Professione Test Driver, come diventare collaudatore di auto

Fare il Test Driver, cioè collaudare auto (sportive e non), è il sogno di molti appassionati di motori. Una professione originale e ricca di stimoli, centrale per l’attività delle grandi scuderie automobilistiche ma che sta prendendo sempre più piede anche nelle concessionarie e nelle autofficine. Ma come si fa a diventare test driver? Quale percorso formativo bisogna seguire per lavorare come collaudatore di auto?

Nel mondo dei motori operano numerose figure professionali, che si occupano di ambiti anche molto diversi tra loro, dai meccanici ai progettisti, dai designer agli sviluppatori di tecnologie digitali pensate per l’automotive. In questo grande universo di lavori “a due e quattro ruote”, spicca quello del test driver, che ha l’onore e l’onere di collaudare le auto e le moto prima che vengano affidate ai campioni (nel caso delle macchine sportive da gara) o messe in commercio. Un ruolo delicato e spesso nascosto, che svolge però una funzione centrale. Un mestiere che merita di essere conosciuto meglio. Soprattutto, una professione che tutti coloro che amano i motori sognano di fare.

Cosa fa il Test Driver e dove lavora

Al di là del fascino che provoca sugli appassionati di auto, però, quella del test driver è una professione assolutamente seria e carica di importanti responsabilità. Spetta a lui, infatti, il compito di recensire per primo un nuovo veicolo e il suo parere è fondamentale per indicare quello che non va e quello che deve essere migliorato prima di mettere su strada o su pista l’automobile. Gli viene richiesto, quindi, un bagaglio non indifferente di conoscenze e competenze che, come si vedrà tra poco, per essere acquisito necessita di uno specifico percorso di formazione.

Nel dettaglio, le mansioni concrete affidate al test driver sono:

  • Verificare le performance di auto e moto in diverse condizioni di guida;
  • Testare la guidabilità della macchina;
  • Individuare difetti di funzionamento;
  • Collaborare con il team di progettazione per apportare migliorie;
  • Valutare nuovi sistemi di pista.

L’insieme delle valutazioni compiute nelle attività di collaudo viene condensato in una relazione che costituisce il documento di riferimento del lavoro del test driver.

Visto l’ampio spettro di competenze che deve avere, il ruolo del test drive può inserirsi in diversi contesti lavorativi, come case automobilistiche, scuderie sportive, concessionarie di auto, autofficine.

Hai l’animo da pilota? Mettiti alla prova con le Driving Experience dell’Autodromo Nazionale Monza

Il percorso di formazione per diventare Test Driver

Nonostante il lavoro di test drive, come visto, richieda competenze e conoscenze molto specifiche e di alto livello, non esiste un formale percorso di studi e formazione che disciplini l’accesso a questa professione. Chi desidera lavorare come test driver, quindi, deve costruirsi da solo il proprio iter formativo, tenendo ben presente che si tratta di un mestiere con pochi posti disponibili. Inoltre, molte case automobilistiche preferiscono affidare il collaudo dei loro nuovi veicoli a ex piloti non più in attività. Molti test driver, quindi, hanno alle spalle una carriera da agonisti nel mondo dei motori, che costituisce il loro “biglietto da visita” professionale. Questo significa che se non si proviene da quel mondo è meglio rinunciare? Assolutamente no. Però bisogna fare delle scelte formative oculate. Una buona soluzione, ad esempio, è acquisire una laurea in ingegneria meccanica, la più vicina al tipo di attività che si andrà a svolgere. Inoltre, completata l’università, è possibile affinare le proprie conoscenze motoristiche frequentando uno dei master o corsi professionalizzanti proposti da accademie del settore.

Scopri come diventare pilota di auto


Motori da leggere: 6 libri per appassionati di auto e di guida

Di libri per appassionati di automobili ce ne sono davvero molti e rappresentano un’originale idea regalo. Dai volumi biografici che raccontano le gesta dei grandi piloti di auto da corsa ai romanzi che mettono al cento le quattro ruote. Alcuni, però, sono davvero imperdibili e meritano di essere presenti nella biblioteca di chi ama i motori.

La passione per le automobili e per i motori è qualcosa che investe tutti gli aspetti della vita. Finisce, ad esempio, anche nelle letture. Chi ama i motori, infatti, trova piacere anche nel leggere libri che raccontano il roboante mondo delle quattro ruote. Non a caso, la lista dei libri per appassionati di auto si allunga ogni anno di più. Un catalogo corposo, fatto di biografie di piloti celebri, di ricostruzioni storiche dei marchi più prestigiosi, ma anche di romanzi che mettono al centro le macchine, con tutto il loro bagaglio di emozioni e suggestioni. Tanti titoli per altrettante idee regalo. L’elenco che segue non ha la pretesa di identificare in modo incontrovertibile i più bei romanzi per amanti delle automobili, ma propone una cinquina di testi davvero particolari, che meritano di entrare nella biblioteca casalinga di chi sogna una vita da pilota.

Ecco altre idee regalo per appassionati di auto

Sulla strada – Jack Kerouac

Partiamo da un classico intramontabile della letteratura statunitense, nonché una pietra miliare tra i romanzi del secondo Novecento. Nel 1951, pubblicando “Sulla strada” (titolo originale: “On the road”), Jack Kerouac diede vita al libro simbolo della Beat Generation. Fu così che un racconto autobiografico si trasformò nel manifesto di un intero movimento giovanile. Nel romanzo vengono raccontati i viaggi di Sal Paradise, alter ego dello stesso autore, che attraversa gli Stati Uniti in lungo e in largo, a bordo della sua automobile, a volte da solo, a volte in compagnia dell’amico Dean Moriarty (che nella realtà è Neal Cassady, anche lui scrittore). Pagina dopo pagina, non ci si stanca mai di assaporare l’adrenalina e la libertà di un vero viaggio “on the road”.

Christine e Buick 8 – Stephen King

Rimaniamo negli Stati Uniti, ma cambiando completamente genere. È il turno di due titoli firmati dal re dell’horror, Stephen King. Si tratta di “Christine – La macchina infernale” e di “Buick 8”. Nel primo romanzo, diventato anche un film, la protagonista è una Plymouth Fury del 1958, capace di trasformarsi da innocua auto abbandonata ai bordi della strada in portatrice di profondi sconvolgimenti. L’auto, infatti, ha un’anima cinica e spietata, che modifica la personalità di chi vi entra in contatto. Ed è così che Christine si lascia dietro una scia di morte e disperazione. Altrettanto misterioso è il profilo dell’automobile protagonista del secondo romanzo: una Buick Roadmaster del 1954. Anche in questo caso, l’auto vive di vita propria e sconvolge la vita di Ned, senza un apparente ragione.

