Gare di regolarità per automobili, quando la precisione conta più della velocità

Nelle gare di regolarità, sia per auto storiche che per auto moderne, non conta essere i più veloci ma i più precisi. Durante una gara di regolarità, infatti, a pilota e navigatore vengono comunicati tempi prestabiliti per concludere i diversi tratti del percorso. Inoltre, è necessario mantenere un’andatura media prefissata. Ecco come funzionano e chi può partecipare.

Quando si pensa ad una gara automobilistica, si tende ad immaginare bolidi a quattro ruote che sfrecciano sull’asfalto a tutta velocità. In realtà, però, non è sempre così. In alcune gare, infatti, il vero obiettivo non è essere più veloci degli altri lanciandosi a centinaia di chilometri orari, ma essere più precisi, scivolando lungo l’intero percorso con la regolarità di un metronomo. Sono le cosiddette gare di regolarità, un mondo che merita di essere conosciuto meglio.

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Cosa sono le gare di regolarità

Per definizione, nel mondo dei motori, le gare di regolarità sono quelle competizioni in cui ai partecipanti è richiesto di percorrere i diversi spezzoni del tragitto in tempi predeterminati. Il percorso è segnalato all’interno di un Road Book, che viene consegnato a tutti gli equipaggi. Inoltre, per l’intera durata della gara, le autovetture devono essere condotte alla velocità media indicata (di solito 50 km/h). Le lunghezze delle gare di regolarità sono piuttosto variabili, tra gli 80 e i 300 km in totale, a volte anche divisi su giorni diversi e consecutivi. A seconda dei veicoli che sono ammessi a partecipare, le gare di regolarità si dividono in:

  • Regolarità Classica, con macchine in assetto originale, su strada pubblica;
  • Regolarità Sportiva, con macchine in assetto sport, su percorsi chiusi.

Ciascuna categoria, poi, è ulteriormente organizzata in gare per auto storiche e gare per auto moderne.

Gare di regolarità per auto storiche; chi può partecipare

Le gare di regolarità per auto storiche sono riservate alle vetture ultratrentennali, quindi immatricolate prima del 1992. Per partecipare a competizioni di questo tipo è necessario farsi rilasciare una licenza sportiva di regolarità dall’ACI, che richiede come requisiti:

  • il possesso della patente B;
  • il possesso di un certificato medico sportivo per lo svolgimento di attività agonistica;
  • la frequenza di un corso teorico-pratico specifico.

Inoltre, il veicolo deve essere certificato come auto storica e deve quindi essere dotato di apposita fiche d’identità, rilasciata da CSAI o ASI, che ne attesta la conformità rispetto al modello originale.

Gare di regolarità per auto moderne: chi può partecipare

Le gare di regolarità per auto moderne, invece, sono tutte quelle in cui sono ammesse a partecipare le macchine con meno di 30 anni (quindi immatricolate dopo il 1992). Le regole per l’iscrizione sono identiche a quelle viste per le gare per auto storiche, fatta eccezione per la fiche di certificazione del veicolo, che in questo caso non è prevista.

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Come funziona una gara di regolarità

Il funzionamento di una gara di regolarità è diverso da competizione a competizione. Ci sono, però, alcuni elementi che ritornano, come quelli che riguardano la composizione dell’equipaggio, la presenza di prove speciali durante il tragitto, la modalità di cronometraggio del tempo e i criteri di composizione della classifica finale.

Per quanto riguarda l’equipaggio, questo è composto da due persone:

  • il guidatore, che conduce l’auto;
  • il navigatore, che ha il delicatissimo compito di gestire il Road Book e di dare le giuste indicazioni al driver.

Sotto il profilo del percorso, invece, due sono gli elementi rilevanti. Il primo concerne la partenza. Al via, infatti, le auto vengono fatte partire scaglionate, con una cadenza che di solito è di un veicolo ogni 30 o 60 secondi. L’altra caratteristica importante è la presenza, lungo il tragitto, di prove speciali, cioè tratti di strada che devono essere percorsi in tempi prestabiliti, con precisione al centesimo di secondo. Ritardare o anticipare significa collezionare penalità.

Infine, per quanto riguarda la classifica finale, solitamente viene attribuito un peso anche all’età del veicolo, per garantire un vantaggio a quelli più vecchi, dato che sono i più difficili da guidare.

Tutto quello che c’è da sapere sulla Mille Miglia


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Mille Miglia, la corsa più bella del mondo raccontata in pillole

Storia e curiosità sulla Mille Miglia, la corsa automobilistica che si è trasformata in gara per auto d’epoca, senza perdere il suo fascino. Una competizione suggestiva, che si soda tra Brescia e Roma, lungo un percorso di circa 1600 chilometri attraverso il centro Italia.

