Sistema Halo nella Formula 1 | Una rivoluzione per la sicurezza dei piloti
L'introduzione del sistema Halo nella Formula 1, protezione che ha cambiato il modo in cui i piloti affrontano il rischio di lesioni gravi, è la dimostrazione che la sicurezza è sempre stata una priorità fondamentale nel Motorsport. Con il passare degli anni, la tecnologia ha contribuito a fare enormi progressi in questo campo, e questo sistema rappresenta uno degli sviluppi più significativi degli ultimi anni.
Cos'è il sistema Halo?
Il sistema Halo è un dispositivo di protezione per la testa dei piloti che è stato reso obbligatorio in Formula 1 nel 2018. Si tratta di una struttura in titanio che circonda la parte superiore dell’abitacolo, progettata per proteggere la testa del pilota da impatti laterali o frontali durante un incidente. Il Sistema Halo è stato sviluppato per rispondere a specifiche esigenze di sicurezza, in particolare per proteggere dai detriti che possono entrare nella zona della testa o dagli impatti con altri veicoli.
Il suo design minimalista ma robusto ha suscitato inizialmente molte critiche da parte dei piloti e dei fan, ma la sua efficacia è stata ampiamente dimostrata in seguito.
5 regole per guidare in sicurezza
I benefici del sistema Halo nella Formula 1
L'introduzione del sistema Halo ha avuto un impatto positivamente significativo sulla sicurezza dei piloti di Formula 1.
Il dispositivo è stato progettato per resistere a forze incredibili, fino a 12 tonnellate, senza compromettere la visibilità o l’agilità del pilota durante la guida. Grazie a questo sistema, è stato possibile ridurre notevolmente il rischio di infortuni gravi alla testa, offrendo una protezione senza precedenti.
Oltre alla protezione fisica, Halo ha anche contribuito a cambiare la mentalità nel motorsport, spingendo per un continuo miglioramento nella sicurezza delle vetture.
Segui il corso per diventare un pilota responsabile
Il salvataggio miracoloso di Romain Grosjean
Un esempio clamoroso dell'efficacia del sistema Halo si è verificato durante il Gran Premio del Bahrain nel 2020. Il pilota Romain Grosjean, a bordo della sua Haas, ha avuto un terribile incidente; dopo che l’AlphaTauri di Daniil Kvyat ha toccato la sua monoposto, il pilota francese si è schiantato contro le barriere, portando la VF-20 numero 8 a spezzarsi in due parti, con quella anteriore avvolta da una nube di fuoco. Nonostante il veicolo fosse distrutto e in fiamme, Grosjean è riuscito a salvarsi grazie all’integrità della cella di sopravvivenza della vettura, rinforzata dal sistema Halo. Questo incidente ha dimostrato senza ombra di dubbio quanto il sistema sia fondamentale per la sicurezza.
Il pilota è stato in grado di uscire dal veicolo da solo, senza danni alla testa, e ha subito solo lievi ustioni alle mani e ferite. L'episodio ha ricevuto un’attenzione mediatica mondiale, con molti che hanno riconosciuto il ruolo fondamentale del sistema Halo nella protezione della vita del pilota.
Automobili Gran Turismo, il mito nascosto dietro la sigla GT
Max Verstappen e Lewis Hamilton a Monza
Un altro esempio dell'efficacia del sistema Halo è avvenuto proprio durante il Gran Premio d’Italia del 2021. In questa gara, Max Verstappen e Lewis Hamilton sono stati coinvolti in un incidente spettacolare, con la Red Bull di Verstappen che è atterrata sulla parte superiore della Mercedes di Hamilton. Fortunatamente, entrambi i piloti sono riusciti a uscire illesi grazie all’adozione del sistema Halo, che ha impedito che l’impatto diretto danneggiasse la testa di Hamilton.
Questo episodio ha ulteriormente confermato il valore del dispositivo nella protezione dei piloti di Formula 1, anche in situazioni di grave pericolo.
Un dispositivo essenziale per la sicurezza dei piloti
Il sistema Halo ha rappresentato una vera e propria rivoluzione per la sicurezza dei piloti di Formula 1. Da quando è stato introdotto, ha salvato diverse vite, proteggendo i piloti durante incidenti che avrebbero potuto essere fatali senza di esso. Se da un lato le critiche iniziali riguardavano la sua estetica, oggi è innegabile che il sistema Halo sia uno dei più grandi successi in termini di sicurezza nel motorsport.
9 curiosità sull’Autodromo Nazionale di Monza e la Formula 1
Formula 1 2024, risultati e classifiche del Campionato del mondo più lungo della storia
Il Campionato Mondiale di Formula 1 2024 è ufficialmente partito. In questo articolo, il calendario completo delle gare con tutti i vincitori e le classifiche piloti e costruttori sempre aggiornate.
Il Campionato del Mondo di Formula 1 2024 sarà il più lungo della storia. Il calendario delle manifestazioni, infatti, conterà ben 24 gran premi, con inizio il 2 marzo in Bahrain e conclusione l’8 dicembre ad Abu Dhabi. Già il Campionato 2023 avrebbe dovuto toccare questa quota record ma la cancellazione del GP della Cina e l’annullamento causa alluvione di quello dell’Emilia-Romagna avevano ridotto a 22 le gare in programma. Per il 2024, però, si torna a salire, perché entrambi i circuiti rientrano in ballo. Ecco tutti gli appuntamenti.
