9 curiosità sull’Autodromo Nazionale Monza e la Formula 1
La centenaria storia dell’Autodromo Nazionale Monza è ricca di aneddoti, record, curiosità. Conoscere tutti i dettagli del Tempio della Velocità è sfida da veri appassionati. In questo articolo sono raccolte le risposte alle domande più frequenti che riguardano la pista monzese e la Formula 1. Una lettura divertente per chi vuole conoscere meglio questo luogo simbolico. Una sfida per chi si sente esperto della vita dell’Autodromo.
In cento anni di storia, il rapporto tra l’Autodromo Nazionale Monza e la Formula 1 ha scritto pagine memorabili. Nomi di grandi campioni che rimarranno per sempre scolpiti nell’Albo d’Oro della pista; giornate da dimenticare, funestate da incidenti; record immortali che ancora resistono; mutamenti costanti per migliorare continuamente il Tempio della Velocità. Ma quali sono le cose che devi proprio sapere sull’Autodromo Nazionale Monza e sul mondo della Formula 1. Sono almeno 9, quelle scritte qui di seguito. Buona lettura!
Quanto è lunga la pista dell’Autodromo Nazionale Monza?
Allo stato attuale, il tracciato dell’Autodromo Nazionale Monza su cui si corre il Gran Premio d’Italia misura 5793 metri, ma ha conosciuto notevoli cambiamenti nel corso della sua lunga storia.
Quante volte è stato modificato il circuito dell’Autodromo Nazionale Monza?
Dal 1922 ad oggi, il tracciato della pista di Monza ha conosciuto ben 9 variazioni, la prima nel 1935, l’ultima nel 2000.
Quando si è disputato per la prima volta a Monza il Gran Premio d’Italia?
Il primo Gran Premio d’Italia in assoluto fu disputato nel 1921, ma venne ospitato a Montichiari. Arrivò invece a Monza, l’anno successivo, nel 1922. Nel secolo seguente, il Gran Premio fu disputato lontano da Monza solo in 4 occasioni: 1937 (Livorno), 1947 (Torino), 1948 (Milano), 1980 (Imola).
Chi ha vinto la prima edizione del Gran Premio d’Italia corsa a Monza?
Ad aggiudicarsi il Gran premio d’Italia nel 1922 fu Pietro Bordino, al volante di una Fiat 804.
Chi è stato l’ultimo pilota italiano a vincere il Gran Premio d’Italia?
L’ultimo pilota italiano a salire sul gradino più alto del podio nel Gran Premio d’Italia disputato a Monza fu Ludovico Scarfiotti, nel 1966.
Quale pilota ha vinto più volte il Gran Premio d’Italia?
Il record di vittorie del Gran Premio d’Italia spetta a parimerito a due piloti che hanno lasciato il segno in Formula 1: Michael Schumacher e Lewis Hamilton. Entrambi hanno collezionato ben 5 primi posti sul circuito dell’Autodromo Nazionale Monza. Un’ulteriore curiosità: tra la prima e l’ultima vittoria di Schumacher sono passati ben 10 anni (1996-2006).
Quale scuderia ha vinto più volte il Gran Premio d’Italia?
Per quanto riguarda invece il Campionato Mondiale costruttori, la scuderia più titolata è la Ferrari, con ben 19 vittorie.
Chi ha fatto il giro più veloce nella storia dell’Autodromo Nazionale Monza?
Il record di pista dell’Autodromo Nazionale Monza in gara appartiene a Rubens Barrichello, che nel 2004 fece registrare un eccezionale 1.21.046 (aggiudicandosi anche la vittoria del Gran Premio d’Italia). Se si considerano però anche le prestazioni fuori gara, il giro più veloce appartiene a Lewis Hamilton, che nel 2020, durante le qualifiche, ha fermato il cronometro a 1.18.887, guadagnando la pole position (ma finì solo 7 la gara).
Qual è la velocità massima raggiunta sul circuito di Monza e da chi?
Anche per quanto riguarda la velocità massima toccata sul circuito dell’Autodromo Nazionale Monza bisogna distinguere. Ufficialmente il record, siglato in gara, spetta a Kimi Raikkonen che, nel 2005, alla guida della sua McLaren, superò i 370 km/h (370,1, per l’esattezza). Se si considerano, però, le prestazioni delle qualifiche, il primato spetta a Juan-Pablo Montoya, che, sempre nel 2005, guidava l’altra McLaren.
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Dieta da campione: cosa mangiano i piloti di Formula 1
Che dieta segue un pilota di Formula 1? E cosa mangia prima di scendere in pista per un Gran Premio? L’alimentazione ricopre un ruolo chiave in ogni sport e l’automobilismo non fa eccezione. Per affrontare la pista servono muscoli, nervi e tanta energia.
La Formula 1 è uno sport estremamente faticoso, molto più di quanto si possa immaginare guardando le gare in TV, comodamente seduti sul proprio divano. Guidare una macchina che sfreccia sulla pista a 300 km/h comporta un elevato dispendio di energie. Servono muscoli forti e mente salda per resistere giro dopo giro. I piloti di Formula 1, quindi, sono a tutti gli effetti atleti di alto livello e come tali devono ragionare, curando in maniera precisa e costante sia l’allenamento fisico che l’alimentazione. In particolare, apportare al corpo i giusti nutrienti è importantissimo, sia nel periodo di preparazione alla stagione, sia prima di un Gran Premio. Ma quali sono i segreti alimentari dei piloti? Che dieta seguono? Cosa mangiano prima di scendere in pista? Scopriamolo insieme!
Tutti gli aggiornamenti sul Campionato Mondiale di Formula 1
L’alimentazione sportiva dei piloti
Nella quotidianità, durante la preparazione fisica, l’alimentazione dei piloti non differisce molto da quella di altri atleti. Ovviamente ognuno adatta il regime dietetico ai propri obiettivi, alle proprie esigenze e al proprio fisico. In linea generale, però, si può sottolineare come la dieta da pilota sia una dieta ricca di carboidrati, meglio se integrali, che forniscono l’energia necessaria per sopportare allenamenti e gare. Ben calibrato deve essere anche l’apporto proteico, per sostenere la crescita muscolare. Per un pilota professionista, infatti, è fondamentale tenere d’occhio la composizione corporea, massimizzando la percentuale di muscoli. Crescere di peso, infatti, può essere controproducente. Largo spazio, infine, a frutta e verdura, che apportano vitamine e minerali essenziali.