Mille Miglia è forse uno dei nomi più evocativi che c’è nell’automobilismo, soprattutto in Italia. È entrato nel linguaggio comune come simbolo di una gara dai contorni epici, una corsa che mescola alla perfezione spirito sportivo, passione per i motori e stravaganza. Non a caso, la Mille Miglia è considerata una delle corse più belle del mondo ed ogni anno attira centinata di piloti e appassionati da tutto il mondo. Ma come è nato questo celebre appuntamento? Come si è evoluto negli anni? Quali curiosità nasconde?

La storia della Mille Miglia: ieri e oggi

La cosa migliore da fare per raccontare la Mille Miglia è partire dalla sua storia, che ne costituisce un elemento caratterizzante. La vita di questa corsa automobilistica può essere divisa in due grandi fasi: quella della gara vera e propria e quella della rievocazione storica. La prima fase va dal 1927, data dell’edizione di esordio, al 1957 (con due pause, nel 1939 e tra il 1941 e il 1946). In questi anni la Mille Miglia si caratterizza come una corsa automobilistica di gran fondo, che inizia e finisce a Brescia, attraversando lungo il tragitto di circa 1600 chilometri (equivalenti a 100 miglia imperiali) gran parte del centro Italia, fino a Roma. L’idea di organizzarla nasce da una protesta legata alla mancata assegnazione alla città di Brescia del Gran Premio d’Italia di Formula 1, andato invece a Monza e al suo Autodromo Nazionale. Una delusione da cui è nata una storia fantastica. La seconda vita della Mille Miglia, invece, è iniziata nel 1977 e continua ancora oggi. L’evento si è trasformato in una gara di regolarità storica a tappe, che vede sfilare affascinanti macchine d’epoca lungo un tragitto che ripercorre l’idea originale e va da Brescia a Roma e ritorno. L’obiettivo è completarlo in un tempo prestabilito, senza anticipare e senza ritardare.

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7 cose da sapere sulla Mille Miglia

Già da questi brevi cenni storici è possibile intuire l’unicità della Mille Miglia, che da semplice corsa automobilistica è stata capace di trasformarsi in mito. Per conoscerla ancora meglio, ecco sette cose che bisogna assolutamente sapere.

Chi l’ha inventata

Gli ideatori della Mille Miglia sono stati Giovanni Canestrini, Franco Mazzotti, Aymo Maggi e Renzo Castagneto, ribattezzati “i quattro moschettieri”. Di questo poker d’assi, però, il più attivo promotore della corsa è stato sicuramente Castagneto, allora presidente dell’Automobile Club Italia di Brescia.

Da dove parte e dove arriva

Come detto, la Mille Miglia prende il via a Brescia, dove è fissato anche l’arrivo. Per la città lombarda, la corsa è un simbolo storico di gran pregio, un evento attorno al quale tutta la città i colora e si anima. Il core pulsante di tutta la manifestazione, fin dai primissimi anni, è Piazza Vittoria.

Qual è il percorso di gara

Il percorso della Mille Miglia subisce delle piccole variazioni ad ogni edizione, andando a toccare diverse località del centro Italia. Gli inamovibili punti fissi però sono la lunghezza, che deve aggirarsi intorno al 1600 chilometri, cioè mille miglia imperiali, e il passaggio per Roma.

Quali auto storiche possono partecipare

All’attuale versione della Mille Miglia possono partecipare solo auto storiche prodotte entro il 1957 e di cui almeno un esemplare abbia preso parte o sia stato iscritto alla Mille Miglia originale.

Quante macchine partecipano

Non c’è un numero minimo o massimo di partecipanti ammessi. Il record d vettura presenti al via è stato registrato nel 2017, in occasione della corsa che celebrava il 90° anniversario della prima edizione della Mille Miglia.

Come e cosa si vince

Trattandosi di una gara di regolarità, il primo premio va a chi si discosta meno dal tempo di percorrenza stabilito. Arrivare in anticipo o in ritardo, infatti, comporta l’assegnazione di penalità. Chi colleziona meno penalità è il vincitore e si aggiudica il primo premio, simbolico ma molto prestigioso: una coppa che riproduce fedelmente quella della Mille Miglia classica.

Quando si svolgerà la Mille Miglia 2022

L’edizione 2022 della Mille Miglia sarà la numero 40 da quando la corsa è rinata come gara di auto storiche. La competizione si svolgerà dal 15 al 18 giugno. Nella prima tappa, i concorrenti partiranno da Brescia e arriveranno a Cervia – Milano marittima; nella seconda tappa attraverseranno il centro Italia, con passaggio a San Marino e a Norcia e approdo a Roma; nella terza, invece, risaliranno verso nord attraverso la Toscana, fino a raggiungere Parma; infine, nella quarta disputeranno delle prove nel circuito di varano de’ Melegari, per poi raggiungere l’Autodromo Nazionale Monza via Salsomaggiore e Pavia.