Il calendario ufficiale del Mondiale di Formula 1 2024 e i vincitori di ogni Gran Premio
-
Gran Premio del Bahrain – Sakhir - 02 marzo - Verstappen su Red Bull
-
Gran Premio dell'Arabia Saudita – Jeddah - 09 marzo - Verstappen su Red Bull
-
Gran Premio d'Australia – Melbourne - 24 marzo - Sainz su Ferrari
-
Gran Premio del Giappone – Suzuka - 07 aprile - Verstappen su Red Bull
-
Gran Premio della Cina – Shanghai - 21 aprile - Verstappen su Red Bull
-
Gran Premio di Miami – Miami - 05 maggio - Norris su McLaren
-
Gran Premio dell’Emilia-Romagna – Imola - 19 maggio - Verstappen su Red Bull
-
Gran Premio di Monaco – Monaco - 26 maggio - Leclerc su Ferrari
-
Gran Premio del Canada – Montreal - 09 giugno - Verstappen su Red Bull
-
Gran Premio di Spagna – Barcellona - 23 giugno - Verstappen su Red Bull
-
Gran Premio d'Austria – Spielberg - 30 giugno - Russel su Mercedes
-
Gran Premio di Gran Bretagna – Silverstone - 07 luglio - Hamilton su Mercedes
-
Gran Premio d'Ungheria – Budapest - 21 luglio - Piastri su McLaren
-
Gran Premio del Belgio – Spa - 28 luglio - Hamilton su Mercedes
-
Gran Premio d'Olanda – Zandvoort - 25 agosto - Norris su McLaren
-
Gran Premio d'Italia – Monza - 01 settembre - Leclerc su Ferrari
-
Gran Premio d'Azerbaijan – Baku - 15 settembre - Piastri su McLaren
-
Gran Premio di Singapore – Singapore - 22 settembre - Norris su McLaren
-
Gran Premio degli Stati Uniti – Austin - 20 ottobre
-
Gran Premio del Messico – Città del Messico - 27 ottobre
-
Gran Premio del Brasile – San Paolo - 03 novembre
-
Gran Premio di Las Vegas – Las Vegas - 23 novembre
-
Gran Premio del Qatar – Losail - 01 dicembre
-
Gran Premio di Abu Dhabi – Yas Marina - 08 dicembre
Classifica piloti
- Verstappen M. - Red Bull - 331 punti
- Norris L. - McLaren - 279 punti
- Leclerc C. - Ferrari - 245 punti
- Piastri O. - McLaren - 237 punti
- Sainz C. - Ferrari - 190 punti
- Hamilton L. - Mercedes - 174 punti
- Russell G. - Mercedes - 155 punti
- Perez S. - Red Bull - 144 punti
- Alonso F. - Aston Martin - 62 punti
- Stroll L. - Aston Martin - 24 punti
- Hulkenberg N. - Haas - 24 punti
- Tsunoda Y. - Rb - 22 punti
- Albon A. - Williams - 12 punti
- Ricciardo D. - Rb - 12 punti
- Gasly P. - Alpine - 8 punti
- Bearman O. - 7 punti
- Magnussen K. - Haas - 6 punti
- Ocon E. - Alpine - 5 punti
- Colapinto F. - Williams - 4 punti
- Zhou G. - Stake F1 Team Kick Sauber - 0 punti
- Bottas V. - Stake F1 Team Kick Sauber - 0 punti
- Sargeant L. - Williams - 0 punti
Classifica costruttori
- McLaren - 516 punti
- Red Bull - 475 punti
- Ferrari - 441 punti
- Mercedes - 329 punti
- Aston Martin - 86 punti
- Rb - 34 punti
- Haas - 31 punti
- Williams - 16 punti
- Alpine - 13 punti
- Stake F1 Team Kick Sauber - 0 punti
I piloti del Campionato del Mondo di Formula 1 2024
Anche sul versante piloti, il Mondiale 2024 fa segnare un record mai visto, con la conferma in blocco, da parte di tutte le scuderie, degli atleti scesi in pista nel 2023.
Haas
-
Kevin Magnussen – confermato
-
Nico Hulkenberg – confermato
Red Bull
-
Max Verstappen – confermato
-
Sergio Perez – confermato
Aston Martin
-
Fernando Alonso – confermato
-
Lance Stroll – confermato
McLaren
-
Oscar Piastri – confermato
-
Lando Norris – confermato
AlphaTauri
-
Daniel Ricciardo – confermato
-
Yuki Tsunoda – confermato
Williams
-
Sargeant
-
Alexander Albon – confermato
Ferrari
-
Charles Leclerc – confermato
-
Carlos Sainz – confermato
Mercedes
-
Lewis Hamilton – confermato
-
George Russell – confermato
Alpine
-
Pierre Gasly – confermato
-
Esteban Ocon – confermato
Sauber
-
Valtteri Bottas – confermato
-
Zhou Guanyu – confermato
L'evoluzione dell'aerodinamica in Formula 1: un viaggio attraverso il tempo
L’aerodinamica svolge un ruolo centrale in Formula 1, contribuendo a rendere più competitive le monoposto che sfrecciano in pista. Per questo motivo, le scuderie investono molto nella ricerca e nello sviluppo di nuove soluzioni aerodinamiche. Uno sforzo che ha profondamente mutato il volto delle auto da gare, a partire dagli anni ’50 fino ad oggi. E lo farà ancora in futuro.
Nel mondo della Formula 1 (e del motorsport in generale) la velocità e le prestazioni sono sovrane. Non a caso, uno degli aspetti cruciali per determinare il successo di una monoposto in pista è la sua aerodinamica. Nel corso dei decenni, l'evoluzione del design aerodinamico è stata una pietra angolare dei progressi tecnologici nell’automobilismo, trasformando il modo in cui le auto sono costruite e come le gare sono vinte. Ripercorrere le tappe di questo sviluppo significa avventurarsi in un viaggio costantemente proiettato verso il futuro, in cui le potenzialità della ricerca e della tecnica vengo portate ai massimi livelli.
Cos'è l'aerodinamica? Una spiegazione semplice
Prima, però, meglio partire indagando il significato più preciso di aerodinamica, in modo da comprendere meglio di cosa si sta parlando. L'aerodinamica è una branca della meccanica che studia il comportamento dell'aria quando interagisce con oggetti in movimento, come le auto da corsa. In termini semplici, questo studio si concentra su due aspetti principali:
- resistenza aerodinamica (Drag), è la forza che si oppone al movimento dell'auto attraverso l'aria;
- deportanza (Downforce), è la forza che spinge l'auto verso il basso, aumentandone l'aderenza al suolo.
L'Importanza dell'aerodinamica in Formula 1
Già semplicemente leggendo questa definizione essenziale, ci si rende conto di come in Formula 1, l'aerodinamica sia cruciale, perché in grado di influire direttamente sulla velocità, la maneggevolezza e la sicurezza delle auto. Da una parte, infatti, la riduzione della resistenza aerodinamica consente alle auto di raggiungere velocità più elevate sui rettilinei. Dall’altra, invece, l'aumento della deportanza migliora l'aderenza nelle curve, permettendo ai piloti di correre di più senza perdere il controllo. Questo equilibrio tra riduzione della resistenza e aumento della deportanza è essenziale per ottimizzare le prestazioni complessive dell'auto. Un obiettivo a cui gli ingegneri lavorano utilizzando simulazioni al computer e test in galleria del vento e intervenendo su ogni parte del veicolo, dalle ali anteriori e posteriori al fondo della vettura, fino alle paratie laterali. Anche innovazioni aerodinamiche apparentemente minime, infatti, possono fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta in un campionato competitivo come quello della Formula 1.
Leggi anche l’approfondimento sul ruolo degli pneumatici in Formula 1
L’evoluzione dell’aerodinamica in Formula 1
Ed è proprio avanzando un passo alla volta che, nel giro di circa 70 anni, le monoposto di Formula 1 hanno visto stravolgere il proprio assetto aerodinamico, collezionando record su record in pista. Ecco un rapido excursus di questa evoluzione perennemente puntata verso il futuro.
Gli anni ’50 e ‘60: tutto sembra semplice. Negli anni '50 e '60, l'aerodinamica delle auto di Formula 1 era relativamente semplice. Le auto erano progettate principalmente per essere leggere e potenti, con poca attenzione all'aerodinamica sofisticata. Tuttavia, la consapevolezza dell'importanza della gestione del flusso d'aria iniziava già a crescere.