Come si diventa piloti sportivi?
Cosa mangia un pilota Formula 1 prima della gara
Un discorso a parte lo merita l’alimentazione che seguono i piloti di Formula 1 nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti le gare. Quelli pre-Gran Premio, infatti, sono pasti particolarmente delicati, che devono consentire di ottenere due risultati: massimizzare l’energia disponibile, minimizzare l’appesantimento fisico. Questo significa selezionare alimenti ad alto valore energetico e semplici da digerire. I primi cibi da scartare, quindi, sono quelli che contengono molti grassi, perché allungano i tempi della digestione. Discorso analogo anche per le proteine, che danno lo stesso problema. Gli zuccheri, invece, sono da evitare perché provocano picchi glicemici, verso l’alto e verso il basso, che possono destabilizzare le prestazioni. La soluzione migliore per i pasti pre-gara, quindi, è rappresentata dai carboidrati complessi, come pane, pasta, riso e patate. Questi nutrienti, infatti, garantiscono un cospicuo aumento delle riserve di glicogeno (preziosissimo in pista) ma sono anche facili da digerire. Infine, altro elemento chiave da considerare è il consumo di acqua, che va curato già nei tre giorni precedenti la discesa in pista, per essere sicuri di arrivare sufficientemente idratati ad un appuntamento durante il quale si perdono tanti liquidi.
Mettiti alla prova sulla pista dell’Autodromo Nazionale Monza
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Motorsport stagione 2023, tutti gli appuntamenti più importanti del mondo dei motori
La stagione 2023 del Motorsport e dell’automobilismo è ricca di appuntamenti e novità, a cominciare dalla Formula 1, che si allunga e si rinnova. Ma anche le altre competizioni non sono da meno, dalla Formula E al World Endurance Championship fino al GT World Challenge Europe. Calendari ricchi e che promettono grandi emozioni a tutti gli appassionati delle quattro ruote.
Formula 1 2023, 24 gare in programma e partenza il 5 marzo
Prenderà il via il 5 marzo 2023, in Bahrain, il Campionato del Mondo di Formula 1 e sarà il più lungo della storia, con ben 24 gare, una in più dello scorso anno. La chiusura, invece, è prevista per il 26 novembre ad Abu Dhabi. Tornano in elenco due Gran Premi assenti nel 2022: Las Vegas e Qatar. Esce dall’elenco delle competizioni, invece, il Gran Premio di Francia. In Italia, invece, confermati entrambe gli appuntamenti: Imola per il Gran Premio del Made in Italy e Monza per il Gran Premio d’Italia (3 settembre 2023).
Scopri di più sul Gran Premio d’Italia 2023 di Formula 1
Formula 2 2023, 14 gran premi con doppia tappa in Italia
Doppia tappa italiana anche per la stagione 2023 della Formula 2, sempre con Monza e Imola in pista. Il campionato, composto da 14 tappe, prenderà via sempre il 5 marzo dal Bahrain e si concluderà il 26 novembre negli Emirati Arabi. Ecco il calendario completo:
- 3-5 marzo: Bahrain (Sakhir)
- 17-19 marzo: Arabia Saudita (Gedda)
- 31 marzo-2 aprile: Australia (Melbourne)
- 28-30 aprile: Azerbaigian (Baku)
- 19-21 maggio: Italia (Imola)
- 25-28 maggio: Monaco (Monte Carlo)
- 2-4 giugno: Spagna (Montmeló)
- 30 giugno-2 luglio: Austria (Spielberg)
- 7-9 luglio: Gran Bretagna (Silverstone)
- 21-23 luglio: Ungheria (Hungaroring)
- 28-30 luglio: Belgio (Spa-Francorchamps)
- 25-27 agosto: Paesi Bassi (Zandvoort)
- 1-3 settembre: Italia (Monza)
- 24-26 novembre: Emirati Arabi Uniti (Yas Marina)
Formula 3 2023, 10 gran premi in 6 mesi
La stagione 2023 della Formula 3, invece, vede salire da 9 a 10 gli appuntamenti totali, con l’ingresso di Australia e Monaco e l’uscita di Zandvoort. La partenza è in calendario sempre il 5 marzo dal Bahrain, mentre la chiusura sarà a Monza il 3 settembre. Ecco l’elenco di tutte le tappe:
- 3-5 marzo: Bahrain (Sakhir)
- 31 marzo-2 aprile: Australia (Melbourne)
- 19-21 maggio: Italia (Imola)
- 25-28 maggio: Monaco (Monte Carlo)
- 2-4 giugno: Spagna (Montmeló)
- 30 giugno-2 luglio: Austria (Spielberg)
- 7-9 luglio: Gran Bretagna (Silverstone)
- 21-23 luglio: Ungheria (Hungaroring)
- 28-30 luglio: Belgio (Spa-Francorchamps)
- 1-3 settembre: Italia (Monza)
Formula E 2023, nona stagione per il campionato delle auto elettriche
La stagione 2023 sarà la nona per la Formula E, il campionato dedicato alle auto elettriche, che toccherà 11 città per un totale di 16 Gran Premi. Si parte il 14 gennaio da Città del Messico e si finisce il 30 luglio a Londra.