Fondocorsa. Mille Miglia, una vita e un gatto - Giorgio Terruzzi

La terza proposta, invece, è un’opera tutta italiana, sia nella firma, che è quella del celebre giornalista sportivo Giorgio Terruzzi, sia nella storia, che ripercorre le gesta del mitologico Alberto Ascari (alla cui memoria è dedicata una variante del circuito dell’Autodromo Nazionale Monza). La narrazione prende il via dalla vittoria della Mille Miglia del 1954, arrivata a sorpresa, e si snoda poi lungo tutta la vita del pilota, analizzandone anche aspetti privati. Un viaggio emozionante a tutta velocità.

Leggi anche: Cosa regalare ad un appassionato della Formula 1

Virtual Senna – Roberto Boccafogli

Da un mito all’altro. “Virtual Senna” è un romanzo che intende celebrare l’indimenticato pilota brasiliano, tragicamente scomparso nel 1994, sul circuito di Imola. Ed è proprio da quel doloroso Gran Premio che prende il via la trama ideata da Roberto Boccafogli che decide di giocare con la storia e cambia il corso degli eventi. Senna, infatti, non muore durante la gara ma arriva alla fine e la vince, ipotecando anche la conquista del Mondiale automobilistico. A quel punto, la storia poi fa un balzo in avanti, fino agli anni 2000, e il lettore fa i conti con una Formula 1 in crisi di pubblico. Per risollevare le sorti della competizione, gli organizzatori si inventano dei Gran Premi virtuali, a cui partecipa anche Senna. Questa realtà parallela e irreale, però, fa nascere la voglia di soddisfare un’antica curiosità: chi è il pilota più forte di sempre?

L’arte di correre sotto la pioggia – Garth Stein

Denny, il protagonista di questa ultima proposta letteraria per appassionati di auto, è uno straordinario pilota, capace di dare il meglio di sé sotto la pioggia. Le sue velleità, però, vengono frenate dalla necessità di sbarcare il lunario lavorando in un’officina. Una vita complicata e sofferente sembra allontanarlo per sempre dal suo sogno: pilotare una vera Ferrari. Per fortuna, accanto a lui c’è il suo fedele cane, che non a caso di chiama Enzo, in onore del patron della scuderia di Maranello. Sarà l’intelligente quattro zampe ad indicare al proprio padrone la via giusta per la felicità.

Conosci la storia del circuito di Monza

 

I contenuti originali di questo articolo sono prodotti da un service esterno senza alcun coinvolgimento dell'ufficio stampa dell'Autodromo Nazionale Monza.


Cosa mangiare a Monza: consigli per un turismo del gusto

Di piatti tipici da mangiare a Monza ce ne sono molti, dal risotto con la celebre salsiccia luganega alla cassoeula, dal panmoijaa al pane di San Gerardo. Tutte espressioni delle caratteristiche principali della cucina brianzola: sapore e semplicità.

Le vacanze in Italia sono anche delle occasioni per tour enogastronomici nei piatti tipici che ogni zona custodisce gelosamente. Monza non fa eccezione a questa regola. Regalarsi alcuni giorni nella città lombarda, quindi, significa anche poter assaggiare la cucina brianzola, fatta di ingredienti semplici e sapori genuini. Che si scelga di pranzare in una spartana trattoria o di cenare in un elegante ristorante, bisogna tenere a mente l’elenco dei piatti monzesi che vale la pena di provare almeno una volta. Ecco una breve guida per scoprire cosa mangiare di tipico a Monza.

Visita Monza con il passaporto della città

Il re dei piatti tipici di Monza: il risotto con la luganega

Partiamo dal vero dominatore della scena, il piatto tipico di Monza per eccellenza: il risotto con la luganega (detto anche risotto alla monzese). È davvero il re della città, servito praticamente in ogni locale. Di ricette di questo particolare risotto ne esistono diverse, ognuna con la sua piccola variante. I due ingredienti principali, però, non cambiano e sono la salsiccia luganega (o luganica) e lo zafferano. Il risultato è un piatto dal sapore nitido ma delicato, che ha sempre molto successo tra i turisti. D’altra parte, la luganega è il simbolo per eccellenza della cucina di Monza, ed è davvero un prodotto tipico molto gustoso. Ciò che la differenzia da una normale salsiccia è sicuramente la forma, più sottile e allungata. A renderla tanto famosa, però, è la sua composizione. Oltre alla carne di maiale, infatti, la luganega contiene un alto quantitativo di formaggio grana ed è insaporita con brodo di carne e marsala. Inoltre, in alcune varianti, vengono utilizzati anche ingredienti aggiuntivi, come il peperoncino, il finocchietto selvatico o l’anice.

Leggi anche: Cosa vedere a Monza

Le specialità della cucina della Brianza: dalla cassoeula alla panmoijaa

L’elenco dei piatti tipici di Monza, però, non finisce certo con il risotto alla luganega. Ci sono molte altre specialità della cucina della Brianza che meritano di essere assaggiate. È il caso della cassoeula, pietanza tipicamente invernale perché molto sostanziosa. La base della ricetta, infatti, è costituita dalla verza e dalle parti meno nobili del maiale, come la cotenna, il muso, le zampe, la testa e le costine. Inoltre, viene solitamente servita con la polenta. Il nome cassoeula deriverebbe dalla pentola larga in cui si mettono a bollire gli ingredienti, mentre le sue origini, che si perdono tra storia e leggenda, sarebbero spagnole.

Il maiale è al centro anche di un altro piatto tipico della tradizione contadina brianzola, cioè la rusticiada. Si tratta di uno stufato di carne suina, insaporito da un soffritto di lardo e cipolle. Anche in questo caso, viene lo stufato generalmente servito insieme alla polenta. Infine, agli appassionati di carne (e derivati), Monza offre altre due possibilità: l’ossobuco e la trippa.