Gli anni '70: l'era degli effetti suolo. Il cambiamento significativo iniziò già negli anni '70 e riguardò soprattutto il design, con l'introduzione dell’effetto suolo. Lotus, con il suo modello Lotus 78 del 1977, fu pioniera in questa tecnologia, creando un'area a bassa pressione sotto l'auto che la spingeva verso l’asfalto, aumentando l'aderenza e la stabilità. Questa tecnologia raggiunse il suo apice con la Lotus 79, che dominò la stagione del 1978 vincendo sette delle sedici gare. L’effetto suolo, visti i progressi in termini di velocità che permise di fare, fu ritenuto responsabile di alcuni gravi incidenti agli inizi degli anni ’80 e quindi bandito nel 1983 (fino al 2022, quando fu reintrodotto).
Gli anni '80: motori turbo e sospensioni attive. Negli anni '80, a cambiare ancora radicalmente la Formula 1 fu l'introduzione dei motori turbo, più piccoli ma capaci di produrre fino a 1500 cavalli di potenza, permettendo alle auto di raggiungere velocità superiori ai 320 km/h. Parallelamente, Lotus introdusse la sospensione attiva, che permetteva di regolare la sospensione in tempo reale, migliorando notevolmente le prestazioni dell'auto.
Gli anni '90: raffinamento e restrizioni. Dopo i balzi in avanti fatti nei due decenni precedenti, gli anni '90 si caratterizzarono come un periodo di raffinamento tecnologico e introduzione di varie restrizioni per ridurre i costi e aumentare la competizione. L'aerodinamica delle auto fu ulteriormente affinata con l'inserimento di ali anteriori e posteriori più complesse, migliorando il bilanciamento tra resistenza all'aria e carico aerodinamico.
Il 2000: la fibra di carbonio e gli ibridi. All'inizio del nuovo millennio, la fibra di carbonio divenne il materiale principale per la costruzione dei telai delle auto di Formula 1, offrendo maggiore resistenza e leggerezza. Nel 2009, furono introdotti i primi sistemi ibridi, che combinavano un motore a combustione interna con un motore elettrico, migliorando l'efficienza del carburante e permettendo il recupero di energia durante la frenata.
Gli anni 2010: aerodinamica avanzata e sicurezza. Durante gli anni 2010, l'aerodinamica avanzata divenne una priorità, con l'introduzione del sistema di riduzione della resistenza (DRS) nel 2011 e del dispositivo di sicurezza Halo nel 2018, che proteggeva la testa dei piloti dai detriti volanti.
Notizie e curiosità sul mondo della Formula 1
Nel futuro della Formula 1 ci sono sostenibilità e aerodinamica attiva
Guardando al futuro, la Formula 1 si sta orientando verso una maggiore sostenibilità e l'ulteriore implementazione di tecnologie aerodinamiche attive per migliorare ancora le prestazioni delle vetture. Questi cambiamenti sono destinati non solo a ridurre l'impronta di carbonio dell’automobilismo, ma anche a rivoluzionare il modo in cui vengono concepite le competizioni.
Per quanto riguarda le iniziative legate alla sostenibilità ambientale, tra le più importanti c'è l'introduzione di propulsori ibridi, che combinano motori a combustione interna con motori elettrici, per migliorare l'efficienza del carburante e ridurre le emissioni. L'obiettivo a lungo termine della F1 è di diventare carbon neutral entro il 2030, attraverso l'uso di carburanti sostenibili e il miglioramento dell'efficienza energetica dei veicoli.
Parallelamente, l'aerodinamica attiva, già utilizzata sulle monoposto, rappresenta una frontiera in continuo sviluppo. Questa tecnologia consente la regolazione in tempo reale di componenti aerodinamici come ali e flap per ottimizzare le prestazioni in diverse condizioni di gara. Ad esempio, il DRS (Drag Reduction System) permette di ridurre la resistenza aerodinamica sui rettilinei, aumentando la velocità massima e migliorando le possibilità di sorpasso. In futuro, si prevede l'implementazione di sistemi ancora più avanzati, come ali e diffusori regolabili automaticamente in base ai dati raccolti in tempo reale dai sensori dell'auto. Questi sistemi possono adattarsi alle diverse condizioni della pista, migliorando la stabilità in curva e la velocità sui rettilinei. Tali innovazioni non solo aumentano le prestazioni delle vetture, ma contribuiscono anche a una maggiore efficienza energetica.
Tutti gli aggiornamenti sul Campionato Mondiale di Formula 1
Alberto Ascari in tre domande (più una): vita e carriera del pilota italiano più vincente di sempre
Alberto Ascari ha scritto la storia dell’automobilismo, in Italia e nel mondo. Unico pilota italiano ad aver conquistato il titolo iridato (per ben due volte), ha contribuito all’affermazione della Ferrari nel mondo delle quattro ruote. Morto tragicamente a Monza, ancora oggi è ricordato nell’Autodromo con una variante a lui intitolata.
Alberto Ascari, nato a Milano il 13 luglio 1918 e morto a Monza il 26 maggio del 1955, è una delle figure più emblematiche e talentuose nella storia della Formula 1. Figlio del famoso pilota Antonio Ascari, anche lui sportivo di grande calibro negli anni '20, Alberto è cresciuto con la passione per le corse nel sangue. La sua carriera in Formula 1 è stata segnata da successi straordinari, dall’eterna rivalità con Juan Manuel Fangio, ma anche da una tragica e precoce fine. Attraverso il suo stile di guida unico e le sue notevoli prestazioni, però, Ascari ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo del motorsport. Il suo è quindi un mito che merita di essere conosciuto e tramandato a generazioni di appassionati. Ecco, in quattro domande, tutto quello che non si può non sapere su di lui.
Leggi anche la storia di Pietro Bordino
Quali auto ha guidato Alberto Ascari?
Alberto Ascari inizia la sua carriera automobilistica in Formula 1 con la Ferrari, nel 1950, contribuendo a costruire la reputazione internazionale del Cavallino. Il legame tra Ascari e la scuderia di Maranello dura quattro anni e si conclude dopo la vittoria di ben due titoli mondiali. Nel 1954, il talentuoso Alberto decide di sposare una vera scommessa e passa sotto le insegne della Lancia (con una brevissima parentesi di due Gran Premi in Maserati).
Quanti Mondiali di Formula 1 ha vinto Ascari?
Come già anticipato, Alberto Ascari si è fregiato di ben due titoli mondiali, nel 1952 e nel 1953, entrambi al volante della Ferrari. Durante le sue 5 stagioni ai vertici dell’automobilismo mondiale ha disputato 33 Gran Premi, collezionando 13 vittorie e 17 podi, per un totale di 140 punti. Le pole position sono state invece 14 e i giri veloci 12. Ancora oggi, Ascari è considerato uno dei piloti più forti di sempre ed è l’unico italiano ad essere stato incoronato Campione del Mondo di Formula 1.