Di seguito, il calendario completo dei round della Formula E:
- Round 1: Città del Messico - 14 gennaio 2023
- Round 2: Diriyah - 27 gennaio 2023
- Round 3: Diriyah - 28 gennaio 2023
- Round 4: Hyderabad - 11 febbraio 2023
- Round 5: Città del Capo - 25 febbraio 2023
- Round 6: San Paolo - 25 marzo 2023
- Round 7: Berlino - 22 aprile 2023
- Round 8: Berlino - 23 aprile 2023
- Round 9: Monaco - 6 maggio 2023
- Round 10: Jakarta - 3 giugno 2023
- Round 11: Jakarta - 4 giugno 2023
- Round 12: Portland - 24 giugno 2023
- Round 13: Roma - 15 luglio 2023
- Round 14: Roma - 16 luglio 2023
- Round 15: Londra - 29 luglio 2023
- Round 16: Londra - 30 luglio 2023
World Endurance Championship (WEC) 2023, 6 tappe imperdibili per festeggiare la decima stagione
Cresce di una tappa, rispetto all’anno precedente, il calendario 2023 della FIA World Endurance Championship WEC, Campionato del Mondo delle gare di endurance. Sette appuntamenti in nove mesi, dagli USA al Bahrain.
Ecco il calendario completo WEC:
- 17 marzo: Stati Uniti - 1000 Miglia di Sebring
- 16 aprile: Portogallo - 6 Ore di Portimao
- 29 aprile: Belgio - 6 Ore di Spa-Francorchamps
- 10-11 giugno: Francia - 24 Ore di Le Mans
- 9 luglio: Italia - 6 Ore di Monza
- 10 settembre: Giappone - 6 Ore del Fuji
- 4 novembre: Bahrain - 8 Ore del Bahrain
GT World Challenge Europe 2023, 10 gran premi per auto Gran Turismo
Il GT World Challenge Europe è una delle competizioni internazionali più importanti per le automobili Gran Turismo. Il calendario 2023 prevede 10 tappe in altrettanti circuiti:
- 22-23 aprile: Italia – Monza Endurance Cup
- 13-14 maggio: Gran Bretagna - Brands Hatch Sprint Cup
- 23-24 maggio: Test 24 Ore di Spa - Spa-Francorchamps
- 3-4 giugno: 1000 km Paul Ricard - Paul Ricard Endurance Cup
- 29 giugno – 2 luglio: 24 Ore di Spa - Spa-Francorchamps Endurance Cup
- 15-16 luglio: Italia - Misano Adriatico Sprint Cup
- 29-30 giugno: Germania – Nürburgring Endurance Cup
- 2-3 settembre: Germania – Hockenheim Sprint Cup
- 16-17 settembre: Spagna – Valencia Sprint Cup
- 30 settembre – 1° ottobre: Spagna – Montmeló Endurance Cup
- 14 – 15 ottobre Paesi Bassi: Zandvoort - Sprint Cup
WRC 2023, il campionato FIA per le auto da rally
Tredici gare, di cui ben 8 su sterrato (circostanza che ha provocato qualche polemica): questo il calendario della stagione 2023 del World Rally Championship, campionato mondiale FIA dedicato alle auto da rally. Ecco tutte le tappe con i rispettivi terreni:
- 20-22 gennaio: Monaco - Misto
- 10-12 febbraio: Svezia - Neve
- 17-19 marzo: Messico - Sterrato
- 21-23 aprile: Croazia - Asfalto
- 12-14 maggio: Portogallo - Sterrato
- 2-4 giugno: Sardegna - Sterrato
- 23-25 giugno: Kenya - Sterrato
- 21-27 luglio: Estonia - Sterrato
- 4-6 agosto: Finlandia - Sterrato
- 8-10 settembre : Grecia - Sterrato
- 29 settembre -1° ottobre: Cile - Sterrato
- 27-29 ottobre: Europa Centrale - Asfalto
- 17-19 novembre: Giappone - Asfalto
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Pietro Bordino, il Diavolo Rosso che per primo espugnò Monza
Negli anni ‘20 del 1900, Pietro Bordino è stato uno dei piloti automobilistici italiani più amati e conosciuti al mondo. Il Diavolo Rosso è stato capace di collezionare vittorie e record, nonché di rivaleggiare con un campione del calibro di Tazio Nuvolari, prima di morire a seguito di un incidente. Ancora oggi, il nome di Bordino è strettamente legato all’Autodromo Nazionale Monza, dove, nel 1922, vinse la seconda edizione del Gran Premio d’Italia, primo pilota a laurearsi campione nel neonato Tempio della Velocità.
10 settembre 1922. Una data destinata a rimanere nella storia: sulla pista del neonato Autodromo Nazionale Monza si disputa la seconda edizione del Gran Premio d’Italia. A vincerla, bissando il successo dell’anno precedente a Montichiari, è Pietro Bordino a bordo di una FIAT 804. Il Diavolo Rosso lega così per sempre il proprio nome al Tempio della Velocità, andando ad occupare la prima posizione nell’Albo d’Oro della pista. Per gli appassionati di automobilismo, il nome di Bordino è familiare. Le sue vicende personali e sportive, però, sono spesso poco conosciute, anche perché risalgono ormai ad un secolo fa. Per questo motivo, vale la pena di rispolverarle.
Scopri la storia dell’Autodromo Nazionale Monza
Alle origini di una leggenda: Pietro Bordino è il Diavolo Rosso dell’automobilismo italiano
Per essere comprensibile, ogni storia che si rispetti deve partire dall’inizio. Nel caso della biografia di Pietro Bordino, queste radici affondano geograficamente nel profilo austero della città di Torino, dove il campione nacque nel 1887. È quindi nello storico centro piemontese che il futuro Diavolo Rosso muove i suoi primi passi e viene in contatto con il fantastico mondo dell’automobilismo, destinato a stregarlo. A farglielo conoscere sono due ragazzi più grandi di lui, i cui nomi sono destinati a diventare altrettanto celebri: Felice Nazzaro e Vincenzo Lancia. Qualche anno dopo, è proprio Lancia, divenuto nel frattempo un affermato pilota, a scegliere Pietro, entrato come apprendista in Fiat, per fargli da fidato accompagnatore in tutte le maggiori gare automobilistiche. A Bordino non sembra vero e ruba con gli occhi tutto ciò che può, collezionando un bagaglio inestimabile di esperienza. La prima gara da pilota arriva nel 1908 ed è coronata subito da una vittoria. Negli anni successivi, l’ambizioso Pietro alterna competizioni automobilistiche e motociclistiche e continua così fino al 1912, anno in cui sceglie definitivamente le quattro ruote, cogliendo l’occasione offertagli da Lancia: partecipare con una sua vettura alla Targa Florio (che chiude ottavo in classifica generale).