Per chi ama le minestre, invece, risultano imperdibili sia la panmoijaa e il minestrone brianzolo. La prima è un saporita zuppa con lardo e pancetta tritati, nella cui preparazione vengono utilizzati anche cipolla, aglio e prezzemolo. Si consuma accompagnata da un caratteristico pane giallo, fatto con un mix di farina bianca, farina di granoturco e segale. Il minestrone brianzolo, invece, è molto ricco, perché contiene, come ingredienti principali, riso, lardo, verza, fagioli e patate.

Leggi anche: Cosa fare a Monza

I dolci tipici di Monza

Un articolo che parla di cosa mangiare a Monza, però, non può limitarsi a snocciolare le pietanze salate. Ci sono anche dei dolci tipici che meritano di essere assaggiati da chi si trova a passare in Brianza. In particolare, si tratta della torta paesana e del pane e dei biscotti di San Gerardo. La torta paesana, fin dal nome, è un dolce che racconta molto delle tradizioni monzesi e del suo substrato contadino. Questo dolce, infatti, conosciuto anche come torta del michelasc, ha come ingrediente base il pane raffermo, che viene fatto ammollare nel latte. Questo impasto base viene poi insaporito in vari modi; la variante più diffusa è quella che utilizza il cioccolato, ma si possono aggiungere anche pinoli, frutta candita e uvetta.

Il pane di San Gerardo, invece, prende il nome dal compatrono di Monza, San Gerardo dei Tintori. È un pane dolce fatto con zucchero, miele, frutta, uva sultanina, mandorle e castagne candite. Al contrario, l’impasto dei biscotti omonimi è molto più semplice, perché si tratta di dolci secchi fatti senza uova.

Scopri i tour esclusivi dell'Autodromo Nazionale Monza

 

I contenuti originali di questo articolo sono prodotti da un service esterno senza alcun coinvolgimento dell'ufficio stampa dell'Autodromo Nazionale Monza.

 


Guidare in pista per un giorno? A Monza, il sogno diventa realtà

Vivere un’esperienza di guida in pista è il sogno di tutti gli appassionati di motori. Un giro di pista a bordo di una Ferrari, di una Porsche o di una Lamborghini, infatti, significa assaggiare emozioni da vero pilota. Ma è davvero possibile sperimentare la guida in pista di una Supercar? La risposta è sì, grazie all’alleanza tra Puresport e l’Autodromo Nazionale Monza, che ha dato vita alle Driving Experience sul tracciato del Tempio della Velocità.

Dove si può guidare una Ferrari? A Monza. E la stessa risposta vale per una Lamborghini o una Porsche. Un sogno realizzabile grazie alle Driving Experience organizzate dall’Autodromo Nazionale Monza in collaborazione con Puresport, azienda leader nel settore. Esperienze uniche che premettono di sfrecciare all’interno del Tempo della Velocità a bordo di un’automobile di Formula 1, Formula 3 o Gran Turismo. L’obiettivo più ambito da ogni appassionato di motori. Un regalo perfetto da fare a sé stessi, al proprio partner o a un amico.

Visita il sito ufficiale Puresport

Guida in pista di un’auto sportiva, un’esperienza unica (e sicura)

È senza dubbio l’adrenalina l’ingrediente fondamentale di un’esperienza di guida in pista, oltre all’emozione di trovarsi all’interno del Tempio della Velocità. Allo stesso tempo, però, le Driving Experience sono un’attività assolutamente sicura, perché prevedono l’assistenza di personale altamente qualificato, con una lunghissima esperienza.

Per guidare una supercar in pista non servono requisiti particolari. Basta aver compiuto i 18 anni e aver conseguito la patente di guida di tipo B. In pratica, le stesse condizioni a cui bisogna sottostare per mettersi al volante di un’utilitaria in città.

In realtà, però, anche chi non ha questi requisiti può assaporare l’ebbrezza di sfrecciare lungo l’asfalto di Monza, mettendosi comodo al posto del passeggero (ovviamente non nel caso delle monoposto) e lasciando la guida in mano ad un automobilista esperto.

Prenota ora la tua guida su pista a Monza

Guidare in pista una Supercar: le risposte alle domande più frequenti

Visto che la possibilità di guidare in pista, per un giorno, una vera Supercar è un’attività che suscita molta curiosità, qui di seguito sono raccolte le 4 domande più frequenti sul tema, con le relative risposte.

Quanto costa un giro in Ferrari (o altra Supercar) a Monza?

Tutte le informazioni sul costo delle Driving Experience sono disponibili sul sito di Puresport, nella pagina dedicata all’Autodromo Nazionale Monza.

Quanto dura un giro di pista con la Ferrari (o con altra Supercar)?

Dipende dalla bravura del pilota! Ciò che è importante sapere, però, è che una Driving Experience non si esaurisce con un unico giro del circuito.

È possibile regalare un giro di pista?

Certamente. È possibile acquistare un voucher regalo che il destinatario potrà usare per prenotare la propria esperienza al volante di una Supercar.

È possibile guidare in pista senza patente?

Purtroppo, no. Come già detto, la patente è necessaria per poter guidare. Senza, bisogna accontentarsi di sfrecciare come passeggeri.

Prenota ora la tua guida su pista a Monza


Duomo di Monza

Duomo di Monza, breve guida alla scoperta di uno scrigno pieno di tesori

Il Duomo di Monza è il simbolo della città e custodisce bellezze storiche, culturali e artistiche di inestimabile valore. Il Museo e Tesoro del Duomo ne raccontano la storia attraverso una ricca sequenza di reliquie e oggetti preziosi, tra cui spicca la Corona ferrea, custodita nella Cappella di Teodolinda. In questa breve guida, tutto quello che c’è da sapere sul Duomo di Monza e alcune informazioni pratiche per visitarlo.

Il Duomo, collocato nel cuore del centro storico, è senza dubbio in cima alla lista delle cose da vedere a Monza. Al suo interno sono custodite alcune delle più importanti bellezze artistiche che la città brianzola può offrire ai turisti. Il Duomo di Monza, infatti, ospita un ricco Museo e cela un vero Tesoro, il cui pezzo più pregiato è la Corona ferrea, con cui per secoli si incoronarono numerosi sovrani, tra cui anche i Re d’Italia. Inoltre, merita una menzione speciale anche il campanile che orna la Basilica, che rappresenta il punto più alto di tutta Monza. Visitare il Duomo di Monza, quindi, è davvero un’attività necessaria, anche se ci si trova in città solo per un weekend. E per prepararsi alla visita, ci si può affidare a questa breve e pratica guida.

