il tema è ampiamente trattato e rientra nel filone spoken (sportivo). Ci sono almeno altri quattro titoli del genere che meritano di essere citati:
- Superauto Mach (1967 – 1968): Go è un ambizioso e leale pilota da corsa che si trova a combattere in un mondo, quello dei motori, ormai dominato dalla corruzione e dall’egoismo;
- Falco il super bolide (1976): Ken è un abile pilota che, a borda dell’automobile costruita dal padre ingegnere, si avventura in gare a metà tra rally e endurance, ingaggiando sfide interminabili con i feroci piloti del team Black Shadow;
- Supercar Gattiger (1977-1978): il giovane Joe, dopo la morte del padre, il professor Kabuki, scopre che la madre, che credeva morta, è in realtà ancora viva, ma per riabbracciarla deve mettersi la volante di un’innovativa auto ad energia solare (brevettata proprio dal papà) e sconfiggere la scuderia dei Demoni Neri;
- Capeta (2003): la serie prende il nome dal suo protagonista, un bambino appassionato di Go Kart che sogna di approdare in Formula 1.
È bene precisare che la maggior parte di questi anime è stata trasmessa in Italia negli anni ’80, fatta eccezione per Capeta, che è successivo. Per questa ragione, si tratta d titoli che tutti coloro che sono stati bambini e ragazzi in quel decennio tendono a celebrare come “i fantastici cartoni animati con auto da corsa degli anni ’80” (quasi fossero un genere a sé stente).
Serie TV per appassionati di motori
Auto da corsa protagoniste dei cartoni per bambini (e adulti): Cars e Turbo
Questa carrellata di piccoli e grandi capolavori di animazione dedicati ai motorsport non può che terminare con la citazione di due vere chicche, prodotte negli ultimi 20 anni e davvero imperdibili. Si tratta di Cars e Turbo, il primo uscito dalla scuderia della premiata ditta Disney – Pixar e il secondo frutto della fertile immaginazione di casa DreamWorks.
Cars è un lungometraggio del 2006, che ha avuto un enorme successo, tanto da essere seguito da altri due film (Cars 2 e Cars 3) e una serie di cortometraggi. Il protagonista assoluto è il simpatico Saetta McQueen, giovane auto da corso dal carattere schietto e ambizioso. Sarà proprio quel temperamento a condurlo lontano ma anche a metterlo nei guai.
Turbo, invece, è un film del 2013 e il titolo coincide con il nome del protagonista che, contrariamente alle aspettative, è una tranquilla e lenta lumaca. Eppure, Turbo sogna di diventare campionessa di automobilismo. Un’ambizione che diventa possibile quando la lumaca, dopo un incidente, si ritrova trasformata nientemeno che in un bolide da corsa.
Dalla finzione alla realtà: diventa pilota per un giorno
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Arengario di Monza, guida alla scoperta dell’antico palazzo comunale
L’Arengario di Monza è uno dei luoghi simbolo della città. Anticamente sede del municipio, il palazzo comunale di età medievale ospita oggi importanti mostre d’arte ed eventi. Una breve guida per conoscerne meglio struttura e storia.
L’Arengario di Monza, situato nel cuore del centro storico, è uno dei monumenti simbolo della città brianzola e merita di essere inserito tra i punti di interesse turistici. E merita di essere conosciuta anche la sua storia, seppur per sommi capi. Infatti, le vicende che nel tempo hanno trasformato e plasmato il vecchio palazzo comunale di Monza, oggi sede di importanti mostre, raccontano molto della storia medievale d’Italia.
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Breve storia dell’Arengario: perché si chiama così e a cosa serviva
Come in ogni storia che si rispetti, però, è bene cominciare dal principio, cioè dalla costruzione dell’Arengario. Secondo le ricostruzioni più accreditate (a cui bisogna affidarsi in mancanza di dati certi), l’edificazione del celebre palazzo ebbe inizio verso la fine del 1200. Una datazione che sembra confermata anche da un’iscrizione presente sopra il portone d’ingresso, che fa riferimento all’anno 1293 (espresso in numeri romani). A volere la nascita dell’Arengario fu l’allora potente podestà di Monza, Pietro Visconti. Ma perché lo fece costruire? A cosa serviva l’Arengario? La ragione scatenante fu il contrasto tra il potere del podestà e quello della chiesa. Fino al XIII secolo, infatti, i magistrati e il podestà utilizzavano per le loro attività la cortina del Duomo, non disponendo di un edificio civile che li potesse ospitare. Nel 1250, però, il podestà venne colpito da scomunica e la sua permanenza nei pressi del principale edificio religioso di Monza divenne sgradita. Una conferma di questa lotta tra potere civile e potere religioso arriva anche dal luogo in cui si trova l’Arengario, a pochi passi dal Duomo, a cui si contrappone anche fisicamente. A questo punto, però, è lecito chiedersi perché per il nuovo palazzo comunale si scelse il nome di Arengario. Cosa significa questo termine? Si tratta di una parola mutuata dal tedesco, che significa “luogo di riunione”, a segnalare proprio la funzione fondamentale svolta dall’edificio, sede del comune, del tribunale e dei mercanti.
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Struttura e caratteristiche del Palazzo Comunale di Monza
Dal punto di vista della struttura e dello stile, l’Arengario è ispirato in maniera evidente al Palazzo della Ragione di Milano, costruito nella prima metà del 1200. L’impianto complessivo è longitudinale, con un portico aperto al piano inferiore e una grande sala coperta al piano superiore. A differenza dell’edificio milanese, però, il palazzo comunale di Monza è affiancato da un’imponente torre campanaria. Inoltre, è bene sottolineare che l’attuale aspetto dell’Arengario non corrisponde al suo stato originale. Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, infatti, sono stati progettati e realizzati importanti lavori di ristrutturazione, con conseguente riduzione degli spazi del complesso, che prima comprendeva anche il Palazzo Pretorio (demolito). Un secondo massiccio intervento di restauro si ebbe alla fine degli anni ’60, con l’obiettivo di assecondare la vocazione espositiva dell’Arengario.
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Le mostre dell’Arengario
Non a caso, oggi l’antico palazzo comunale brianzolo è sede di importantissime mostre d’arte ed eventi organizzati dall’amministrazione comunale. Le collezioni stabili che ospitava in precedenza, invece, sono state trasferite nei Musei Civici. Per conoscere in tempo reale le mostre presenti nell’Arengario è possibile consultare il sito del Comune di Monza.
Visitare l’Arengario: contatti, dove si trova, come raggiungerlo
Come anticipato, l’Arengario si trova in pieno centro storico, precisamente in piazza Roma. È quindi facilmente raggiungibile a piedi partendo da uno qualsiasi degli altri luoghi turistici (Duomo di Monza e relativo Museo, Villa Reale, Parco di Monza). La struttura è aperta al pubblico tutti i giorni, tranne il lunedì, con orario 10-13 e 14-19. Per informazioni, è possibile rivolgersi al numero 039 329541.
Non puoi passare per Monza senza visitare l’Autodromo Nazionale: scopri tutti i tour guidati
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