La scalata alla Hall of Fame dei piloti italiani
Il mito del Diavolo Rosso è ormai lanciato e la crescita è esponenziale. Negli anni Venti del 1900, Pietro Bordino arriva ad essere uno dei piloti italiani più conosciuti e amati. Ed è anche vincente, ovviamente. In meno di un decennio fa incetta di premi e record, sempre a bordo di automobili FIAT. Nel 1921 si aggiudica la 250 miglia di Los Angeles. Nel 1922, come anticipato, trionfa al Gran Premio d’Italia. Nel 1925 è di nuovo negli Stati Uniti per prendere parte alla 500 miglia di Indianapolis e alla AAA/USAC Championship Car. Nel 1927 rientra sugli allori in Italia, aggiudicandosi il Gran Premio di Milano. Infine, nel 1928 fa sua anche la Targa Florio, nella classifica di classe (mentre è terzo nell’assoluta).
Il lato oscuro del successo e il tragico epilogo
Sarebbe però un errore pensare che la vita di Pietro Bordino sia stata una lunga cavalcata lastricata di successi. Non bisogna dimenticare, infatti, che il Diavolo Rosso fu pilota di fama internazionale in un periodo storico in cui l’automobilismo era uno sport molto meno sicuro di come è oggi. Non a caso, la sua carriera fu costellata da lutti ed ebbe un tragico e precoce epilogo. L’anno più difficile fu il 1923 quando, a distanza di pochi giorni, durante la preparazione del Gran Premio d’Italia a Monza, perse due colleghi: Enrico Giaccone e Ugo Sivocci. Peraltro, nell’incidente in cui morì Giaccone, lo stesso Bordino, che era al volante, riportò importanti ferite. Quella tragedia fu quasi un presagio di quello che sarebbe stata la sua sorte solo cinque anni dopo.
Riprendiamo il filo del racconto. È il 1928, Bordino si è fatto convincere da Ettore Bugatti a tornare in pista (aveva infatti deciso di abbandonare le corse dopo la vittoria di Milano) e nelle prime gare della stagione ha ingaggiato un braccio di ferro con la nuova stella della velocità: Tazio Nuvolari. Il 16 aprile il Diavolo Rosso è sul circuito di Alessandria, che prova il tracciato in preparazione del Gran Premio. All’improvviso, un cane gli attraversa la strada, lui non riesce ad evitarlo e perde il controllo dell’autovettura, finendo nel vicino fiume Tanaro e morendo annegato. È l’epilogo fatale di una vita condotta al limite, da vero fuoriclasse. Una grandezza che gli è riconosciuta unanimemente ancora oggi.
Come si allenano i piloti di Formula 1?
Come si allenano i piloti di F1? Tutti i segreti della preparazione fisica e mentale
La preparazione atletica di un pilota di Formula 1 è un delicato e complesso equilibrio di allenamento fisico e mentale. L’obiettivo è migliorare forza e resistenza muscolare, incrementare i riflessi e accrescere la tenuta nervosa, grazie al supporto di un mental trainer.
I piloti di Formula 1 sono veri e propri atleti, che si sottopongono quotidianamente ad allenamenti durissimi, per migliorare sia dal punto di vista fisico che mentale. Infatti, guidare un’auto capace di sfrecciare in pista oltre i 300 km/h significa mettere a dura prova ogni fibra del proprio corpo, dalle gambe fino al collo, e chiedere il massimo anche alla propria capacità di concentrazione e ai propri riflessi. Eppure, c’è ancora chi pensa che in fondo guidare una monoposto non sia faticoso! Per smentire questa convinzione, basta dare un’occhiata veloce a come si allenano i piloti di F1, fisicamente e mentalmente.
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L’allenamento fisico dei piloti di Formula 1
L’allenamento fisico di un pilota professionista deve necessariamente coprire tre aspetti chiave: aumento della forza, aumento della resistenza e miglioramento dei riflessi. A tale allenamento, poi, si affianca una grande attenzione per la dieta, con l’obiettivo di mantenere bassa la percentuale di grasso, in modo da ottimizzare il peso.
Allenare la forza: gambe, braccia e collo
Per mettersi alla guida di una macchina di Formula 1 bisogna avere muscoli forti, soprattutto su braccia e gambe. Gli arti superiori, infatti, sono costantemente sollecitati, dal primo all’ultimo minuto di gara, dalle vibrazioni del volante e dagli sforzi necessari per controllarlo nelle fasi di accelerazione, curva e frenata. Per quanto riguarda gli arti inferiori, invece, la sollecitazione maggiore riguarda la gamba sinistra, che nella fase di frenata è chiamata a fare una pressione sul pedale pari anche ad 80 kg. Questo significa che i piloti sono chiamati a sottoporsi a sedute di allenamento con i pesi, seguendo programmi specifici per l’incremento della forza.
Una menzione a parte, infine, la merita il collo, che nel corso di una gara automobilistica è sottoposto ad una fatica enorme e non paragonabile a nessun altro sport (oltre a dover reggere il peso del casco, che può superare i 6 kg). Ecco perché nel programma di allenamento di un pilota professionista sono sempre inclusi esercizi per il collo, magari realizzati con bande elastiche.
Allenare la resistenza
Anche l’allenamento della resistenza fisica svolge un ruolo fondamentale nella preparazione atletica di un pilota di F1. Per migliorare sotto questo profilo, spesso i piloti si affidano alla pratica di altri sport, come la corsa, il ciclismo ma anche il nuovo e il canottaggio. Il compagno fedele di allenamento, in questi casi, è sempre il cardiofrequenzimetro, che permette di tenere sotto costante controllo la prestazione.