Cosa fare a Monza: 3 consigli per un fine settimana indimenticabile

La storia del Duomo di Monza

Per comprendere l’importanza del Duomo di Monza, è bene cominciare questo “viaggio” alla sua scoperta ripercorrendo le tappe principali della sua storia. E le vicende storiche che riguardano il Duomo, ufficialmente denominato Basilica minore di San Giovanni Battista, iniziano molto prima della sua costruzione. Alla fine del 500 d. C, infatti, dove oggi sorge il celebre edificio religioso, c’era la Basilica fatta edificare dalla regina dei Longobardi Teodolinda, figura centrale nella storia cittadina. Probabilmente, quell’antica Basilica era già consacrata a San Giovanni Battista. Della costruzione originaria, però, non è rimasto praticamente nulla, se non qualche materiale da costruzione e qualche arredo, oggi ospitati nel Museo del Duomo. Infatti, nel 1300, anno del primo Giubileo della cristianità, si decise di stravolgere radicalmente l’edificio, ricostruendolo ex-novo. Si trattò di lavori davvero imponenti, la cui prima fase si concluse quasi mezzo secolo dopo, nel 1346. Ancora per secoli, però, il Duomo di Monza fu oggetto di abbellimenti e arricchimenti, con l’aggiunta di opere d’arte e nuovi elementi architettonici, come l’imponente campanile (la cui costruzione iniziò nel 1592).

L’architettura del Duomo di Monza

E così, pezzo dopo pezzo, nel corso dei secoli, il Duomo di Monza è arrivato ad essere quel gioiello di architettura che oggi costituisce un vanto per la città. Tra l’altro, l’accurato restauro che è stato realizzato nel 2020, ne ha accentuato lo splendore.

La facciata esterna

La facciata esterna del Duomo di Monza, rivolta verso l’omonima piazza, è forse uno degli elementi che maggiormente caratterizza l’edificio, grazie al suo aspetto “bicolore”. È realizzata in stile gotico, sfruttando una sapiente alternanza di marmi bianchi e neri. Al centro della facciata, troneggia un altro tratto distintivo: il rosone di Matteo Campione, firma originaria dell’intera facciata (poi restaurata, a inizio ‘900, da Luca Beltrami). Il rosone è incorniciato da una linea di formelle traforate, con mascheroni, fiori e stelle. Al di sotto del rosone c’è il protiro, su cui svetta la statua di San Giovanni Battista. Altri elementi decorativi sono le bifore e le trifore che si aprono specularmente lungo i due lati e i medaglioni dell’arcata, che contengono i busti della regina Teodolinda e di suo marito Agilulfo.

Gli interni

Altrettanto suggestivi sono gli interni del Duomo di Monza. La struttura è la classica croce latina, composta da tre navate con cappelle laterali. Le navate sono separate da pilastri a sezione ottagonale, decorati all’estremità con capitelli rappresentanti animali, grifi, sirene e centauri. In generale, le decorazioni del Duomo, salvo poche eccezioni, sono tutte riconducibili al periodo barocco, mentre poco si è salvato delle fasi precedenti. Ciò che più colpisce della basilica è l’estrema ricchezza di affreschi, che meritano tutti di essere ammirati.

affreschi duomo monza

Cosa c’è nel Duomo di Monza

Al di là della sua indiscutibile bellezza complessiva, però, il Duomo custodisce alcuni “pezzi pregiati”, veri capolavori di storia, arte e cultura che meritano una menzione a parte. Si tratta, in particolare, degli affreschi della Cappella di Teodolinda e dell’albero della vita, del Museo e del Tesoro, della Corona ferrea e del campanile.

Gli affreschi della Cappella di Teodolinda

Come detto, gli affreschi sono numerosi e bellissimi. Tra tutti, spiccano quelli firmati dagli Zavattari, che adornano la Cappella di Teodolinda, che custodisce la Corona ferrea e le spoglie dell’amata regina dei Longobardi. Si tratta di un ciclo pittorico che risplende per i suoi ori e i suoi colori vivaci. Il racconto che si snoda lungo i vari dipinti è quello della vita di Teodolinda, la cui conversione al cristianesimo fu veicolo per la conseguente conversione del suo popolo.

L’Albero della Vita

Quello raffigurante l’Albero della Vita è un altro degli affreschi di pregio che ornano gli interni del Duomo di Monza. Si trova sul transetto destro ed è opera di Giuseppe Meda e Giuseppe Arcimboldo, che cominciarono a dipingerlo nel 1556.

Il Museo e Tesoro del Duomo di Monza

Il Museo e Tesoro del Duomo di Monza è uno scrigno che custodisce un patrimonio inestimabile di opere d’arte e reliquie. Nel complesso, i beni che compongono questo patrimonio consentono di ricostruire, passo dopo passo, l’intera storia della Basilica, dal 1300 fino al 1900. Tra le altre cose, fanno parte del Tesoro la Croce e la Corona di Teodolinda, la Croce di Agilulfo, il Dittico di Re Davide e San Gregorio e il Reliquiario del dente di San Giovanni Battista. La sede del Museo si trova proprio sotto il Duomo.

La Corona ferrea

La punta di diamante del Tesoro del Duomo di Monza, però, è senza dubbio la Corona ferrea. Si tratta di un reperto prestigioso, perché per secoli è servito ad incoronare moltissimi re. Le origini di questo prezioso oggetto sono sconosciute; secondo le tesi più accreditate, la Corona ferrea sarebbe databile tra il 450 e il 500 d.C. Attualmente, è custodita nell’altare della Cappella di Teodolinda.

corona ferrea monza

Il campanile (o Torre Campanaria)

Il campanile del Duomo di Monza, con i suoi 75 metri di altezza, rappresenta la “punta” della città, un riferimento fondamentale per tutti gli abitanti. Nella struttura originaria non era prevista la presenza della torre campanaria, che fu invece aggiunta all’inizio del 1600, su iniziativa dell’arciprete Camillo Aulario. In cima al campanile sono ospitate ben 8 campane, datate 1741.

Visitare il Duomo di Monza: le informazioni pratiche

Alla luce di quanto detto fino ad ora, una visita al Duomo di Monza è davvero una tappa ineludibile. Ecco, allora, alcune informazioni pratiche per organizzarla al meglio.