Hai già acquistato i biglietti per il prossimo Gran Premio d’Italia?
Dove e come è morto Alberto Ascari?
Come accade troppo spesso, però, nella vita di Ascari il talento va a braccetto con la sfortuna. Il pilota milanese, infatti, sfrecciando al volante dei suoi bolidi, non incontra davanti a sé solo successi ma anche una tragica e precoce morte. L’incidente fatale si verifica il 26 maggio 1955 sulla pista dell’Autodromo Nazionale Monza, dove si trova per provare una Ferrari 750 Sport. Proprio durante l’ultimo giro, all’altezza della Curva del Platano (o Curva del Vialone) la monoposto esce di pista e si ribalta, schiacciando il pilota al suo interno. La morte avviene sul colpo. In quel momento, Alberto Ascari ha la stessa età che aveva suo padre Antonio, anche lui pilota, quando morì a seguito di un’incidente sul circuito parigini di Montlhery. Una tragica beffa del destino.
La Variante Ascari del circuito di Monza
Già nel 1955, la curva in cui Ascari ha perso la vita viene ribattezzata in suo onore “Variante Ascari”. Questa sezione del tracciato del Tempio della Velocità è nota per i suoi cambi rapidi di direzione, che testano l'abilità e il coraggio dei piloti. La Variante è da sempre uno dei punti più rapidi della pista. Nel 1972, per rallentarne la velocità e diminuirne la pericolosità, la curva viene anticipata da una chicane, che poi diventa definitivamente una variante nel 1974. Le automobili arrivano alla variante Ascari sulle ali di un’accelerazione che inizia fin dalla seconda curva di Lesmo, toccando i 330 km/h. A questo punto, si trovano ad affrontare una successione di tre curve ad ampio raggio (sinistra-destra-sinistra), scendendo fino a 200 km/h, per poi immettersi in un rettilineo.
Tutti i dettagli sul circuito di Monza
Guida alle gomme in Formula 1: tipologie, caratteristiche e regolamento
Le gomme ricoprono un ruolo chiave nelle gare di Formula 1, rivelandosi spesso un vero e proprio ago della bilancia. Per questo motivo è importante capirne il funzionamento: tipologia, colori, mescole ma soprattutto le regole per il loro utilizzo e cambio in pista.
Basta ascoltare pochi minuti della cronaca in diretta di un Gran Premio di Formula 1 per rendersi conto del ruolo fondamentale che giocano gli pneumatici nel corso di una gara. Indovinare le gomme giuste, infatti, può davvero fare la differenza tra la riuscita o meno di una sfida. Talento del pilota e potenza della macchina nulla possono quando sull’asfalto le ruote non hanno presa o non riescono ad esprimere tutto il loro potenziale a causa di pneumatici sbagliati. Per questo motivo, sia il montaggio che il cambio delle gomme durante un gran premio (ed anche nelle prove) sono sottoposti a regole rigide che hanno lo scopo di complicare la vita alle scuderie per rendere più avvincenti i duelli. In questo articolo, proviamo a far chiarezza sull’argomento, per rendere più comprensibili alcune scelte che avvengono durante i gran premi.
Ripercorri la storia dell’evoluzione della Formula 1
Tipologie di pneumatici da Formula 1: mescola e colore
Le prime nozioni da sapere sono quelle relative alle diverse tipologie di pneumatici che possono essere montati su una monoposto. Da qualche anno, tutte le gomme presenti nel circuito di Formula 1 sono realizzate da Pirelli, leader mondiale del settore. Il colosso, che ha radici e sede in Italia, produce per le scuderie impegnate nel Campionato Mondiale otto differenti tipi di pneumatici da gara, contraddistinti da altrettante sigle alfanumeriche e da variazioni di colore che servono a distingue le mescole:
- C0: è la gomma più dura (corrispondente alla C1 prodotta fino al 2023), ideata per sopportare le sollecitazioni dei circuiti più impegnativi per i pneumatici, grazie alla sua massima resistenza al calore e alle forze esterne;
- C1: ha un livello di durezza intermedio tra la vecchia C1 (oggi C0) e la C2 ed è stata progettata proprio per ridurre il divario tra i due pneumatici più duri a disposizione delle scuderie;
- C2: rientra sempre nel novero delle gomme dure, ma risulta più versatile delle precedenti, quindi adattabile anche a piste veloci, calde e particolarmente abrasive;
- C3: è la mescola più duttile, sintesi perfetta tra pneumatici hard e soft, si rivela ideale per i circuiti con asfalto soggetto a sbalzi di temperatura e per adottare strategie di tipo conservativo;
- C4: gomma soft che garantisce le massime prestazioni su piste poco abrasive ma dove serve raggiungere rapidamente ottime prestazioni, come nel caso dei tracciati stretti o ricchi di curve;
- C5: è la cosiddetta supersoft, utilizzata nei circuiti poco usuranti, dove si ricerca l’aderenza perfetta;
- Cinturato green (verde): una gomma intermedia da bagnato, per piste non troppo bagnate o che si stanno asciugando;
- Cinturato blu (blu): è invece la gomma da bagnato estremo, quindi capace di evacuare grandi masse di acqua molto rapidamente, garantendo la massima aderenza all’asfalto anche in situazioni limite.
Scopri i segreti della guida sul bagnato
Altre Caratteristiche delle gomme da F1: dimensione e pressione
Per quanto riguarda le dimensioni, tutti gli pneumatici prodotti da Pirelli per la Formula 1 sono da 18 pollici, come previsto dal regolamento inaugurato nel 2022, con cui gli organizzatori del Campionato Mondiale hanno scelto di abbandonare le gomme da 13 pollici. Inoltre, ogni anno Pirelli fornisce specifiche indicazioni sulla pressione di gonfiaggio consigliata perché ritenuta ideale. Per il 2024, il valore è pari a:
- 19 PSI per le ruote posteriori e 22 PSI per le ruote anteriori, nel caso di gomme da asciutto;
- 5 PSI per le ruote posteriori e 20.5 PSI per le ruote anteriori, nel caso di gomme intermedie;
- 5 PSI per le ruote posteriori e 17.5 PSI per le ruote anteriori, nel caso di gomme da bagnato (full wet).