Allenare i riflessi
Il terzo elemento che compone la preparazione atletica di un pilota è rappresentato dall’allenamento dei riflessi, decisivo per controllare l’auto in pista. Per migliorare i riflessi, i piloti si affidano ad esercizi specifici, a volte realizzati con appositi macchinari. Tali esercizi permettono di lavorare in quattro direzioni:
- aumento della velocità di reazione;
- miglioramento della visione periferica;
- riduzione del tempo di focalizzazione;
- perfezionamento della coordinazione oculo manuale.
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L’importanza dell’allenamento mentale in F1
Come detto, muscoli forti, tonici ed elastici sono imprescindibili per un pilota. Ma in uno sport fatto di velocità e continui stimoli, con effetti spesso estenuanti, anche il cervello svolge un ruolo fondamentale. Ecco perché, accanto a quello fisico, per un pilota professionale non può mancare l’allenamento mentale. Anzi, è possibile affermare con tranquillità che la capacità di affrontare lo stress mentale è ciò che fa la differenza tra un campione un buon pilota. Non a caso, nel corso degli anni, le scuderie di F1 hanno visto crescere il ruolo dei mental trainer, cioè dei professionisti capaci di allenare la mente degli atleti, che li affiancano durante la preparazione e gli permettono di focalizzare i loro punti di forza e di debolezza, per poi lavorarci su.
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Campionato Italiano ACI Karting, la guida completa
Il Campionato Italiano ACI Karting 2022 prenderà ufficialmente il via il prossimo 22 maggio. In questa breve guida, tutte le informazioni necessarie per seguire la massima competizione nazionale per i piloti di kart. Dal calendario ai circuiti coinvolti, dai titoli in palio alle modalità di gara.
Come ogni anno, il mondo italiano dei kart si appresta a vivere la sua competizione nazionale più importante, cioè il Campionato Italiano ACI Karting 2022. Cinque appuntamenti sparsi in tutta Italia, ospitati all’interno di circuiti che vedranno sfidarsi i migliori piloti di kart. In palio ci sono ben dieci titoli, divisi su numerose categorie di gara. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa competizione se si è appassionati di corse dei kart.
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Il regolamento del Campionato Italiano ACI Kart
Iniziamo dando uno sguardo a quelli che sono gli elementi essenziali del regolamento del Campionato (che è disponibile per intero a questo link). In particolare, è interessante vedere l’elenco delle classi ammesse e dei titoli in palio che i piloti possono ambire a conquistare.
Classi ammesse e titoli in palio
Al Campionato Italiano ACI Karting sono ammesse le seguenti classi nazionali:
- 125 KZ2
- MINI Gr.3
- 60 Minikart
- 125 KZN (Under - Senior)
- IAME X30 Junior
- IAME X30 Senior
- Junior ROK
- Senior ROK
Di conseguenza, i titoli in palio sono i seguenti:
- Campione Italiano Karting Conduttori 125 KZ2
- Campione Italiano Karting Conduttori 125 KZ2 Under 18
- Campione Italiano Karting Conduttori MINI Gr.3
- Campione Italiano Karting Conduttori 60 Minikart
- Campione Italiano Karting Conduttori 125 KZN (Under – Senior)
- Campione Italiano Karting Conduttori IAME X30 Junior
- Campione Italiano Karting Conduttori IAME X30 Senior
- Campione Italiano Karting Conduttori Junior ROK
- Campione Italiano Karting Conduttori Senior ROK
- Campione Italiano Karting Femminile
Come si svolgono le gare
Ogni appuntamento del campionato nazionale prevede lo svolgimento di due gare, la prima con una lunghezza maggiore della seconda. Lo schieramento di partenza della Gara 1 è stabilito dalle corse della fase eliminatoria. In Gara 2, invece, le prime otto posizioni corrispondono all’inverso dell’ordine di arrivo della Gara 1 (in sostanza, il primo classificato parte ottavo, e viceversa). Il punteggio finale conquistato dal pilota è dato dalla somma dei punti raccolti in ciascuna gara. E bene però precisare che i diversi appuntamenti del calendario non hanno tutti lo stesso peso. Ad alcuni circuiti, infatti, è assegnato un coefficiente pari a 1,5 (Pista Salentina e Pista Sette Laghi), che va moltiplicato per il punteggio attenuto dal pilota in quella tappa.
Il calendario del Campionato Italiano Kart e i circuiti coinvolti
A questo punto, è arrivato il momento di scoprire il calendario del Campionato Italiano ACI Karting 2022, la cosa principale che ogni amante dei motori vuole conoscere, per poter seguire le sue sfide preferite. Per quanto riguarda il numero di gare, il Campionato prevede una distinzione basata sulle categorie. Per alcune, infatti, gli appuntamenti sono 5, per altre 3. In entrambe i casi, però, la mappa dei circuiti coinvolti attraversa tutta Italia.
Ecco l’elenco completo di date e piste:
- 22 maggio 2022 - Franciacorta Karting Track - Castrezzato (Brescia)
Categorie: KZ2, MINI Gr.3, 60 Minikart, KZN, X30 Junior e Senior, Rok Junior e Senior.
- 26 giugno 2022 - Pista Salentina - Ugento (Lecce)
Categorie: KZ2, MINI Gr.3, 60 Minikart, KZN, X30 Junior e Senior.
- 24 luglio 2022 - Pista 7 Laghi - Castelletto di Branduzzo (Pavia)
Categorie: KZ2, MINI Gr.3, 60 Minikart, X30 Junior e Senior, Rok Junior e Senior.
- 28 agosto 2022 - Circuito Internazionale Napoli - Sarno (Salerno)
Categorie: KZ2, MINI Gr.3, 60 Minikart, X30 Junior e Senior, OK e OK-Junior (prova unica).
- 25 settembre 2022 - Kartodromo Val Vibrata - Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo)
Categorie: KZ2, MINI Gr.3, 60 Minikart, KZN, X30 Junior e Senior, Rok Junior e Senior.