Orari di apertura

Il Duomo di Monza è visitabile tutti i giorni (eccetto il lunedì), dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18. La Cappella di Teodolinda, invece, osserva orari leggermente diversi, essendo aperta al pubblico dal martedì al sabato, dalle 9 alle 18, e la domenica, dalle 14 alle 18.

Visite guidate

Le principali attrazioni turistiche del Duomo di Monza possono essere visitate anche con l’ausilio di una guida. Tutte le informazioni sulle visite guidate sono reperibili sul sito del museo

Come raggiungere il Duomo di Monza e dove parcheggiare

Il Duomo si trova in pieno centro storico, all’interno di una zona a traffico limitato. Per raggiungerlo, quindi, è necessario lasciare la propria auto presso uno dei parcheggi a pagamento adiacenti il centro storico. Da lì è possibile proseguire facilmente a piedi.

Visita Monza con il Passaporto della Città


Regali per appassionati di auto e motori: 5 idee vincenti

Stai cercando idee regalo per un appassionato di automobili e di motori? Qui di seguito trovi 5 idee sicuramente vincenti e adatte a tutte le esigenze e a tutte le tasche. Dai semplici gadget che possono rendere unica e speciale la macchina di chi riceve il dono all’esperienza unica di un giro di posta a bordo di una vera auto da corsa. Scoprili tutti.

Fare i regali giusti è un’arte che implica una buona conoscenza dei gusti e delle passioni del destinatario. Il dono che lascia a bocca aperta, infatti, è quello che incontra perfettamente le preferenze di chi lo riceve. Non importa quanto costi o quanto sia prestigioso, la cosa che davvero conta è che sia “su misura”. Nel caso di un appassionato di automobili, ad esempio, quali possono essere le idee regalo più apprezzate? Cosa può far brillare davvero gli occhi di chi ama i motori? Le risposte possibili sono almeno cinque e sono soluzioni che si adattano a tutte le esigenze e le occasioni, a prescindere dalla cifra che si vuole spendere. Vediamole subito.

Dei gadget per la macchina, utili e divertenti

Cominciamo dall’idea più semplice ma sempre efficace: i gadget per l’automobile. Chi ama i motori, infatti, adora anche e soprattutto la propria auto. La tiene sempre pulita, la coccola, la equipaggia con tutti i comfort e con gli ultimi ritrovati della tecnologia, la abbellisce e la personalizza con piccole accortezze. Ecco perché i gadget automobilistici rappresentano sempre un’ottima idea regalo. Tra l’altro, il mercato offre tantissime opzioni: dai semplici e tradizionali portachiavi (magari griffati) ai ricevitori bluetooth, dai set per la pulizia degli interni agli assistenti digitali.

Scopri tutti i gadget firmati dell’Autodromo Nazionale Monza

L’abbigliamento firmato

Altro grande classico tra i regali per appassionati di auto è sicuramente l’abbigliamento firmato. La firma ovviamente deve essere quella di una scuderia, di un marchio sportivo che richiama alla memoria il mondo dei motori o di un luogo simbolo del motorsport. Anche in questo caso, le opzioni possibili sono molte e si adattano a tutte le esigenze. Si va dai cappelli sportivi alle raffinate maglie polo, dalle pratiche t-shirt alle felpe e alle giacche. Se poi si allarga lo sguardo, si possono aggiungere a questa categoria di idee regalo anche gli zaini e le borse.

Scopri l’abbigliamento firmato dell’Autodromo Nazionale Monza

Un’esperienza in pista, come un vero pilota

Se le idee suggerite finora non risultano convincenti, vuol dire che si sta cercando qualcosa di davvero unico e speciale. E allora è il momento di far scendere in campo doni davvero di primo livello. Se c’è una cosa che ogni appassionato di auto sogna fin da quando era bambino, è avere la possibilità di scendere in pista come un vero pilota. Per fortuna, oggi non è un desiderio impossibile da realizzare. Molti circuiti automobilistici, infatti, offrono la possibilità di adrenaliniche driving experience e di divertenti track days. Così, almeno per qualche ora, si può davvero provare ad essere una superstar della velocità.

Scopri le proposte dell’Autodromo Nazionale Monza: Driving Experience e Track Days

Il biglietto per assistere a una gara prestigiosa

L’alternativa alla discesa in pista è assistere dagli spalti a una vera gara di Formula 1. Lo spettacolo è assicurato, le emozioni anche. Difficile immaginare un regalo più adatto per chi ama i motori e non si perde un Gran Premio, seduto sul proprio divano di casa.

Scopri di più sul Gran Premio d’Italia di Formula 1

Un corso di guida sicura o di guida sportiva

Questa carrellata di idee regalo per appassionati di auto si chiude con un'altra proposta “pratica”, che darà la possibilità al destinatario del regalo di mettere in gioco le proprie capacità di pilota. Si tratta, infatti, dei corsi di guida sicura o di guida sportiva. Un’occasione, per chi ama le auto, per diventare sempre più padrone del volante, imparando a gestire la propria macchina anche in situazioni rischiose o comunque non lineari.

 

I contenuti originali di questo articolo sono prodotti da un service esterno senza alcun coinvolgimento dell'ufficio stampa dell'Autodromo Nazionale Monza.


Regali per appassionati di Formula 1: le proposte firmate Monza

Se stai cercando regali per appassionati di Formula 1, l’Autodromo Nazionale Monza è il luogo giusto per confezionare una sorpresa che lascerà il destinatario a bocca aperta. Il Tempio della Velocità, infatti, è il simbolo della Formula 1 in Italia e offre diverse possibilità di doni per chi ama questo sport. Inoltre, combinando le varie soluzioni, è possibile creare dei veri e propri pacchetti regalo a tema Formula 1. Molto meglio di qualsiasi box disponibile in commercio.

La passione per i motori e per le auto da corsa è un sentimento totalizzante, che spesso finisce per invadere ogni aspetto della vita. Quindi, se bisogna fare un regalo ad un appassionato di Formula 1 e si vuole essere sicuri di avere successo, bisogna scegliere una sorpresa a tema motorsport. Per fortuna, di possibilità sul mercato ce ne sono diverse, anche a seconda della cifra che si intende spendere. L’importante è trovare qualcosa di davvero originale. Riuscirci non è difficile, soprattutto se ci si affida all’Autodromo Nazionale Monza, simbolo italiano della Formula 1. Il Tempio della Velocità è pronto ad accogliere e coccolare tutti gli appassionati di Formula 1 con iniziative uniche ed emozionanti. Dai gadget firmati ai biglietti di ingresso per il Gran Premio d’Italia, di possibili idee regalo ce ne sono di tutti i tipi. Ecco quattro proposte davvero imperdibili.