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Karting, lo sport che modella i futuri piloti

Le gare di karting sono spesso una palestra in cui si formano le giovani leve dell’automobilismo, destinate a diventare grandi piloti di auto o moto. A bordo dei go-kart, all’interno di un kartodromo, si possono sperimentare e accrescere le abilità in pista. Il karting, però, non è il fratello minore della Formula 1, ma un motorsport a tutti gli effetti, con i suoi campionati e le sue sfide adrenaliniche.

C’è una cosa che accomuna il passato agonistico di molti grandi campioni della Formula 1, da Senna a Verstappen, ed è il karting. Correre sui go-kart, infatti, è il primo approccio che gli aspiranti piloti hanno con la pista e con la velocità. Il kartodromo è una sorta di palestra che si può cominciare a frequentare già in giovane età (si può iniziare a 6 anni). Per questo motivo, il karting è molto di più che una corsa a bordo di curiose “macchinette”, ma uno sport vero e proprio, con le sue regole e le sue competizioni internazionali, e soprattutto con grande valore agonistico. Quindi vale la pena conoscerlo un po’ meglio.

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Cos’è il karting: caratteristiche e storia di uno sport dalla lunga tradizione

Secondo la definizione di base, il karting è quella specialità del motorsport che si corre con i kart, cioè autoveicoli a motore di piccole dimensioni, di cui esistono diverse varianti. L’elemento caratterizzante, quindi, è il mezzo utilizzato, che ha un aspetto molto particolare. Il primo prototipo di go-kart risale al 1956 ed è opera di Art Ingels, costruttore americano di auto da corsa e tecnico della Kurtis Kraft. Nelle sue intenzioni, quella macchinetta doveva essere solo un passatempo per il figlio piccolo. Si è rivelata, invece, un’intuizione potente, capace di scrivere pagine indimenticabili nel mondo dei motori. Già nel 1957, infatti, in California furono messi a punto i primi veri e propri kart: veicoli compatti, con altezza minima da terra e senza sospensioni, telaio flessibile, trazione posteriore e un motore dalla potenza limitata, che però li rende comunque capaci di spingersi fino a una velocità di 100 km/h. Ed è del 1959 la prima competizione ufficiale di karting, organizzata a Nassau.

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Il karting in Italia

Nonostante le sue origini siano statunitensi, il karting vanta una lunga e gloriosa tradizione in Italia, dove è arrivato già nel 1957 e dove oggi esistono numerosi kartodromi. La prima esibizione di un kart si è svolta sulla pista dell’Autodromo Nazionale Monza, mentre la produzione di questi veicoli in Italia è strettamente legata al nome di Nicolò Donà delle Rose, pioniere del settore. Negli anni, poi, piloti e scuderie “made in Italy” si sono distinti per i successi in pista a livello internazionale. Per rendersene conto, basta scorre gli albi d’oro delle competizioni per kart monomarcia e per kart a marce.

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Tipologie di kart e categorie di gara

La già accennata distinzione tra kart monomarcia e kart a marce è un primo esempio di come esistano diverse tipologie di kart. Differenziazioni che si riflettono anche sulle competizioni e sull’età dei piloti che possono guidare i vari veicoli.

Un’altra distinzione fondamentale è quella relativa ai motori, che possono essere:

  • 4 tempi;
  • 2 tempi 100 cm³ racing;
  • 2 tempi 125 cm³ racing famiglia KF;
  • 2 tempi 125 cm³ famiglia KZ;
  • 125 cm³ famiglia TAG.

Molto importante è anche il peso (veicolo + pilota), che è collegato all’età di guida e alla categoria di gara, come evidenziato dalla tabella che segue.

Età (anni) Categoria Peso minimo (Kg)
da 6 a 7 60 Baby 85
da 8 a 9 anni 60 Baby 95
da 8 a 9 anni 125 Rotax micro 105
da 9 a 12 anni 60 Mini 110
da 9 a 12 anni 125 Rotax mini 115
da 12 a 15 anni OKJ Cadetti 135
da 12 a 15 anni OKJ Nazionale 135
da 12 a 15 anni 125 Rotax Junior 145
da 14 anni e 6 mesi OK Nazionale 145
da 14 anni e 6 mesi 125 KZ2 Nazionale 175
da 14 anni e 6 mesi 125 Club 180
da 15 anni 125 Rotax max 160
da 15 anni 125 KZ2 175
da 17 a 35 anni 125 Prodriver under 175
oltre 35 anni 125 Rotax max over 168
oltre 35 anni 125 Prodriver over 180

Le competizioni nazionali e internazionali per kart

La numerosità delle categorie di kart, fa si che esistano moltissime competizioni di karting diverse, sia a livello nazionale che internazionale. Su scala mondiale, però, i titoli più ambiti restano senza dubbio quelli messi in palio dalla divisione karting della FIA, che vanno sotto la sigla di FIA Karting World Championship (gara singola). Discorso analogo per il panorama europeo, dominato dai FIA karting European Championship (torneo con più gare in diversi paesi del vecchio continente). In Italia, invece, il trofeo più importante è organizzato e promosso dall’ACI e prende il nome di Campionato Italiano ACI Karting, organizzato in 8 diverse classi (alcune da 3 gare, altre da 5).