Il regolamento di Formula 1 su uso e cambio degli pneumatici
Il regolamento FIA per l'uso degli pneumatici in Formula 1 è stringente e mira a garantire equità e sicurezza nelle competizioni. All’inizio della settimana che porta al Gran Premio, Pirelli comunica quali sono le tre tipologie di gomme slick (quelle contrassegnate dalla lettera C) che ha scelto per quella gara (in totale, infatti, le slick sono di sei tipi, come visto nel primo paragrafo). In totale, alle scuderie vengono forniti 13 set di pneumatici slick da utilizzare nell’intero weekend di pista: 8 morbidi, 3 medi e 2 duri. A questi si aggiungono poi i set da bagnato: 4 intermedi e 3 full wet. Dopo ogni sessione di prove libere, 2 set di gomme slick vengono riconsegnate (uno viene poi restituito alle macchine che accedono alla Q3). In questo modo, le auto arrivano alle qualifiche con 7 set (oltre a quelli da bagnato). In gara, invece, vige l’obbligo di utilizzare almeno due mescole diverse. Una prescrizione che impone di effettuare almeno un pit stop ma che decade in caso di pista bagnata. Sono leggermente diverse, invece, le regole per le gare sprint che prevedono l’uso obbligatorio di un set di gomme soft nelle qualifiche mentre non ci sono vincoli per il giorno della competizione.
Tutti gli aggiornamenti sul Campionato Mondiale di Formula 1
L’evoluzione della Formula 1, dagli albori fino al dominio tecnologico
Una breve cavalcata nella storia della Formula 1, attraverso le principali evoluzioni che l’hanno resa uno degli sport più amati del mondo, oltre che un importante volano di sperimentazione e sviluppo per il settore automotive.
Fin dai suoi albori, risalenti ai primissimi anni ’50, la Formula 1 ha rappresentato un terreno di grande sperimentazione e innovazione, anche oltre i confini del settore automotive. In oltre 70 anni di storia, le vetture si sono incredibilmente evolute, facendo registrare performance sportive sempre più veloci ma anche incrementando la sicurezza dei piloti e degli spettatori. Guardare oggi filmati o fotografie di una gara di Formula 1 d’epoca significa fare davvero un tuffo in un mondo irriconoscibile, fatto di auto dal profilo curioso che sembrano andare a rallentatore. Ma quali sono state le tappe più importanti di questa trasformazione? Eccole raccolte in una rapida carrellata.
Prova l’emozione di essere pilota per un giorno
I pionieri degli anni ’50
Come già detto, la storia della Formula 1 inizia nel lontano 1950, quando a Silverstone (Inghilterra) viene inaugurato il primo Campionato Mondiale di Formula 1. Le autovetture presenti ai nastri di partenza sono davvero rudimentali, soprattutto se confrontate con i bolidi attuali. Molto piccole e leggere, risultano anche piuttosto insicure, richiedendo un notevole coraggio per chi si mette alla guida. Anche le piste sono decisamente più pericolose di quelle di oggi, soprattutto perché prevedevano poche protezioni per i piloti. Essendo ai suoi primi passi, poi, il Campionato prevede poche e semplici regole.
L’età d’oro
Negli anni ’60 inizia quella che può davvero essere considerata come l’età dell’oro per la Formula 1. Nell’arco di poco tempo, le monoposto compiono un vero e proprio balzo in avanti in termini di performance, attirando l’attenzione di un numero sempre crescente di appassionati. A consentire questa evoluzione sono soprattutto alcune innovazioni tecniche e tecnologiche. La prima è sicuramente lo spostamento del motore nella parte posteriore della vettura; una novità che in realtà aveva iniziato a farsi strada già nel 1958 ma è diventata lo standard nel 1961. È del 1962, invece, il lancio da parte della Lotus della prima autovettura con monoscocca in lamina di alluminio, che la rende un corpo unico e quindi molto più aerodinamica. Nello stesso decennio, invece, la Ferrari sperimenta per prima l’alettone posteriore. Altra novità rivoluzionaria è l’arrivo dei motori turbo, reso possibile da una modifica del regolamento avvenuta nel 1966.
Imperdibili curiosità sulla Formula 1
La rivoluzione aerodinamica
L’ingresso negli anni ’70 segna invece una forte concentrazione delle case automobilistiche sul miglioramento dell’aerodinamica. Spoiler, ali e diffusori diventano comuni per migliorare l'aderenza e la stabilità delle auto ad alte velocità. Una delle scuderie a spingere al massimo su questo fronte è al Lotus, che nel 1979 lancia una monoposto su cui sperimenta la massimizzazione l’effetto suolo, guadagnando enormemente in velocità. La novità, però, dura pochi anni, perché viene formalmente vietata nel 1983 a causa di numerosi incidenti, dovuti alla particolare instabilità delle vetture così progettate (divieto caduto poi solo nel 2022). Tra gli anni ’70 e gli anni ’90, infatti, viene molto curato anche l’aspetto della sicurezza. Nonostante questo, la Formula 1 non riesce ad evitare tragedie come quelle di Villeneuve (1982) e Senna (1994).
L'Epoca Moderna
È negli ultimi decenni, però, che la Formula 1 ha subito un'evoluzione senza precedenti, stavolta grazie all'avanzamento della tecnologia digitale e dell'ingegneria dei materiali. Le vetture sono diventate veri e propri gioielli di progettazione, con motori ibridi, aerodinamica sofisticata e sistemi di telemetria avanzati. La sicurezza è diventata una priorità assoluta, con l'introduzione di norme rigorose e l'implementazione di dispositivi come il sistema Halo per proteggere i piloti. Molte delle innovazioni proposte, però, hanno fatto discutere, provocando malcontento tra il pubblico perché colpevoli di diminuire la spettacolarità delle gare. Come nel caso del controllo di trazione, introdotto negli anni ’90 e sostanzialmente vietato nel 2008, che secondo molti rendeva meno rilevante la bravura del pilota alla guida. Al contrario, il KERS, cioè il sistema di recupero dell’energia cinetica, è sempre stato molto amato dagli spettatori, perché capace di regalare adrenalina e suspense ai sorpassi.
Scopri l’Autodromo Nazionale Monza con un tour esclusivo
Test del Campionato Mondiale di Formula 1 2024, come sono andati?
I test invernali del Campionato Mondiale di Formula 1 2024 si sono tenuti in un unico appuntamento a Sakhir, Bahrain, dal 21 al 23 febbraio. Ecco come sono andati e quali sono stati i risultati fatti registrare in pista dalle nuove monoposto, presentate solo pochi giorni fa.
Ogni anno, il percorso di avvicinamento ad una nuova stagione di Formula 1 è scandito da due tappe fondamentali: le presentazioni delle nuove monoposto e i test invernali. In particolare, questi ultimi rappresentano una sorta di prova generale del Campionato Mondiale di Formula 1, l’unica occasione ufficiale per le dieci scuderie di affinare il feeling tra vettura e piloti prima del via della stagione. È normale, quindi, che gli occhi di addetti ai lavori e appassionati, siano puntati proprio sui test, che scaldano l’ambiente e fanno crescere la curiosità per l’inizio del nuovo campionato.