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10 curiosità sulla Formula 1
Quanto pesa una vettura di F1? Come bevono i iloti durante la gara? Chi ha vinto più titoli mondiali al volante di una Formula 1? Queste sono solo alcune delle domande che gli appassionati di motorsport digitano sul web per sapere di più sulla Formula 1. In questo articolo, una raccolta dei dieci questi più interessanti sulla F1. Curiosità che non si possono non sapere.
Sul web, è risaputo, si può trovare di tutto. Internet è custode di miliardi di informazioni, basta saperle cercare. Questo vale anche per le notizie e le curiosità che riguardano la Formula 1. Anzi, a giudicare da ciò che si scova navigando tramite Google è lecito pensare che gli appassionati di motorsport siano una categoria di persone molto fantasiose, capaci di porre domande davvero particolari. In questo articolo, sono raccolti i 10 quesiti più strani e interessanti che riguardano la Formula 1 e che gli utenti cercano online. Alcune riguardano i piloti, altre le auto, altre ancora le gare. Uno strumento utile per sapere davvero tutto sulle monoposto.
La guida per diventare pilota di auto
Chi ha più titoli in F1?
Domanda semplice ma fondamentale per chi ama le quattro ruote. Tra i piloti, il più titolato è Michael Schumacher, con all’attivo ben 7 mondiali vinti. Per quanto riguarda le case costruttrici, invece, la scuderia con la bacheca più ricca è la Ferrari, che ne può vantare ben 16.
Chi ha più podi in F1?
Il pilota che attualmente ha all’attivo il maggior numero di podi conquistati al termine di un Gran Premio è Lewis Hamilton, che ne conta ben 188. Ed è suo anche il record di vittorie (103) e di secondi posti (50). A conquistare il maggior numero di volte il gradino più basso del podio, invece, è stato Kimi Raikkonen, arrivato per 45 volte terzo.
Quanti chili si perdono in una gara di F1?
Guidare una monoposto per un’intera gara di Formula 1 richiede un notevole sforzo fisico e comporta notevole perdita di liquidi. Per questo motivo, giro dopo giro, i piloti possono arrivare a perdere fino a 2 kg di peso.
Come bevono i piloti durante la gara?
Il grande dispendio di liquidi che si ha in gara, rende necessario idratare i piloti consentendogli di bere lungo il tragitto. Sorseggiare acqua mentre si sfreccia a 300 km/h non semplice. Ecco perché, negli anni, è stato sviluppato un sistema automatizzato: un serbatoio da circa 1,5 litri di acqua collegato ad una pompa che, azionata tramite un comando presente sul voltante, porta il liqui alla bocca del pilota attraverso una cannuccia.
Come fanno a vedere i piloti?
Guardando una gara si Formula 1 ci si può ritrovare a chiedersi: com’è possibile che la visiera del casco non si appanni? Il motivo è semplice: è ricoperta di sostanze che impediscono che si verifichi questo fenomeno.
Quanto pesa e quanto costa un casco da F1?
I caschi di Formula 1 sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale di protezione del pilota. Per questa ragione, devono essere molto resistenti. Nel tempo, l’innovazione tecnologica ha permesso di renderli sempre più performanti ma anche comodi. Attualmente, un casco pesa circa 1,5 kg. Il costo, invece, si aggira tra i 2000 e i 3000 euro.
Quanto costa il volante di una Formula 1
Decisamente più elevato, invece, è il costo di un voltante di Formula 1, che può anche superare i 60 mila euro. D’altronde, si tratta di veri gioielli di altissima tecnologia.
Che tipo di carburante usano le vetture di F1 e quanto ne consumano?
A partire dal 2022, in F1 è obbligatorio l’uso di carburante bio, composto al 90% da combustibili fossi e al 10% da etanolo. Il consumo medio è di circa 1 litro ogni 2,7 km. Un livello molto elevato, che rende l’automobilismo uno degli sport con il più forte impatto ambientale.
Quanto pesa una F1 2022?
Il peso complessivo di una monoposto 2022 sfiora gli 800 kg.
Quanto impiega una F1 a passare da 0 a 100 km/h?
Mediamente, un’automobile che gareggia in Formula 1 riesce a passare da 0 a 100 km orari in appena 1,7 secondi.
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Automobili Gran Turismo, il mito nascosto dietro la sigla GT
Le auto Gran Turismo sono un sogno per molti appassionati di motori, consacrate anche da un noto videogioco. Macchine potenti e confortevoli, la cui storia affonda le radici nell’Europa degli anni ’50. Eppure, definire con precisione cosa significa auto GT non è semplice. Sul tema, il regolamento FIA è vago e le caratteristiche di queste potenti automobili risultano sfuggenti.
Con oltre 76 milioni di copie vendute, Gran Turismo è uno dei videogiochi Sony per Play Station più amati del mondo, con un enorme seguito soprattutto in Europa e in Italia. Un caso? Difficile pensarlo. Piuttosto, tanta diffusione è la naturale conseguenza del suo celebrare una categoria di vetture altrettanto ammirate: le auto GT. Da oltre 70 anni, infatti, queste macchine fondate sul perfetto equilibrio tra comodità e velocità accendono la passione di schiere di fan dei motorsport. Un successo che merita di essere approfondito, andando a scoprire cosa si nasconde dietro questo celebre ed enigmatico nome: Gran Turismo.
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Cosa significa auto Gran Turismo? La storia dietro la definizione
Storicamente, le auto GT fanno la loro prima comparsa in Europa negli anni ’50. Il nome indica delle vetture piuttosto ampie e potenti, che permettono di percorrere lunghi tragitti in poco tempo e garantiscono il massimo comfort di guida. Insomma, consentono di fare davvero i turisti. Anzi, i “gran turisti”. Con il tempo, poi, la definizione di automobili Gran Turismo è andata perfezionandosi, soprattutto per opera della FIA, che già nel 1961 ne ha inserito una menzione nel suo regolamento ufficiale, che recita così:
“le auto Gran Turismo sono veicoli prodotti in piccole serie per clienti che ricercano migliori prestazioni e/o il massimo comfort e non sono particolarmente preoccupati del costo. Questo tipo di vetture dovrà essere conforme ad un modello definito in un catalogo ed offerto ai clienti tramite il Reparto Vendite della Casa costruttrice”.