La guida completa al Campionato Italiano ACI Karting


Diventare pilota di auto da corsa, la professione che tutti sognano

Breve guida per chi vuole diventare pilota di auto da corsa: requisiti richiesti, corsi ACI e visite mediche per ottenere una patente sportiva. La strada ufficiale per realizzare il sogno di correre su una pista come un vero pilota di motorsport.

A molti sembra un sogno irraggiungibile, ma quella del pilota sportivo di automobili è una professione a tutti gli effetti, con le sue regole e i suoi criteri di accesso. E la verità è che ottenere una licenza ACI Sport per correre in pista come un vero professionista non è un traguardo proibitivo riservato a pochi eletti. Certo, non è neanche semplice, ma se sogni da sempre di fare il pilota, è giusto che tu ti conceda una possibilità. Chissà, un giorno potresti essere protagonista di una gara sul tracciato dell’Autodromo Nazionale Monza, il Tempio della Velocità. Questo breve articolo è pensato proprie per essere una semplice e veloce guida per diventare pilota di auto da corsa conseguendo una patente sportiva. Partiamo!

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I requisiti per diventare pilota di auto

Un aspirante pilota sportivo, per legge, non deve soddisfare particolari requisiti. Ciò che viene richiesto sono solo un’età minima (e massima) e il possesso di una patente per la guida su strada.

L’età per diventare pilota

Per quanto riguarda il requisito dell’età, bisogna aver compiuto i 18 anni e non aver superato gli 80 anni, limite oltre il quale si è considerati non più in grado di sedersi al voltante di un’autovettura sportiva, all’interno di un circuito professionale. Una precisazione, però, è d’obbligo. L’età minima, infatti, è richiesta per le patenti sportive, ma mettersi al volante è un’attività che si può cominciare addirittura a 6 anni (nel caso dei kart) o a 15 anni (per le auto sportive all’interno di un circuito chiuso).

La patente B

Secondo requisito richiesto è il possesso della patente di guida di tipo B, quella normalmente richiesta per la circolazione su strada con automezzi che non superino le 3,5T di peso. Ovviamente, nel caso si possiedano patenti di grado superiore, queste sono ugualmente accettate.

Età minima Età massima Patente di guida
18 80 Tipo B

Come si fa a diventare pilota d’auto? Il percorso completo

Possiedi sia il requisito dell’età che quello della patente? Bene, allora il tuo percorso verso l’acquisizione di una licenza sportiva può iniziare presentando l’apposita domanda presso gli Uffici Sportivi dell’Automobile Club Italia (ACI), che sono presenti in ogni capoluogo di provincia.

I documenti necessari

Durante l’iter di ottenimento della patente ti verranno richiesti:

  • Documento di identità in corso di validità;
  • Tessera di socio ACI;
  • Certificato di idoneità psico-fisica all’attività agonistica o non agonistica (rilasciato previa visita medica, da effettuarsi presso un Centro di Medicina dello Sport accreditato);
  • Certificato di vaccinazione antitetanica;
  • Versamento della tassa di licenza (guarda il listino ACI Sport aggiornato e scopri quanto costa diventare pilota).

Il corso per aspiranti piloti

La burocrazia, però, non è sufficiente per diventare pilota. Bisogna anche partecipare ai corsi organizzati dall’ACI, che sono gratuiti, vengono attivati durante tutto l’anno e prevedono rilascio di un attestato. Sono semplici lezioni teoriche, senza esami finali, finalizzate a spiegare le regole basilari degli sport automobilistici (qui l’elenco dei corsi ACI in programma per prime licenze).

I principali argomenti trattati sono:

  • l’ordinamento sportivo;
  • i tipi di licenza;
  • le omologazioni delle auto;
  • lo svolgimento delle gare e il ruolo dei professionisti coinvolti;
  • il significato delle bandiere esposte in gara;
  • le sanzioni per irregolarità tecniche e sportive e i relativi reclami.

Track Days – Corri sulla posta di Monza come un vero pilota

 

I contenuti originali di questo articolo sono prodotti da un service esterno senza alcun coinvolgimento dell’ufficio stampa dell’Autodromo Nazionale Monza.