Le magliette con la storia della Formula 1 a Monza

Lo shop dell’Autodromo Nazionale Monza è una riserva di idee regalo a tema Formula 1. Il dono perfetto per un vero appassionato, però, è senza dubbio una maglietta della collezione Heritage, che celebra la storia del Tempio della Velocità. T-shirt semplici impreziosite da stampe a colori che cristallizzano alcuni dei momenti più importanti vissuti sulla pista di Monza, come i Gran Premi dei decennali.

Tutte le T-Shirt della linea Heritage

Un tour alla scoperta del Tempio della Velocità

Un secondo possibile regalo per un appassionato di Formula 1 è il tour alla scoperta dell’Autodromo Nazionale Monza. Chi ama il mondo dei motori, infatti, non può non vedere almeno una volta nella vita il più importante circuito italiano, nonché simbolo della velocità in tutto il mondo. I tour disponibili sono diversi e coinvolgono tutte le zone più importanti della struttura, compresa l’iconica pista su cui ogni anno sfrecciano le monoposto.

I tour dell’Autodromo Nazionale Monza

Un giro in pista, come un vero pilota di Formula 1

E se invece di un “semplice” tour dell’autodromo, il regalo fosse l’opportunità di un giro in pista come un vero pilota di Formula 1? A Monza anche questo sogno può diventare realtà. Il Tempio della Velocità, infatti, ha nella sua offerta le Driving Experience, curate da Puresport. Si chiamano Hot Lap, e sono davvero dei giri di pista “bollenti”, perché consentono di vivere tutte le emozioni e l’adrenalina dii un’autentica monoposto che sfreccia al massimo.

Driving Experience sulla pista del Tempio della Velocità

Il biglietto per assistere al Gran Premio d’Italia

Ultima idea regalo pensata per chi ama la Formula 1: il biglietto di ingresso per assistere al Gran Premio d’Italia di Formula 1. È la gara più importante dell’Autodromo, un appuntamento dal valore internazionale che richiama appassionati delle quattro ruote da tutto il mondo. Soprattutto, però, è l’occasione per vivere davvero i colori, i suoni e i sapori del Mondiale di Formula 1, ritagliandosi un posto in prima fila.

Acquista i biglietti del Gran Premio d’Italia di Formula 1

 

I contenuti originali di questo articolo sono prodotti da un service esterno senza alcun coinvolgimento dell'ufficio stampa dell'Autodromo Nazionale Monza.


Villa Reale di Monza, una Reggia neoclassica tutta da scoprire

La Villa Reale di Monza, anche conosciuta come Reggia di Monza, è uno dei monumenti principali della città lombarda, insieme al Duomo. Un gioiello di architettura neoclassica, firmato da Piermarini, che non ha nulla da invidiare alle più blasonate Regge di Caserta e di Versailles. Inoltre, il palazzo reale è circondato dal magnifico Parco di Monza, l’area verde recintata più grande d’Europa, capace di custodire al suo interno l’Autodromo Nazionale Monza.

Sono pochi, al mondo, quelli che non conoscono, almeno di fama, la Reggia di Caserta o la Reggia di Versailles. Molto meno nota, invece, è la Reggia di Monza, conosciuta anche come Villa Reale. Eppure, il palazzo brianzolo, imponente ed elegante, non ha nulla da invidiare alle altre due celebri residenze regali. Anzi, il sontuoso parco che la circonda è il più grande d’Europa, tra quelli recintati (tanto da accogliere al suo interno l’Autodromo Nazionale Monza). Se si passa qualche giorno di vacanza a Monza, quindi, si deve necessariamente programmare una visita alla Villa Reale, che regala uno spettacolo davvero unico. E questo articolo è una buona occasione per conoscerla un po’ meglio e prendere nota delle informazioni turistiche essenziali.

Storia e architettura della Villa Reale di Monza, il capolavoro di Piermarini

Cominciamo questo breve viaggio virtuale alla scoperta della Reggia di Monza scorrendo le tappe fondamentali della sua storia. La Villa Reale fu costruita nella seconda metà del 1700, più precisamente tra il 1777 e il 1780. Il progetto porta la firma di Giuseppe Piermarini, celebre architetto dell’epoca ed esponente di punta del neoclassicismo. A commissionare l’imponente realizzazione furono l’arciduca Ferdinando d’Asburgo e sua madre Maria Teresa d’Austria. L’edificio, infatti, fu adibito a residenza di campagna della dinastia reale, almeno fino al 1796, anno della discesa in Italia delle armate di Napoleone Bonaparte. A quel punto, la lussuosa residenza passò in mano al figliastro dell’imperatore francese, Eugenio di Beauharnais. Si trattò, però, solo di una parentesi. Alla caduta di Napoleone, nel 1818, la Reggia tornò agli austriaci.

Nella seconda metà del 1800, poi, la Villa cambiò nuovamente padroni. Dopo l’annessione del lombardo veneto al Piemonte, infatti, i proprietari divennero i Savoia e fu particolarmente amata da re Umberto I, che la elesse a sua residenza estiva e la sottopose a profonde ristrutturazioni e trasformazioni. Il monarca vi fu addirittura sepolto, dopo essere stato ucciso da Gaetano Bresci. A quel punto, però, la Villa si legò ad un evento tragico e triste, che la fece cadere in disuso. Vittorio Emanuele II, infatti, non volle più risiedervi e fece trasportare parte degli arredi nei palazzi del Quirinale, a Roma. La proprietà regale della Villa cessò definitivamente nel 1934, quando fu donata ai comuni di Milano e Monza.

L’aspetto esterno

La Villa di Monza ha la caratteristica forma ad U, tipica dei palazzi regali del 1700. Lo stile della facciata è lineare ed essenziale e presenta decorazioni semplici, che le conferiscono un aspetto elegante ma rigoroso, senza colonnati o timpani. La scelta non fu solo dettata da esigenze stilistiche ma anche da precise scelte politiche della corte austriaca. L’Italia, infatti, era un territorio occupato e gli imperatori asburgici non volevano dare l’idea di ostentare una tracotante ricchezza ai loro sudditi.