Il programma dei test invernali di Formula 1 2024
Anche quest’anno, però, i fan delle quattro ruote, come già accaduto nel 2023, si sono dovuti accontentare di un solo appuntamento per i test invernali di Formula 1, al posto dei due previsti nella stagione 2022. Il Campionato Mondiale di Formula 1 2024, infatti, è già alle porte (inizierà il 2 marzo) e sarà il più lungo della storia. Il tempo per testare le nuove monoposto, quini, è statp poco, visto che le presentazioni sono terminate a metà febbraio. Per questo motivo, gli unici test invernali della Formula 1 2024 si sono tenuti dal 21 al 23 febbraio in Bahrain, precisamente sulla pista di Sakhir, la stessa che ospiterà il primo Gran Premio della stagione.
Cosa regalare ad un appassionato di Formula 1?
Tutti i risultati dei test del Campionato Mondiale di Formula 1 2024
Gli appassionati di Formula 1 lo sanno bene: i risultati dei test invernali vanno sempre presi con le pinze, perché possono risultare fuorvianti. Molte, infatti, sono le possibilità per i team di “bluffare” per conservare fino al momento del primo Gran Premio un’aura di mistero sui punti di forza e soprattutto su quelli di debolezza. Questo però non significa che i test non possano comunque fornire qualche indicazione utile per immaginare il Campionato che verrà. Da questo punto di vista è quindi lecito chiedersi cosa abbiano rivelato i giri di pista fatti dalle monoposto in Bahrain. La classifica finale dei tempi rivela una Ferrari capace di portare a casa la prima fila virtuale: primo Sainz, che ha stoppato il cronometro del suo giro veloce sotto il minuto e mezzo (1’29’’921), secondo Lecrerc, che si è fermato poco sopra (1’30’’322). Seguono Russell su Mercedes (1’30’’368), Zhou su Sauber (1’30’’647) e Perez e Verstappen su Red Bull (rispettivamente con 1’30’’679 e 1’30’’755). Nella tre giorni di Sakhir diverse le simulazioni sia sul “giro secco” che sul passo gara. Solo il via della stagione potrà rivelare chi si è avvicinato al 3 volte Campione del Mondo Max Verstappen e alla Red Bull.
Formula 1 - Gran Premio d’Italia 2024
I contenuti originali di questo articolo sono prodotti da un service esterno senza alcun coinvolgimento dell'ufficio stampa dell'Autodromo Nazionale Monza.
Presentazioni delle monoposto di Formula 1, il calendario completo per il 2024
Nella prima metà del mese di febbraio, i team impegnati nel Campionato Mondiale di Formula 1 2024 presenteranno le nuove monoposto. Un passaggio cruciale in vista della nuova stagione, che attrae tutti i fan di Formula 1.
Le presentazioni delle monoposto e i test invernali di preparazione alla nuova stagione sono le tappe di avvicinamento al Mondiale di Formula 1 2024. La prima uscita ufficiale delle vetture è in calendario dal 21 al 23 febbraio a Sakhir, in Bahrain. Per quella data, quindi, tutte le scuderie dovranno aver presentato le loro nuove auto da gara. Gli eventi di lancio attirano sempre molta attenzione ed esercitano un fascino particolare su appassionati e addetti ai lavori. È da quel momento, infatti, che si può cominciare a fantasticare sulla nuova stagione, avventurandosi in pronostici più o meno attendibili.
Mondiale F1 2024, il calendario delle presentazioni delle monoposto
Quasi tutte le scuderie che parteciperanno al Campionato Mondiale di Formula 1 2024 hanno comunicato la data di presentazione delle nuove monoposto e tutti gli appuntamenti saranno concentrati nella prima metà di febbraio.
Ecco il calendario degli eventi (tra parentesi il nome della monoposto):
- Haas F1 (VF-24) – 2 febbraio
- Williams (FW46) - 5 febbraio
- Sauber (C44) - 5 febbraio
- Alpine (A524) - 7 febbraio
- Visa Cash App Racing Bulls – 9 febbraio
- Aston Martin Racing (AMR24) - 12 febbraio
- Ferrari - 13 febbraio
- Mercedes (W15) - 14 febbraio
- McLaren (MCL38) - 14 febbraio
- Red Bull Racing (RB20) - 15 febbraio
Le monoposto della Formula 1 2024
Di seguito, un breve riepilogo delle principali caratteristiche di ogni vettura che prenderà parte al Campionato Mondiale di Formula 1 2024.
Haas - VF-24
Anche per il 2024, la Haas ha scelto una presentazione solo digitale della nuova monoposto, diffondendo dei render della livrea della nuova auto da cui poco è possibile ipotizzare rispetto a eventuali novità tecniche. Alle foto, però, hanno poi fatto seguito le prime immagini reali, provenienti dal circuito di Silverstone, dove la Haas ha corso il suo primo filming day. Nel complesso, si nota uno snellimento delle fiancate, reso possibile anche dallo spostamento dei radiatori in posizione centrale. Sul fronte meccanico, sembrano confermate le sospensioni con modello push rod sulle anteriori e pull rod sulle posteriori.
Williams - FW46
Il lancio della nuova monoposto di casa Williams è andato in scena a New York, nell’iconico flagship store della Puma. Si è trattato, però, di una presentazione parziale. Della FW46, infatti, è stata svelata solamente la livrea, mentre massimo riserbo è stato mantenuto sulle novità tecniche, che verranno rese note solo in occasione dei primi test ufficiali. L’estetica della nuova auto che verrà guidata da Albon e Sargeant non si discosta molto dalla versione 2023. Rimane prevalente il colore blu navy, con variazioni di tonalità più chiare e più scure. Inoltre, sul muso è presente una doppia striscia rossa e bianca, omaggio al passato glorioso della scuderia.
Sauber - C44
In casa Sauber, invece, è stata fatta una scelta opposta a quella della Williams, rivoluzionando i colori della livrea. Addio ai riferimenti bianco-rossi, segno della collaborazione con Alfa Romeo, e spazio, invece, ad un potente accostamento tra nero e verde acido. Per quanto riguarda le innovazioni tecniche, invece, le più evidenti sono la nuova sospensione anteriore pull-rod, che ha sostituito il precedente sistema push-rod, e un pacchetto aerodinamico dalle linee molto aggressive.
Alpine - A524
Spostiamoci ora a Enstone, dove sono caduti i veli che coprivano la nuova monoposto Alpine, svelando quella che sembra essere una vera rivoluzione. Tante, infatti, le novità che caratterizzano la A524. Molto lavoro è stato fatto sul telaio, che ne è uscito completamente ridisegnato oltre che più leggero. Inoltre, è stato introdotto un nuovo sistema di sospensioni posteriori e ottimizzato quello delle sospensioni anteriori (in entrambe i casi, però, è stato confermato il modello push-rod). Infine, da segnalare anche le importanti variazioni che hanno interessato sistema di raffreddamento dell’aria.