Negli anni, si sono aggiunti altri elementi che le auto GT devono avere per appartenere alla categoria secondo la FIA:
- essere prodotte in almeno 200 esemplari identici;
- essere dotate di almeno 2 posti a sedere;
- rispettare peso minimo calibrato sulla cilindrata.
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Le caratteristiche di un’automobile GT: potenza e comfort
Il significato di vettura GT imposto dalla FIA (peraltro piuttosto ampio) non impedisce alle case automobilistiche di attribuire la sigla a macchine molto diverse tra loro, tanto da rendere difficile il compito di chi vuole rintracciare degli elementi ricorrenti e qualificanti. Le caratteristiche essenziali di un’auto GT, quindi, si riassumono semplicemente in prestazioni elevate e assoluto comfort di guida. A cascata, queste due qualità comportano scelte peculiari in termini di aerodinamica, telaio, motore e design. Nulla, però, di chiaramente codificabile. Tanto è vero che le auto GT possono essere anche delle berline o delle coupé.
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Gran Turismo, macchine dalle mille anime
A questa notevole indeterminatezza si aggiunge anche il proliferare di sigle che rappresentano delle varianti delle automobili Gran Turismo. Alcune, hanno solo il compito di identificare il tipo di alimentazione, come nel casto di GTD (auto diesel), GTE (auto elettriche), GTI (auto a iniezione elettrica) e GTC (turbo compressione). L’acronimo GTC, però, in alcuni casi può indicare delle auto da corsa. Altre sigle hanno a che fare con la struttura e con il design, come per le macchine GTA (dove A sta per alleggerite, quindi con peso ridotto), le GTB (berlinette) e le GTS (spider). Infine, ci sono le GTO (vetture stradali omologate per le competizioni), le GTR (dove R sta per racing ed è indice di particolare sportività) e GTV (ugualmente veloci e sportive).
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Alla scoperta del Rally, l’automobilismo senza confini
Il Rally è una delle discipline automobilistiche più spettacolari ed emozionanti, con una lunga e gloriosa storia alle spalle. A bordo di auto particolari, organizzate in gruppi e categorie, i piloti si danno battaglia lungo tragitti a volte estenuanti e sempre molto adrenalinici. Ogni competizione di Rally si presenta come un mix entusiasmante tra gare di regolarità, gare di velocità e gare endurance. Un equilibrio perfetto capace di far entrare i rallisti nel mito.
Al solo pronunciarne il nome, il Rally, come genere automobilistico, evoca scenari carichi di adrenalina e sprezzo del pericolo: ambientazioni desertiche o innevate, canyon infiniti o impervie montagne, orizzonti sperduti o paesaggi esotici. Perché il Rally è avventura, emozione, resistenza, oltre che (ovviamente) velocità. Non a caso, tra le discipline automobilistiche, è una di quelle più amate e celebrate, sia nei film che nella letteratura. A fare la fortuna del Rally contribuisce anche il suo sapore epico e la netta sensazione, per chi vi partecipa, di fare parte di una grande famiglia di “folli”. Non a caso, la parola Rally, in inglese, significa raduno. E questo sapore collettivo non si è mai perso, neanche nel Rally moderno, che si propone come un motorsport a tutti gli effetti.
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Le caratteristiche di una gara di rally
Oltre la patina poetica, infatti, il Rally ha tutte le carte in regola per occupare un post di rilievo nel mondo dei motori e, nel corso degli anni, le sue caratteristiche fondamentali si sono evolute in modo da renderlo sempre più spettacolare e performante. Oggi, una competizione di Rally si presenta come un riuscito equilibrio tra tre tipologie di gare automobilistiche: regolarità, velocità a cronometro ed endurance. Le sue caratteristiche principali possono essere così riassunte:
- si svolge su strade pubbliche (aperte o chiuse al traffico, asfaltate o sterrate) e non all’interno di circuiti;
- vede la partecipazione di auto che rappresentano un riadattamento di modelli stradali;
- gli ostacoli naturali presenti lungo il percorso non vengono rimossi (salvo eccezioni) ma devono essere affrontati dagli automobilisti;
- l’equipaggio di ogni auto è composto da due conduttori, uno guida e l’altro lo supporta come navigatore.
Inoltre, a rendere particolarmente ostico per i piloti il percorso i un rally è la scarsa conoscenza che ne hanno. Il tracciato di gara, infatti, viene solitamente reso noto solo pochi giorni prima della partenza, in modo da costringere chi guida a fare i conti con l’effetto sorpresa.
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Le categorie delle vetture nei rally moderni: gruppi e classi
Attualmente, nei Rally moderni, le automobili sono classificate secondo due diverse direttrici: i gruppi e le classi.
Il primo livello di classificazione è quello per gruppi, che sono i seguenti:
- Racing start
- Gruppo A per le vetture da Turismo (con la variante Gruppo Prod E se non dispongono del serbatoio omologato nel 2018 dalla FIA)
- Gruppo N per le vetture di produzione (con la variante Gruppo Prod S se non dispongono del serbatoio omologato nel 2018 dalla FIA)
- Super 1600
- Super 2000
- Gruppo Kit car
- Gruppo R
- Gruppo B
- Gruppo S
All’interno di ciascun gruppo, poi, le auto sono suddivise in classi, sulla base delle caratteristiche del motore e della meccanica generale (soprattutto cilindrata, alimentazione, trazione e telaio). Le classi sono:
- WRC
- R5
- S2000
- RRC - Regional Rally Car
Infine, è necessario specificare che, a partire dal 2008, la FIA, per le gare di rally che rientrano nel suo circuito, ha adottato una classificazione più semplice, in cinque livelli:
- Rally 1
- Rally 2
- Rally 3
- Rally 4
- Rally 5
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Breve storia del rally automobilistico
Il tema della nomenclatura di gruppi, classi e categorie ha un ruolo fondamentale nel dipanarsi della storia del Rally lungo la seconda metà del 1900 e nei primi venti anni del nuovo millennio. L’evoluzione di questa disciplina, infatti, è stata segnata da frequenti cambi nella classificazione delle vetture, conseguenza di regolamenti in costante evoluzione.