Gli interni

Il primo piano della Villa Reale è occupato dalle sale di rappresentanza, dalle sale delle feste e da quella adibita ai pranzi. Il secondo piano, invece, è dedicato alle camere da letto dei regali e degli ospiti. Le diverse sale e stanze (in totale ben 740, per una superficie complessiva di oltre 22.000 metri quadrati) sono decorate con stucchi dorati, dipinti e affreschi. Purtroppo, la tormentata fase finale di utilizzo della Reggia di Monza da parte dei Savoia ha fatto sì che il palazzo risulti oggi praticamente svuotato degli arredi originali, che erano di assoluto pregio.

I Giardini

I Giardini della Villa Reale di Monza ne rappresentano una delle attrazioni principali. Si estendono su una superficie di circa 40 ettari e sono organizzati all’inglese. L’apparente spontaneità della sistemazione e della vegetazione è invece il frutto di scelte precise e misurate da parte di Piermarini. All’interno dei Giardini, si possono apprezzare numerosi elementi e scorci caratteristici, come il laghetto, il tempietto classico, il giardino roccioso e l’Antro di Polifemo.

Scopri anche il Parco di Monza, che circonda la Villa Reale

Il Roseto

Il Roseto della Villa Reale fu voluto da Nino Fumagalli e progettato da Vittorio Faglia e Francesco Clerici. Si divide in svariate sezioni, a seconda delle tipologie di rose che vengono coltivate. Ce ne sono oltre 400 varietà, alcune delle quali coltivate per essere presentate a concorsi internazionali.

Il Belvedere

Il Belvedere è l’ultimo piano della Reggia, una volta sede degli appartamenti della servitù e per questo caratterizzato da soffitti bassi e da ambienti piuttosto spartani. Da lassù, però, si gode una vista mozzafiato sul Parco di Monza.

Il Serrone (o Orangerie)

In origine, la Villa Reale ospitava numerose serre, come attestano i documenti dell’epoca. Solo una, però, è giunta fino ad oggi intatta ed è proprio l’Orangerie, cioè quella destinata agli agrumi. Lunga 100 metri, larga 6 e alta 7, la struttura è dotata di 26 finestroni che le garantiscono luce solare durante tutta la giornata.

Cosa fare a Monza: 3 consigli per un weekend

Breve guida alla Reggia di Monza: le informazioni pratiche per visitarla

Viste le tante bellezze che custodisce, è chiaro che non si può trascorrere un weekend a Monza o a Milano senza fare un passaggio nella meravigliosa Villa Reale. Quelle che seguono, quindi, sono delle semplici indicazioni per organizzare al meglio la visita.

Dove si trova la Villa Reale?

La Villa Reale si trova nella parte nord di Monza e non è molto lontana dal centro storico. Ad esempio, a piedi, la Reggia dista poco più di un quarto d’ora dal Duomo. L’indirizzo preciso dell’ingresso è Via Brianza 1.

Quanto costa il biglietto di ingresso per visitare la Reggia?

Il biglietto intero per accedere alla Villa Reale di Monza costa 10 euro. È poi prevista una tariffa ridotta di 8 euro per i visitatori di età compresa tra 3 e 26 anni, per gli over 65 e per i possessori del passaporto turistico di Monza. L’ingresso gratuito, invece, è riservato ai bambini sotto i 3 anni, alle persone diversamente abili con accompagnatore, alle guide turistiche abilitate, ai giornalisti muniti di tesserino e ai militari del Comando per la tutela del Patrimonio Culturale. L’accesso ai Giardini, invece, è sempre gratuito.

Quando si può visitare la Villa Reale di Monza: orari di apertura e chiusura

La Villa Reale è visitabile solo il sabato e la domenica, con apertura alle ore 10,30 e chiusura alle ore 18,30 (ultimo ingresso alle 17,30). I Giardini della Reggia, invece, sono aperti tutti i giorni con orario 7,00-18,30 in inverno e 7,00-20,30 in estate.

Come fare per prenotare la visita

I biglietti di ingresso alla Reggia possono essere acquistati direttamente presso la biglietteria, che si trova al piano terra. È consigliata, però, la prenotazione online (a questo link) o telefonica (al numero 039 394641).

Dove parcheggiare

La Villa reale e il Parco di Monza sono serviti da due parcheggi a pagamento (Viale Cavriga e Porta Vedano) e da un’area di sosta gratuita.

Dove mangiare alla Villa Reale di Monza

La Reggia si trova in una zona della città di Monza ben fornita di ristoranti e locali dove poter mangiare, con soluzioni adatte a tutti i palati e costi accessibili.

I prossimi eventi ospitati nella Villa Reale

La Reggia ospita spesso eventi per adulti e bambini, dalle mostre d’arte alle iniziative legate al cinema. Il programma completo dei prossimi appuntamenti è disponibile qui.

Cosa vedere a Monza


Pilota per un giorno, il sogno di ogni appassionato di automobili

Essere pilota almeno per un giorno, e sfrecciare su una pista professionale, all’interno di un vero circuito. Tutti coloro che amano le automobili e il mondo dei motori lo hanno sognato almeno una volta. Oggi, per fortuna, realizzare questo desiderio è possibile, grazie alle iniziative realizzate da numerosi autodromi, tra cui anche l’Autodromo Nazionale Monza.

C’è chi ambisce a mettersi al volante di una Ferrari, simbolo per eccellenza della velocità e dello stile made in Italy, e chi preferisce immaginarsi a bordo di una elegante e grintosa Porsche. L’elenco, in realtà, potrebbe andare avanti ancora a lungo, perché ogni amante dei motori porta nel cuore un modello e una scuderia che lo fanno vibrare ed emozionare. Ciò che tutti hanno in comune è il sogno di provare l’ebbrezza di essere piloti per un giorno, sfrecciando sull’asfalto di una vera pista, proprio là dove di solito si contendono il primo posto grandi campioni del motorsport. Una meta irraggiungibile? Certo che no. Pilotare un’auto da corsa è un sogno che può diventare realtà. Le occasioni offerte dai circuiti privati e dai grandi autodromi sono ormai tante e molto valide. Vediamo come fare.