Visa CashApp Racing Bulls – VCARB 01
Visa CashApp Racing Bulls, nuova denominazione della ex scuderia AlphaTauri, ha scelto invece Las Vegas per far cadere i veli della VCARB 01. Anche in questo caso, però, sono stati fatti vedere solo dei render e non l’auto reale. La nuova monoposto presenta una livrea che fa fare un balzo indietro nel tempo, perché ricorda nei colori e nello stile quella utilizzata dalle ultime auto firmate Toro Rosso (anno 2019): blu dominante, spezzato da due strisce bianche con i bordi rossi. Dal punto di vista meccanico, invece, gli indizi ricavabili dalle immagini sembrano segnalare una forte somiglianza con la Red Bull RB19.
Aston Martin Racing - AMR24
La AMR24, vettura con cui la Aston Martin si presenterà ai nastri di partenza della stagione 2024, presenta importanti evoluzioni rispetto alla monoposto del 2023, ma non radicali stravolgimenti. La livrea si pone in assoluta continuità con l’anno passato, fatti salvi pochi dettagli. Più interessanti, invece, le variazioni tecniche. Spiccano soprattutto il muso più corto e le bocche di ingresso dell’aria più piccole. Inoltre, le sospensioni posteriori passano dal modello pull rod a quello push rod, riallineandosi alle anteriori. Infine, da sottolineare il dimagrimento complessivo della carrozzeria.
Ferrari - SF-22
Tante le novità anche in casa Ferrari. La nuova SF-24, mostrata solamente in video nell’evento di presentazione e poi vista dal vivo nel corso dello shakedown svolto a Fiorano, appare evoluta già nella livrea, con le tradizionali strisce bianche e gialle che conquistano maggiore spazio, partendo dal musetto, e con i copricerchi che diventano rossi. Per quanto riguarda la meccanica, rimane la distinzione tra le sospensioni anteriori (push-rod) e posteriori (pull-rod) ma cambiano i punti di installazione dei braccetti al telaio. Elementi interessanti sono anche l’allungamento del telaio stesso, l’arretramento del cambio e del motore e il rimodellamento delle fiancate.
Mercedes - W15
In casa Mercedes si è scelto un approccio davvero rivoluzionario. La W15 propone un rinnovamento radicale rispetto alla monoposto del 2023, sia nella forma che nella sostanza. Innanzitutto, sulla livrea torna dominare l’argento, omaggio ai 90 anni della scuderia. Sul piano della struttura e della meccanica, un’importantissima variazione riguarda l’altezza da terra, che torna a diminuire ma senza raggiungere i limiti record del 2022, che avevamo dato qualche problema. Nuovi sono poi il telaio, il musetto e il cambio, così come più arretrata appare la collocazione dell’abitacolo, in risposta ad esigenze espressa da Hamilton.
McLaren - MCL38
Tra le ultime monoposto ad essere presentate, la MCL38 di casa McLaren si è mostrata al mondo degli appassionati con la classica livrea dominata dall’arancio, accostato al nero carbonio delle parti non verniciate. Sotto il profilo strutturale e meccanico, la casa automobilistica inglese sembra aver lavorato molto sui dettagli e non su grandi stravolgimenti. Il muso si aggancia all’ala anteriore sul secondo profilo, le pance sono piuttosto pronunciate e scendo drasticamente nella parte posteriore, sul cofano sono presenti due “tubi” che convogliano l’aria calda sull’ala posteriore. Infine, nelle sospensioni è stata confermata la distinzione tra posteriori (push rod) e anteriori (pull rod).
Red Bull Racing - RB20
Si è fatta attendere ma non ha deluso le aspettative la RB20, con cui la Red Bull proverà a confermarsi dominatrice della Formula 1 anche nella prossima stagione. Incurante del motto “squadra che vince non si cambia”, la scuderia di Keynes ha rivoluzionato la monoposto con cui ha vinto lo scorso campionato. A rimanere praticamente identica è solo la colorazione. Tra le novità più di impatto, ci sono il muso allungato, l’ingresso delle pance completamente ridisegnato e le forme complessive che appaiono molto estreme. Confermati, invece, i sistemi di sospensione, ma con modifiche sui cinematismi.
Formula 1 - Gran Premio d’Italia 2022
I contenuti originali di questo articolo sono prodotti da un service esterno senza alcun coinvolgimento dell'ufficio stampa dell'Autodromo Nazionale Monza.
Mondiale di Formula 1 2023, le classifiche finali: Verstappen e Red Bull ancora campioni
Il Campionato del Mondo di Formula 1 del 2023 si è concluso ancora una volta nel segno di Verstappen e della sua Red Bull. Il pilota belga si è laureato campione del mondo per la terza volta consecutiva. la sua è stata una marcia trionfale e inarrestabile, che mai nessuno è riuscito a mettere in discussione nel corso della stagione. Verstappen ha infatti collezionato ben 19 vittorie su 22 gran premi disputati, per un totale di 575 punti. Con lui, ha volato anche la Red Bull, vincitrice della classifica a squadre, davanti a Mercedes (seconda) e Ferrari (terza)
Leggi anche: Motorsport 2023, tutti gli appuntamenti della stagione
Il calendario delle gare di Formula 1 del 2023
L’edizione 2023 del Mondiale di Formula 1 conta ben 23 Gran Premi, di cui però solo 22 effettivamente disputati, visto l'annullamento del GP dell'Emilia Romagna, a causa dell'alluvione. Sono entrati in calendario Losail (Qatar) e Las Vegas (portando a 3 i GP negli Stati Uniti), mentre è uscito di scena Le Castellet (Francia). la partenza è stata il 5 marzo con il gran Premio del Bahrain, sul circuito di Sakhir. Si chiuderà, invece, il 26 novembre ad Abu Dhabi, sulla posta di Isola di Yas. Di seguito il programma completo con i vincitori delle gare già disputate.