Le prime competizioni di Rally risalgono agli anni ’60. Difficile, però, rintracciare delle caratteristiche comuni, a parte la necessità di dotarsi di vetture molto resistenti per poter completare il tracciato. Lo scenario cambia tra la fine del decennio e l’inizio del successivo, quando le vetture si fanno più potenti e nasce l’esigenza di differenziarle per garantire l’equità delle gare. Ed è la stessa FIA ad attivarsi per fare del Rally un motorsport a tutti gli effetti.
Gli anni ’70, però, sono anche quelli di un’altra importante tappa rallistica: il debutto della Lancia Stratos, la prima automobile concepita fin da subito come macchina da Rally. Una novità assoluta e dirompente, visto che fino a quel momento alle gare rallistiche prendevano parte vetture nate per la circolazione stradale e poi modificate.
La Stratos rappresenta un punto di non ritorno che proietta questo sport direttamente negli anni ’80, quando tutte le case automobilistiche si attrezzano per creare automobili da Rally di cui poi fanno anche una versione da strada (invertendo il meccanismo precedente). Per accogliere questi bolidi viene creata una nuova categoria: il Gruppo B, a cui si affiancano il Gruppo N e il Gruppo A. tale raggruppamento, però, dura poco.
Negli anni ’90, a seguito di numerosi incidenti mortali che coinvolgono proprio le auto del Gruppo B (le più potenti), la categoria eliminata dalle competizioni mondiali. La rotta è ufficialmente invertita, e l’inizio degli anni 2000 segna anche un ridimensionamento delle performance delle macchine a favore di una maggiore sicurezza.
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Gare Endurance, quando l’automobilismo diventa resistenza
Le gare endurance per auto sono competizioni di lunga durata, anche fino a 24 ore, che richiedono ai piloti una particolare capacità di resistenza. Vengono corse a bordo di vetture Turismo, Gran Turismo, Sport o prototipi. In alcuni casi, si tratta di competizioni che hanno fato la storia dell’automobilismo, come la Mille Miglia o la 24 Ore di Le Mans.
Di solito, la prima associazione che viene in mente quando si parla di gare automobilistiche è quella con la velocità. Bolidi che divorano l’asfalto a oltre 300 km/h, piloti che aggrediscono le curve come se non volessero frenare mai, monoposto che sfrecciano sotto gli spalti talmente rapide da risultare quasi invisibili. Sono queste le immagini che evoca alla mente la parola automobilismo. Eppure, ci sono delle competizioni in cui non è la velocità la variabile più importante, ma dove invece conta la resistenza, la capacità di spingersi oltre i propri limiti e rimanere al volante per ore e ore, macinando chilometri su chilometri. È il folle mondo dell’endurance per auto.
Cos’è l’endurance nello sport e nell’automobilismo
In realtà, il termine endurance non è una peculiarità dell’automobilismo e dei motorsport. Ci sono specialità di endurance in moltissimi sport, come il ciclismo, il podismo o l’equitazione. Il vocabolo inglese, infatti, si traduce con l’italiano “resistenza” ed è usato per definire tutte quelle gare che hanno una durata particolarmente lunga e che quindi richiedono agli atleti un notevole sforzo protratto nel tempo.
Scopri di più sulle gare di regolarità
Come funzionano e quanto durano le gare di endurance per automobili
Attualmente, nell’automobilismo, le gare di endurance vengono svolte esclusivamente su pista, all’interno di autodromi che garantiscono elevati livelli di sicurezza. Una singola gara di endurance di questo tipo può durare anche fino a 24 ore.
In passato, oltre alle gare su pista, erano previste anche competizioni endurance su strada, svolte in vie aperte al traffico. La loro elevata pericolosità, però, ne ha provocato la progressiva cancellazione o la trasformazione in gare su pista. Eredi di quelle vecchie competizioni di endurance su strada sono gli attuali rally, che hanno però regole e modalità di svolgimento molto diverse (e non rientrano nelle gare di resistenza).
Le macchine da endurance
Ovviamente, per poter affrontare competizioni così particolari servono macchine adatte. Dal punto di vista estetico, le automobili da endurance strizzano l’occhio alle monoposto di Formula 1. Sono leggere (fino a 850 kg), equipaggiate con motori potenti (anche superiori ai 1000 cavalli) e quindi capaci di superare i 200 km/h. In linea generale, le auto da endurance sono riconducibili a quattro categorie:
- Turismo, progettate e costruite in serie per uso su strada e adattate alle gare;
- Gran Turismo, progettate e costruite in numero limitato e adattate alle gare;
- Sport
- Prototipi
Le più importanti gare di endurance per auto
Tra le competizioni endurance del passato, ce ne sono alcune che hanno davvero fatto la storia dell’automobilismo, come la Mille Miglia (che oramai esiste solo sotto forma di rievocazione storica) o la Targa Florio (la più antica, oggi divenuta un rally). Tra le gare che ancora si disputano, invece, non si può non menzionare la 24 ore di Le Mans, che è anche tappa del Campionato del Mondo Endurance (WEC). Quest’ultima è oggi la competizione internazionale per eccellenza del settore. Dal 2012, è gestita dalla FIA e prevede 6 gare (di cui fanno parte anche la 6 Ore di Monza e la celebre 6 Ore di Spa), aperte ad auto Sport Prototipi (LMP1 e LMP2) e Gran Turismo (GTE-Pro e GTE-Am), a cui dal 2021 si sono aggiunte le potentissime Hypercar. Altra gare endurance di rilievo internazionale sono la 24 ore del Nurburgring in Germania, la 12 Ore di Bathurst in Australia, la 24 Ore di Daytona e la Petit Le Mans negli Stati Uniti.
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