I requisiti per diventare pilota per un giorno

La prima cosa da sottolineare è che per guidare una supercar o una monoposto all’interno di un circuito regolamentare, nell’ambito di un’attività non professionistica, non sono necessari requisiti ulteriori rispetto a quelli che si richiedono per mettersi al volante di una qualsiasi auto, in autostrada piuttosto che in mezzo al traffico cittadino. Quindi, bisogna essere maggiorenni e aver già conseguito la patente di guida di tipo B, cioè quella comunemente prevista per le automobili. Gli eventi che consentono di diventare pilota per un giorno, infatti, prevedono sempre l’assistenza di personale qualificato, che garantisce il divertimento nei limiti della sicurezza.

E chi non ha questi requisiti? Deve rinunciare? Se il suo obiettivo è guidare in pista come un vero pilota, purtroppo deve accantonarlo. Ma può sempre vivere l’ebbrezza di sedere accanto ad un automobilista esperto, all’interno, ad esempio, di automobili Gran Turismo, equipaggiate con posto passeggero.

La guida completa per diventare pilota di auto

Piloti per un giorno sul circuito dell’Autodromo Nazionale Monza: Driving Experience e Track Days

Quando si sogna è bene farlo in grande. Ritrovarsi ad essere piloti per un giorno è senza dubbio un’esperienza unica, ma poterlo fare all’interno del Tempio della Velocità diventa qualcosa di davvero eccezionale. Ed anche questo è un sogno realizzabile. L’Autodromo Nazionale Monza, infatti, offre due occasioni agli appassionati che vogliono assaggiare la sua gloriosa e famosissima pista: le Driving Experience e i Track Days.

Le Driving Experience

Le Driving Experience, come rivela il nome stesso, sono delle indimenticabili esperienze di guida, realizzate dall’Autodromo in collaborazione con Puresport, azienda leader del settore. Sono aperte ai privati ma anche alle aziende, che possono sfruttarle per realizzare eventi per i clienti e giornate di team building per i dipendenti. Il parco auto a disposizione è ampio e capace di accontentare tutti i gusti: Ferrari, Lamborghini, Porsche, Formula 1.

Scopri di più sulle Driving Experience

I Track Days

I Track Days, invece, sono eventi periodici aperti a chiunque voglia mettere alla prova la propria auto lungo il tracciato di Monza, confrontandosi con le sue curve e i suoi rettilinei. Un modo diverso e originale per testare sia la propria abilità alla guida che le potenzialità dell’automobile che si è acquistata.

Scopri di più sui Track Days


Diventare pilota di auto da corsa, la professione che tutti sognano

Breve guida per chi vuole diventare pilota di auto da corsa: requisiti richiesti, corsi ACI e visite mediche per ottenere una patente sportiva. La strada ufficiale per realizzare il sogno di correre su una pista come un vero pilota di motorsport.

A molti sembra un sogno irraggiungibile, ma quella del pilota sportivo di automobili è una professione a tutti gli effetti, con le sue regole e i suoi criteri di accesso. E la verità è che ottenere una licenza ACI Sport per correre in pista come un vero professionista non è un traguardo proibitivo riservato a pochi eletti. Certo, non è neanche semplice, ma se sogni da sempre di fare il pilota, è giusto che tu ti conceda una possibilità. Chissà, un giorno potresti essere protagonista di una gara sul tracciato dell’Autodromo Nazionale Monza, il Tempio della Velocità. Questo breve articolo è pensato proprie per essere una semplice e veloce guida per diventare pilota di auto da corsa conseguendo una patente sportiva. Partiamo!

Come si allena un pilota di Formula 1?

I requisiti per diventare pilota di auto

Un aspirante pilota sportivo, per legge, non deve soddisfare particolari requisiti. Ciò che viene richiesto sono solo un’età minima (e massima) e il possesso di una patente per la guida su strada.

L’età per diventare pilota

Per quanto riguarda il requisito dell’età, bisogna aver compiuto i 18 anni e non aver superato gli 80 anni, limite oltre il quale si è considerati non più in grado di sedersi al voltante di un’autovettura sportiva, all’interno di un circuito professionale. Una precisazione, però, è d’obbligo. L’età minima, infatti, è richiesta per le patenti sportive, ma mettersi al volante è un’attività che si può cominciare addirittura a 6 anni (nel caso dei kart) o a 15 anni (per le auto sportive all’interno di un circuito chiuso).

La patente B

Secondo requisito richiesto è il possesso della patente di guida di tipo B, quella normalmente richiesta per la circolazione su strada con automezzi che non superino le 3,5T di peso. Ovviamente, nel caso si possiedano patenti di grado superiore, queste sono ugualmente accettate.

Età minima Età massima Patente di guida
18 80 Tipo B

Come si fa a diventare pilota d’auto? Il percorso completo

Possiedi sia il requisito dell’età che quello della patente? Bene, allora il tuo percorso verso l’acquisizione di una licenza sportiva può iniziare presentando l’apposita domanda presso gli Uffici Sportivi dell’Automobile Club Italia (ACI), che sono presenti in ogni capoluogo di provincia.

I documenti necessari

Durante l’iter di ottenimento della patente ti verranno richiesti:

  • Documento di identità in corso di validità;
  • Tessera di socio ACI;
  • Certificato di idoneità psico-fisica all’attività agonistica o non agonistica (rilasciato previa visita medica, da effettuarsi presso un Centro di Medicina dello Sport accreditato);
  • Certificato di vaccinazione antitetanica;
  • Versamento della tassa di licenza (guarda il listino ACI Sport aggiornato e scopri quanto costa diventare pilota).

Il corso per aspiranti piloti

La burocrazia, però, non è sufficiente per diventare pilota. Bisogna anche partecipare ai corsi organizzati dall’ACI, che sono gratuiti, vengono attivati durante tutto l’anno e prevedono rilascio di un attestato. Sono semplici lezioni teoriche, senza esami finali, finalizzate a spiegare le regole basilari degli sport automobilistici (qui l’elenco dei corsi ACI in programma per prime licenze).

I principali argomenti trattati sono:

  • l’ordinamento sportivo;
  • i tipi di licenza;
  • le omologazioni delle auto;
  • lo svolgimento delle gare e il ruolo dei professionisti coinvolti;
  • il significato delle bandiere esposte in gara;
  • le sanzioni per irregolarità tecniche e sportive e i relativi reclami.

Track Days – Corri sulla posta di Monza come un vero pilota

 

I contenuti originali di questo articolo sono prodotti da un service esterno senza alcun coinvolgimento dell’ufficio stampa dell’Autodromo Nazionale Monza.