- 5 MAR – Gran Premio del Bahrain – Sakhir (Bahrain) - Verstappen su Red Bull
- 19 MAR – Gran Premio dell’Arabia Saudita – Gedda (Arabia Saudita) - Perez su Red Bull
- 2 APR – Gran Premio d’Australia – Melbourne (Australia) - Verstappen su Red Bull
- 30 APR - Gran Premio dell’Azerbaigian – Baku (Azerbaigian) - Perez su Red Bull
- 7 MAG – Gran Premio di Miami – Miami (Florida - USA) - Verstappen su Red Bull
- 21 MAG – Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna – Imola (Italia) - Annullato
- 28 MAG – Gran Premio di Monaco - Monte Carlo (Monaco) - Verstappen su Red Bull
- 4 GIU – Gran Premio di Spagna – Barcellona (Spagna) - Verstappen su Red Bull
- 18 GIU – Gran Premio del Canada – Montréal (Canada) - Verstappen su Red Bull
- 2 LUG – Gran Premio d’Austria – Spielberg (Austria) - Verstappen su Red Bull
- 9 LUG – Gran Premio di Gran Bretagna – Silverstone (Inghilterra) - Verstappen su Red Bull
- 23 LUG – Gran Premio d’Ungheria – Budapest (Ungheria) - Verstappen su Red Bull
- 30 LUG – Gran Premio del Belgio - Spa-Francorchamps (Belgio) - Verstappen su Red Bull
- 27 AGO – Gran Premio d’Olanda – Zandvoort (Olanda) - Verstappen su Red Bull
- 3 SET – Gran Premio d’Italia – Monza (Italia) - Verstappen su Red Bull
- 17 SET – Gran Premio di Singapore - Marina Bay Street Circuit (Singapore) - Sainz su Ferrari
- 24 SET – Gran Premio del Giappone – Suzuka (Giappone) - Verstappen su Red Bull
- 8 OTT – Gran Premio del Qatar – Losail (Qatar) - Verstappen su Red Bull
- 22 OTT – Gran Premio degli Stati Uniti – Austin (Texas - USA) - Verstappen su Red Bull
- 29 OTT – Gran Premio di Città del Messico - Città del Messico (Messico) - Verstappen su Red Bull
- 5 NOV – Gran Premio di San Paolo - San Paolo (Brasile) - Verstappen su Red Bull
- 18 NOV – Gran Premio di Las Vegas – Las Vegas (California – USA) - Verstappen su Red Bull
- 26 NOV – Gran Premio di Abu Dhabi - Isola di Yas (Abu Dhabi) - Verstappen su Red Bull
Leggi anche: Il calendario 2023 delle presentazioni delle monoposto e dei test ufficiali
Risultati e classifiche del Campionato del Mondo di Formula 1 2023
Di seguito, le classifiche aggiornate del mondiale piloti e del mondiale costruttori.
La classifica piloti Formula 1 2023 - Aggiornata al 22 ottobre 2023 (GP degli USA)
- Verstappen M. - Red Bull - 575 (Campione)
- Perez S. - Red Bull - 285
- Hamilton L. - Mercedes - 234
- Alonso F. - Aston Martin - 206
- Leclerc C. - Ferrari - 206
- Norris L. - McLaren - 205
- Sainz C. - Ferrari - 200
- Russell G. - Mercedes - 175
- Piastri O. - McLaren - 97
- Stroll L. - Aston Martin - 74
- Gasly P. - Alpine - 62
- Ocon E. - Alpine - 58
- Albon A. - Williams - 27
- Tsunoda Y. - Alpha Tauri - 17
- Bottas V. - Alfa Romeo Racing - 10
- Hulkenberg N. - Haas - 9
- Ricciardo D. - Alphatauri - 6
- Zhou G. - Alfa Romeo Racing - 6
- Magnussen K. - Haas - 3
- Lawson L. - Alphatauri - 2
- Sargeant L. - Williams - 1
- De Vries N. - Alphatauri - 0
La classifica costruttori Formula 1 2023 - Aggiornata al 22 ottobre 2023 (GP degli USA)
- Red Bull - 860
- Mercedes - 409
- Ferrari - 406
- McLaren - 302
- Aston Martin - 280
- Alpine - 120
- Williams - 28
- Alphatauri - 25
- Alfa Romeo Racing - 16
- Haas - 12
I piloti e le squadre che si contendono il titolo mondiale F1 nel 2023
Se il calendario del Mondiale 2023 di Formula 1 presenta poche ma importanti novità, dei movimenti ci sono anche per quanto riguarda le line-up dei piloti ingaggiati dalle scuderie. Rispetto al 2022, le squadre che si contendono i titoli sono le stesse (sempre 10), mentre diversi sono gli avvicendamenti alla guida delle monoposto, con numerosi cambi di “maglia” al volante.
Di seguito tutti i team al completo.
Haas
- Kevin Magnussen - confermato
- Nico Hulkenberg - nuovo
Red Bull
- Max Verstappen - confermato
- Sergio Perez - confermato
Aston Martin
- Fernando Alonso - nuovo
- Lance Stroll - confermato
McLaren
- Oscar Piastri - nuovo
- Lando Norris - confermato
AlphaTauri
- Nyck de Vries - nuovo
- Yuki Tsunoda - confermato
Williams
- Logan Sargeant - nuovo
- Alexander Albon – confermato
Ferrari
- Charles Leclerc - confermato
- Carlos Sainz - confermato
Mercedes
- Lewis Hamilton - confermato
- George Russell - confermato
Alpine
- Pierre Gasly - nuovo
- Esteban Ocon - confermato
Alfa Romeo
- Valtteri Bottas - confermato
- Guanyu Zhou – confermato
Scopri di più sul Gran Premio d’Italia 2023
Come diventare pilota di kart: breve guida in 5 punti
Diventare pilota di kart è spesso l’anticamera per una carriera nell’automobilismo professionistico. Non è un caso, infatti, che molti grandi campioni di Formula 1 vantino un passato nel mondo del karting. Ma come si fa a diventare pilota di kart? Ecco tutto quello che c’è da sapere: licenza, età, allenamenti e gare.
Schumacher, Hamilton, Raikkonen, Verstappen. Cosa hanno in comune questi grandi campioni di Formula 1, oltre ovviamente ad aver fatto una straordinaria carriera al volante delle monoposto? È semplice: hanno tutti mosso i primi passi a bordo di un kart. Il mondo del karting, infatti, è molto spesso la prima esperienza in cui si cimenta un giovane appassionato di motori. Questo perché si tratta di veicoli piccoli (con motore a due tempi e ruote non allineate), che vengono condotti in apposite piste (kartodromi) e possono essere affidati addirittura ai bambini. L’occasione perfetta, quindi, per cominciare a fare pratica molto presto. Per i più bravi e appassionati, però, quello che inizia come un gioco può anche diventare una professione.
Dieta da campione: cosa mangia un pilota di Formula 1
Prima passi alla guida dei go-kart
E all’inizio davvero di gioco si tratta, perché le prime classi non competitive del karting sono aperte addirittura ai bambini di sei anni. Le gare competitive, invece, partono dagli otto anni. Ovviamente, più si cresce più le cose si fanno complesse. Quando si inizia a gareggiare, ad esempio, si deve scegliere se partecipare alle categorie monomarcia o a quelle con cambio. Per non parlare poi della varietà di modelli di kart esistenti, che rendo molto importante l’oculata scelta di quello più adatto alle proprie esigenze.
Cosa serve per correre con i kart
Da un punto di vista formale, per essere un pilota di kart e correre nelle gare agonistiche è necessaria solamente la licenza da conduttore, rilasciata dalla Federazione Nazionale. Una volta attenuto questo documento e possibile cominciare a disegnare il proprio futuro in pista, partecipando ai campionati di riferimento, i cui titoli sono suddivisi in categorie. La chiave di tutto, però, è l’allenamento, che deve esser serio, costante e rigoroso. Infatti, contrariamente a quello che si potrebbe pensare vedendo queste buffe auto in miniatura, pilotare un kart non è semplice. C’è bisogno di serietà e costanza, pur conservando il gusto del divertimento.
Scopri tutti gli eventi kart dell’Autodromo Nazionale Monza